Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

ze, l'unico dei canzonieri italiani delle origini ad essere dotato di figure, quanto quelle del manoscritto fr. 846 della Bibliothèque Nationale di Parigi, il più bello dei codici miniati che hanno tramandato la poesia dei trovieri francesi settentrionali, si propongono infatti di raffigurare, direi addirittura di mettere in scena i diversi testi lirici, riservando ovviamente agli autori, in quanto soggetti dei testi stessi, il ruolo di protagonisti. Così ad esempio, alla carta 60v del manoscritto Banco Rari, il motivo d'apertura di una canzone di Guido delle Colo:µne: Amor, che lungiamente m'hai menato a freno stretto senza riposanza, alarga le toi retene in pietanza, ché soperchianza - m'ha vinto e stancato, viene reso con l'immagine del poeta stesso carponi, con morso e redini, cavalcato da un ignudo amorino, sadicamente armato di frusta 13• In questo tipo di decorazione miniata non si intende dunque fornire le coordinate anagrafico-esistenziali degli autori dei testi poetici; si punta piuttosto ad affermare l'autenticità del loro coinvolgimento in quel rituale dell'amor cortese che viene descritto dai testi lirici nei più svariati aspetti. In quanto scenario dell'azione di un personaggio il cui statuto è inequivocabilmente realistico, lo « spazio »·della poesia cortese acquista allora un'aura di concretezza che prima gli mancava, o risultava comunque meno evidente. Questa tendenza ad « inverare » il testo lirico dando particolare risalto al protagonismo del suo autore-attore è particolarmente marcata in quello che senz'altro resta, almeno sul piano artistico, il più pregevole dei canzonieri trobadorici miniati, il sopra ricordato canzoniere della Morgan Library, databile con tutta probabilità alla fine del 178

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