Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

dall'altro gli orsi bianchi, di fronte i primi piani e più indietro le panoramiche, silhouettes stagliate contro gli sfondi, superfici confinanti con le profondità... E d'altronde in questi deboli' e in questi inermi, più nulla di debole se non il segnale da essi stessi emesso, più nulla di indifeso se non un risaltare della vulnerabilità contro uno sfondo di alte difese. Che errore il sorriso di Mateo, che inevitabile errore. In forza di esso Mateo è già collocato nel luogo dell'interpretazione, della riflessione su un divenire, segnalata dalla finta nonchalance verso il nonsenso. È fin troppo facile capire che quel mondo possibile cui aspiriamo sarà anche la causa della sofferenza e devastazione dovute alla nostra (di noi, di Mateo) incapacità di coglierne il profilarsi. Fin da principio abbiamo scambiata la sua funzione di incoerenza per un cenno rivolto a noi - non possiamo dunque che rimbalzare dai primi piani allo sfondo, dalla superficie alla profondità, e viceversa, sempre esclusi dal luogo dov� si creano i confini, sempre fermati nel nostro luogo. « C'è dunque una contraddizione dell'amore. Non possiamo interpretare i segni di un essere amato senza sboccare in mondi che non hanno aspettato noi per formarsi, che si formarono con altre persone, e nei quali siamo dapprima solo un oggetto tra gli altri. L'amante desidera che l'amato gli dedichi le sue preferenze, i suoi gesti, le sue carezze. Ma i gesti dell'amato, nel momento stesso che sono rivolti e dedicati a noi, esprimono ancora quel mondo ignoto che ci esclude. L'amato ci dà segni di preferenza; ma poiché quei segni sono i medesimi che esprimono mondi di cui non facciamo parte; ogni preferenza di cui profittiamo traccia l'immagine del mondo possibile dove altri sarebbero o sono preferiti» (G. Deleuze, Marcel Proust et les signes, Paris, 1964). D'altra parte, poiché si suppone di tenere una posizione di forza o superiorità - il luogo dell'interpretazione - non si resiste alla tentazione di ritornare sull'amato in sen186

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