Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

sione dei processi complessi da cui dipende la sua esistenza. Occorre mettere bene in chiaro che noi non siamo responsabili del passato; la nostra responsabilità riguarda l'avvenire. È col nostro agire volto al domani che noi dobbiamo cercare di rendere esplicite, in questo periodo di transizione, tanto le minacce che pesano sull'umanità quanto le immense possibilità che pure si aprono. Tra le diverse conseguenze degli sviluppi attuali occorre mettere in conto anche le prevedibili ripercussioni che avrà l'avvento della civiltà scientifica. La conoscenza può essere in modo esclusivo un bene individuale; perciò l'accresciuto ruolo che sempre più avranno le conoscenze, garanzia di . condizioni di vita migliori, può anche essere il pegno di una società meno fondata sulla scarsità e quindi meno conflittuale. Forse la scienza nel suo senso più lato, inclusivo anche della nozione di curiosità scientifica, sarà il solo mezzo di sopravvivere nelle società del domani che, più affollate di adesso, si prospetteranno sempre più come società di massa. I due grandi romanzi che hanno voluto anticipare i nostri tempi, Brave new world e 1984 parlano della conoscenza in termini peggiorativi: essa è coltivata e praticata per il condizionamento sociale, per il dominio del potere e della forza. È. lecito sperare che non sia il solo avvenire possibile. Lei ha detto di recente che sta oggi emergendo un modo 1nolto diverso dal passato di affrontare il problema della « coscienza ». Di che si tratta? Il problema di sapere cosa sia « la coscienza » è ricco di ambiguità; può essere (ed è stato) affrontato mediante numerosi e diversi approcci. Un modo, benché moderno, già classico, rimanda all'analogia tra attività cerebrale e computer, considerato come una macchina di Turing. Lo 132

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==