Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

della scena barocca, la crue ornamentale - villa giardino, parco - si estingue come la villa di Pratolino... E questa siccità trascina nella sua secca tutto il mondo mitologico di fauni, ninfe, sirene, nettuni e tritoni che nel Barocco rivive i suoi ultimi splendori sotto forma di quegli automi azionati idraulicamente descritti da Salomon de Caus nelle Raisons des forces mouvantes (1615) 43 • Ma se la sessualità umana «ci appare a questo punto come una macchina idraulica semplicissima» 44 i cui congegni sono azionati inconsapevolmente dagli Estranei di cui parla Cartesio 45, il tratto distintivo della perversione sembra invece essere il linguaggio della sete, la siccità, la meditazione sulle rovine di Cartagine. In uno studio recente è stata notata l'importanza di questi temi nella Gerusalemme Liberata 46 • Ma bisogna dire che non è affatto la «molteplicità» e «l'esuberanza» del desiderio - pagano, contrapposto al principio unificatore della virtù cristiana - a portare (al)la rovina come inevitabile sanzione punitiva. Le «mine», le tassiane «infeconde arene» che i portatori della legge Carlo e Ubaldo vedono nel loro viaggio sulle coste dell'Africa, sono invece i luoghi stessi di un desiderio che si soddisfa in questa aridità che estingue la vita. E non può certo stupire se il corpo (la sessualità) fa la sua comparsa proprio nella seconda parte del canto XIII del poema, quando le potenze infernali ·scatenano una siccità che arena le armate cristiane nel deserto della Palestina. Il linguaggio della sete (della siccità, della sterilità) concide con il linguaggio della sessualità: «Così, mentre si descrive un paesaggio prosciugato delle sue linfe vitali, in primo piano campeggiano quei significanti dell'abbandono amoroso, del desiderio insoddisfatto, che solitamente echeggiano nella sfera sensuale di Armida: ' assetate languir l'erbe rimira ' (XIII, 55); 'e 'n tutto è fermo il vaneggiar de l'aure ' (56); 'l'erbe e i fiori / bramano indarno i lor vitali umori ' 61

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