Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

struttura binaria che così si crea è però sempre orientata. Specificamente ciò significa che lo sguardo è già da sempre canalizzato non potendo mai prodursi in forma disorientata. Riduzione del campo visivo, focalizzazione. Sguardo che rimbalza contro un muro bianco, che sfonda in un buco nero. Lo sguardo tende sempre dunque a orientarsi verso il volto; e liberarsi da questa tendenza diventa il compito di un vero esercizio, come nel caso dello yogi in meditazione di fronte alla parete sgombra - o nel caso della filosofia presocratica delle buie profondità, come per Empedocle e il suo vulcano. In questi casi la natura dello sguardo è condotta a tali estremi per cui non riesce più: a voltificaxe la visione. Nondimeno, il far-volto riemerge subito qualora si tenti una mediazione tra le due posizioni antitetiche; tutta la dialettica del ricondurre a un riconoscimento, a riconoscere il grande volto dalle guance bianche con il buco nero degli occhi. Tutto questo per dire che non è vero che quel raggio di luce in Duchamp è fatto per impradonirsi degli occhi del voyeur (come dice Lyotard, cit. in Calvesi, op. cit., p. 14), né che il raggio canalizza lo sguardo e s'identifica con esso. In realtà questo è solo ciò che appare a noi, a MateoAtteone-voyeur, illusione ottica dovuta al buco della serratura. Che accade in quella stanza illuminata, in quella « sala da danza »? Sta funzionando una macchina delirante di produzione, produzione impassibile dovuta alle nozze soprasensibili, nozze a loro volta virginali e immacolate. Qui però non c'è più nulla di metaforico: il raggio non simbolizza la fecondazione, ma è esso stesso fecondazione incorporea. Non è vero dunque che lo sguardo penetri, nel desiderio, la vulva che rimane inviolata ed enigmatica; non solo l'enigma è sempre spostato, come abbiamo già detto, non solo lo sguardo, in quanto sempre già canalizzato, non può 193

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