Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

collezionista e dove cioè invece di eliminare ciò che è accessorio si ingigantisce relativamente ciò che è importante. Ma ci sono anche figure comparative, metaforiche. E artifici presentativi di inquadrature nell'inquadratura, come la presentazione di un determinato ambiente microscopico, nel quale è evidenziata una zona circolare, che allude alla lente di ingrandimento. Il che sta proprio ad evocare che quanto è compreso nel cerchio è decisamente più ingrandito, cioè più piccolo, degli oggetti dell'ambiente. O infine artifici appellativi che consistono nell'attirare l'attenzione del destinatario su un particolare del raffigurato, con colorazioni arbitrarie, segnaletiche grafiche, e con altri espedienti che lo isolano dal resto, nel senso dell'effetto figura-sfondo. E ci fermiamo sulla soglia del testo scritto, sul punto di transizione, rappresentato da toponomastiche e didascalie. L'illustratore dello Snark di Lewis Carroll, Henry Holiday, si trovò invece di fronte a ben altri problemi di ontologia oggettuale. La sua Ocean-chart, completamente bianca che il Banditore aveva comperato per l'equipaggio« in modo che tutti fosser in grado di usarla, » suggerisce che l'illustrazione è qualcosa che deve consentire un'infinità di percorsi interpretativi. Quella carta è una figura della terra, che non intende rappresentare, e che proprio per questo ostenta tutte le regole e i rituali del raffigurare cartografico: perfino una vuota Scale of Miles. Ma si badi bene che la direzione di questo atteggiamento è stata coerentemente, e consapevolmente e pragmaticamente perseguita dal Carroll, nel suo ruolo di istanza decisoria dell'illustrazione, coll'impedire che fosse pubblicata la tavola di Holiday che raffigurava il Boojum. L'incontro col terribile mostro fa svanire il malcapitato scopritore. Quindi il mostro è irrappresentabile pena la evaporazione del lettore (id est è meglio che ciascun lettore si immagini il suo Boojum). 140

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