Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

ga trasposto, visualizzato, e qui ci soccorre un tipo di studioso come F. Miitterlich, che nel suo Die verschiedene Bedeutungsschichten der frii.hmittelalterlichen Psalterillustration (Le diverse stratificazioni di significato nell'illustrazione dei salterii dell'alto medioevo)(« Friihmittelalterliche Studien » 6, 1972) propose una tipologia che, con pochissimi adattamenti può venire generalizzata; egli suddivide l'illustrazione in a) illustrazione letterale, b) illustrazione della storia, c) illustrazione del senso (per lui allegorico). Per ì'illustratore, miniatore o esperto dell'aerografo che sia, fondamentale è il momento e l'atto della scelta. Generalmente la decisione di quante tavole debbono essere realizzate, e dove debbano apparire, e la tipologia degli interventi illustrativi (ad es. nel testo, fuori. testo, testatine, cui de Zampe), salvo rari casi (un esempio Il Robinson di Pericoli), restano nelle mani della committenza editoriale. Viene stipulato un contratto che specifica numero delle tavole, tecnica e dimensioni. Su questa griglia tecnica la cui forzosa cadenza, costituisce una preliminare, anche se grossolana, indicazione testuale, dentro a questa sequenza insomma di contenitori predisposti va a collocare le sue scelte l'illustratore. La scelta può essere la più ovvia, cioè quella dettata dalla tradizione delle precedenti edizioni illustrate, e non è detto che sia la più inefficace. Ma può essere invece del tutto arbitraria, legata alla peculiarità del talento dell'illustratore. Portando questa considerazione alle sue estreme conseguenze, si può (una volta che sia stato scelto un determinato passo) attribuire il successivo realizzarsi di una particolare inquadratura, che omette particolari oggetti, zone e parti figurali, ad una incapacità esecutiva. Si può insomma pensare a simili opzioni come al riflesso delle preoccupazioni tecniche, o addirittura ad altri tipi di resistenze dell'illustratore. La scelta, l'ineludibilità di una scelta, sul piano di quella che possiamo chiamare la macroingegneria testuale, è 142

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