Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

volenti e ospitali - Dorè impiega sulle loro persone, e soprattutto sui loro volti, tutta la vis comica e caricaturale, · con cui, giovanissimo, si era fatto conoscere nel « Journal pour rire» di Philippe. Raccolti a crocchio intorno al paladino, la cui testa è disegnata con chiara impronta classica, con ai piedi tutta la famiglia di cani, botoli, gattini giocosi avvolti goffamente nei propri sai, i più obesi e appesantiti dal cibo eccessivo, non ce n'è uno il cui viso denoti il minimo segno di nobiltà, o di intelligenza. Nasi a becco, rubizzi, o appena accennati, guance rotonde e flaccide, sguardi inebetiti, atteggiamento insieme curioso ed assente, questa accozzaglia di tonache, barbe, calvizie, sembra uscire da una corte dei miracoli tutta fisiologica e greve, dalla quale lo spirito si sia interamente sottratto (IV, 55). E, nella tavola successiva (ove Rinaldo si è inopinatamente trasformato in un paggio dai lunghi capelli) tra le fantasiose e fantastiche architetture di un'alta loggia dell'abbazia, se l'impatto caricaturale è minore, si ripresenta tuttavia nelle due figure di frati più larghi che alti che finiscono con il convogliare su di sé, forse contro l'intenzione, lo sguardo, simmetricamente collocate, come sono, ad apertura e chiusura del gruppo formato dagli altri e dal cavaliere. Dorè anticipa così, commentando passi ove il poeta non pone alcun intento caricaturale, quanto invece il Furioso ci dirà dei frati e dei conventi molto più avanti, nel canto ventisettesimo, là dove l'arcangelo Michele va in cerca della Discordia ove « altre volte l'avea veduta», e cioè in un monastero, anzi nel solenne momento del Capitolo, tra le mistiche architetture (in Dorè) di una immensa cattedrale gotica; e la trova che osserva compiaciuta la rissa per le elezioni dei superiori: 104 Trovolla ch'in capitolo sedea a nuova elezion degli ufficiali e di veder diletto si prendea volar pel capo a' frati i breviali.

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