zione trobadorica (collocabile a cavallo fra XII e XIII secolo), celebre presso i contemporanei non solo per le indubbie qualità artistiche, ma anche, se non di più, per le sue roboanti - benché spesso autoironiche - millanterie. Anche nel suo caso il biografo, partendo dal nulla o quasi, aveva elaborato una storia assai colorita; in particolare aveva raccontato uno scherzoso inganno di cui Peire sarebbe rimasto vittima proprio a causa del suo folle esibizionismo: a Cipro, luogo di sosta dell'armata cristiana durante una spedizione in Terra Santa, gli sarebbe stata fatta sposare una donna greca, facendogli credere che si trattava della nipote dell'imperatore di Costantinopoli, e che in base a tale matrimonio gli era lecito vantare diritti sul trono d'Oriente; lusingato da ciò, Peire se ne sarebbe andato in giro a lungo esibendo vesti ed insegne imperiali 7 • La miniatura a lui relativa nel manoscritto 5232 della Biblioteca Vaticana (datato fra XIII e XIV secolo, di provenienza veneto occidentale) condensa felicemente tutto l'episodio in una piccola scena, inserita - come di regola o quasi in questi canzonieri - entro l'iniziale incipitaria della sezione dei suoi testi: nello spazio inferiore di una lettera A compare l'immagine di Peire a cavallo, con la corona in testa, vestito da imperatore; dalla parte superiore della stessa lettera, genialmente trasformata in una sorta di balcone di palazzo, si affaccia e tende la mano una figurina femminile dall'esotico copricapo. Nella maggior parte dei casi le miniature trobadoriche sembrano comunque puntare, più che alla rappresentazione dell'episodio più emblematico della supposta biografia di un poeta, ad un suo vero e proprio ritratto, pur sempre emblematico. Il carattere metonimico che, come hanno notato Roman Jakobson e, più recentemente, Philippe Ramon, risulta caratteristico di ogni descrizione o rappresentazione di un personaggio 8 - indipendentemente dal medium impiegato -, si manifesta allora nella scelta di un 175
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