wittgensteinfano in rapporto all'idea neopositivista di metafisfoa. Si,lenzio in Wittgenstein non significa o:nrsi de1la paro}a e impotenzia: non è -elaborazione di disagio, ma orizzonte che •si accompagna necessarrfamente alla posizione del problema ontologico e •antropologico del linguaggio. H •silenzio è ins.veme al linguaggio. Non si può parlare delle forme del 1silenzio 'in Wittgenstein come forme della cri si, ma bisogna invece tener conto dei molti luoghi i111 cui Wittgenstein rappresenta rapporti di solidarietà e di complic ità con gli orizzonti ,e i limiti :del linguaggio, dove 1 si ,sta come nel proprio mondo, nell,a propria patria, neUa prropr.ia ioasa. Il linguaggio è 1in primo ,luogo « abitabile». Non solo nel modello fortemente unitario del Tractatus, ma anche negh scritti posteriori, il linguaggio è queHo che è, è 1 i giochi che è per un legame essenziale con la forma di vita: in ,quanto formato in un contesto di vita, ogni linguaggio è in ordine, è :riuscito, va bene così com'è. Leggerei 1in ,questo modo, , s,eooindo la metafora dell'abitabilità (,sentirsi a casa: heimisch fii.hlen) non solo molte proposizioni ,d,el secondo sti le, che suonano come questo aforisma di Zettel: « mi sento a casa mia nell'immagine p:r;esente » 6 , mi sento a casa 1Jra i segni, e quindi non interp reto più; leggeTei così anche la famosa proposizione « solipsistica» ,dell Tractatus « I limiti del mio linguaggio slignifi.cano i limiti del mio mondo» 7 , dove il possessivo insistito mostra un 1 senti.mento di adesione. La mia tesi è dunque che l'immagine del silenzio in Wittgenstein non è legata a un rapporto ,di spaesamento e di estraneità col ,linguaggio: il silenzio non è ca:duta, punto di air:riivo, limite drammatico di un cammino. Semmai il silenzio è in una relazione essenziale, costitutiva con l'o:r;izzonte del linguaggio, ,e lo è nellia forma di limite. L'articolaZJione essenziale del ,silenzio al lingua:ggio può essere detta in questo modo: in genernle, il siilenzio 82
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