Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

studio dei sistemi dinamici instabili suggerisce altri approcci, di cui l'avvenire dirà la fecondità. L'instabilità di un sistema, la sua attitudine a conoscere più soluzioni sono determinanti al fine di registrare avvenimenti o comportamenti sotto forma di segni, essi stessi indispensabili all'esercizio della funzione simbolica, che esplora e valuta i molteplici futuri possibili. Si può vedere, per esempio, nello studio di società relativamente semplici, come i formicai, quanto può essere sottile il rapporto tra comunicazione deterministica e comunicazione stocastica. Si potrebbe andare fino a pensare che certe dimensioni della funzione simbolica si appoggiano sulla esplorazione dei diversi stati di una dinamica fondamentalmente instabile (vicina all'inconscio descritto dai poeti), arricchita da stimoli esterni e che ciò che si chiama attività cosciente è associato al problema della selezione tra le strutture già esplorate dall'inconscio, selezione che si fonda essa stessa su criteri « esterni » all'individuo. Questa visione potrebbe accordarsi con le descrizioni dell'attività intellettuale che possiamo ritrovare in Valéry, Hadamar, Poincaré. Che accoglienza ha avuto La Nuova Alleanza e gli altri scritti che cominciano ad essere tradotti, con larga diffusione, nei paesi, dell'Est e in Cina? Mi pare che nell'insieme le mie opere raccolgano una favorevole accoglienza. Sono in corso numerose traduzioni, larghi estratti di esse sono già apparsi su diverse riviste. Ovviamente esistono anche voci discordanti: alcuni, per esempio, si preoccupano di vedere se questi lavori rendono o no giustizia alle intuizioni di Engels, riecheggiando obiezioni mossemi di recente, in questo senso, da un critico francese. Di fatto, il lavoro che ho scritto con Isabelle Stengers, La Nuova Alleanza, è tra l'altro un tributo alla 133

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