in Wittgenst:ein è l'indicibile nel senso di un'interdizione che è ,costituti�a deH'orizzon�e della paTo1a sensata. In altre parole, l'indicibile è 1 oiò che non può essere detto, e ,che non deve eStsere detto, se si vuole parlare sensatamente. È questa la radice oomune di più figure del silenzio. Barlerò di due figl.l!r , e del silenzio - tenendo però sempre presente il fatto che sono forme che slittano l'una neH' 1 altra e hanno una radice comune: 1. C'è un silenzio in forma positiva. È la figura con cui Wittgenste.in al1ude a un ecoesso e a una pienezza, e che troviamo nei contesti in cui egli parla del sentimento dell'esistenza del mondo, del ,senso, del valore, deli ra vo1ontà, del soggetto. È quello che st i dice «i , l mi - stico», una figura che è lavorata nei Quaderni 1914-16 e nel Tractatus. La possiamo chiamare figura dell limite che allude a un eocesso iindicibile. 2. Il ,silenzio come figura negativa è il tema più costante della fi,J,osofia di Wittgenstein. Coincide anzi con l'idea wittgensteiniana di fìilosofia come impresi a negativa e an1Jiteorica: è interdizione atl metalinguaggio e alla fondazione teorica del 1linguaggio e del sapere. Possiamo pensarla come figura della superficie e deH'o rizzontalità dei segni, o fi, gma del limite epistemologico. Entrambe queste che ho chiamate figure del slÌlenzio hanno una radice comune in un altro tema costante in Wittgenstein: il tema del mostrare, indicare (zeigen). Delnndicibille, o del , limirte della pamla, non si parla, ma lo si mostra: o, meglio, l'indicibile mostra 'Sé (zeigt sich) 8 • Questo uso ,di «mostrare» come funzione esibitiva che interviene là dove è interdetta la parola sembra originale di W:ittgenstetin. O, almeno, è originale la contrapposizione che Witt,genstein fa ,tra «mostrare» ,e «dire». Si può osservat1e la 1 stes i sa contrapposizione i. i n un famoso frammento di Eraclito: K< Il si, gnare ,cui appartiene quell'oracolo ,ohe sta a Dellfi , non dice né nasconde, ma in83
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