Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

pio della termodinamica: viviamo infatti in un mondo che non è un mondo di traiettorie periodiche (di percorsi periodici e relative configurazioni prevedibili dei flussi di materia), ma in un mondo di sistemi dinamici instabili, di cui è impossibile predire il futuro. È ciò che dà la freccia al tempo, la polarizzazione temporale che osserviamo nell'universo. È per me la rottura della simmetria fondamentale, che in certo modo condiziona altre rotture di simmetria, come quella tra materia e antimateria o quella tra molecole sinistre e destre della chimica organica. Riscoprendo il tempo la fisica si riavvicina alla biologia, nella quale l'idea di evoluzione ha giocato un ruolo centrale. Si sarebbe potuto pensare (e si è pensato) che la fisica avrebbe assorbito la biologia; dal punto di vista epistemologico è piuttosto l'inverso che si sta producendo. In quale senso i concetti, da lei messi a punto, di « strutture dissipative », di « fluttuazioni », di « biforcazioni », di « punti d'attrazione », possono essere utilizzati nel dominio delle scienze dell'uomo per comprendere la complessità e la dinamica delle nostre società? Può darmi qualche esempio? La fisica classica ci ha posto di fronte a un contrasto tra il mondo soggetto alle leggi naturali, descritto come un automa atemporale, e l'universo storico descritto dalle scienze umane, in cui l'evoluzione presenta tratti molto specifici. I recenti sviluppi della fisica di cui ho detto, mostrano che questi punti di vista possono convergere. È forse interessante citare un recente lavoro che mostra, su un caso concreto, quanto la terminologia della fisica delle fluttuazioni e delle biforcazioni possa applicarsi bene a certe . grammatiche di eventi. Robert Artigiani ha commentato in questi termini il romanzo di Umberto Eco, Il nome della 129

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