nato paese e dentro un determinato ambiente interno, ecc. ecc. In terzo luogo l'illustrazione decora. Illustrare è sinonimo di inluminare cioè istoriare con dorature. Qui viene in luce fortemente il carattere arte/attuale, del supporto delle illustrazioni, cioè del libro, anzi proprio il suo carattere di merce. Si manifesta inoltre qui in modo spiccato una tendenza alla autonomizzazione, funzionalissima peraltro al piacere del destinatario/utente, della componente che con circospezione possiamo chiamare puramente estetica. Come è avvenuto nel processo che ha trasformato la legatura del codex (puro imballaggio protettivo) in rilegatura, prima informativa ma poi subito riccamente decorata di nielli e dorature, del libro. Il moto che conduce al consumo della derrata libro non vede più qui tanto l'illustrazione come un complemento al contenuto informativo (nutritivo) del testo, ma come fregio che parla quasi direttamente ai sensi (al gusto) del lettore/fruitore. Oppure come pattern che fa appello al suo horror vacui: l'illustrazione è anche riempitivo. Vediamo qui anche agire la dialettica dello spreco ostentato: lo spreco di spazio dell'impaginazione rarefatta, che però presuppone l'editoria periodica, dove lo spazio si paga (per gli annunci), e il più tradizionale anzi forse l'eterno spreco di lavoro, che produce forse il piacere di godere dell'effetto di visualizzazione, accompagnato dalla sensazione di avere risparmiato soggettivamente lo sforzo di fabbricare il fregio. Ogni superficie damascata, cesellata, fiorita fa questo. E nel nostro caso, in generale, l'illustrazione è anche l'epifania della quantità spropositata di gesti necessari alla produzione grafica. Sul versante del destinatario comunque, vanno evidenziate due forme di golosità, due modalità estreme di ricezione, da un lato l'orientamento esclusivo al testo, che si risolve in un ispezionare le figure per controllarne la fedeltà al testo, mentre il polo opposto è rappresentato da un 137
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