Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

« se ora sono stato ingannato, tutto è inganno, tutto ciò in cui ho sempre creduto non era che parvenza...· » Cattiva coscienza dello scettico, assumere sempre il tono del defraudato. Ma non basta cambiare posto (dall'illusione alla disillusione) per cambiare anche luogo (il luogo fermato dell'interpretazione): l'amante - futuro scettico - è colui che fa' dell'interpretazione stessa un grande effetto retroattivo, uno sguardo che gira sempre sul passato o che scansa il profilarsi di un divenire. C'è dunque una contraddizione dell'amore: da un lato ci si innamora di un profilo che non cessa di dipanarsi, sottoposti al fascino del divenire, dall'altro lato ciò significa inscindibilmente che non si è ancora nel divenire medesimo e che questa distanza è il distacco stesso dell'interpretazione - ché cresce col crescere del nostro interpretare. Anche Mateo si trova di fronte ad un mondo possibile inviolato - simboleggiato dalla verginità « suprema» di Concha - ma questa inviolabilità è sempre a sua volta spostata da un'altra parte, mette sempre in scacco l'ermeneutica di Mateo. Così, Mateo rimbalza sempre sulle superfici o si immerge troppo nelle profondità; di Conchita dice: « Discorrevamo. Era impenetrabile. A Tangeri ho visto delle more in costume che tra i due veli non lasciavano nudi che gli occhi, attraverso i quali però vedevo fino in fondo il loro animo. Questa non nascondeva nulla, né la · sua vita né le sue forme, eppure tra lei e me avvertivo un muro» (p. 67). Del resto Concha, Conchita, altri non è che Concepciòn, l'Immacolata Concezione. Ben più che una vergine essa è la Vergine, la macchina celibe o meglio la Sposa celeste, la Marie/mariée, sposa virginale che non può essere violata. Il riferimento è naturalmente Duchamp: « Ce moteur mariée doit apparaitre comme une apothéose de virginité c'est-a-dire le désir ignorant, le désir blanc ». E proprio nella nuda di « Etant donnés: I O la chute 189

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==