Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

Freud, del Tristram Shandy di Sterne, dell'Henry Brulard stendhaliano, di quel librino bizzarro e un po' maligno che è Flatland di Abbott. Non sono i soli esempi citabili ma sono comunque esempi forti di ciò che intendo. Prendo la questione dall'estremità più semplice. I disegni, o sarebbe meglio dire gli schizzi o scarabocchi, di mano stendhaliana che imbottiscono la Vie de Henry Brulard hanno a che fare, si capisce, con il carattere di quest'opera. Basta dire che è un'opera autobiografica, sia pure sottoposta a tutte le deformazioni e a tutti gli spostamenti che il fatto stesso di essere stata scritta da Stendhal implica? Sono abbozzi di località, piante di abitazioni, mappe stradali, profili di oggetti o di elementi architettonici, ma anche simbolizzazioni grafiche che portano sui destini, le scelte, la successione cronologica etc. La prima, facile conclusione è che rappresentino altrettante pèzze d'appoggio che cauzionano o precisano i fatti narrati, non meno di un certificato di nascita o di matrimonio o di una fotografia. Ma per capire il nesso che li lega al fondo costituito dallo scorrimento della traccia mnestica (truccata) che è la scrittura dell'Henry Brulard, credo si debba porre mente alla struttura di tale fondo, come esso si tradisca nel mascherarsi, nei giochi degli anagrammi, dei depistaggi, delle sostituzioni letterali, insomma delle astuzie e puerilità stendhaliane - delle paure. Non c'è piacere più forte e autentico per Stendhal, che questa trepidazione che lo si scopra, e insieme che non si riesca a scoprirlo. Esso tocca a un turbamento così profondo ed essenziale, da rasentare la jouissance, esperienza che sta di là dal piacere. Quel « talent pour le dessin » di cui egli parlava, diventa una funzione dello scrittore. Se schizza place Grenette a Grenoble oppure la Corsia della Porta Nova a Milano, con la lettera H messa a segnare, come nelle foto documentarie di un delitto, il luogo dove stava lui stesso, Stendhal non intende magnificarsi in un « io c'ero! », autenticare il 17

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==