Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

diamo semplicemente come· individui, •senza che }a specie, che alberga in noi, vi prenda parte; non possiamo, dunque, est • endere le nostre gioie sensibili •all'universalità, poiché non possiamo fa11e universale il nostro individuo. -Le gioie deUa conoscenza le godiamo ,sernplioemente come specie e in quanto accuratamente allontaniamo ogni traooia dell'individuo dal nostro giudizio; non possiamo, dunque, fare universali •le nostre gioie della ragione, poiché non possiamo escludere le tra,oce dell'individuo dal giudizio degli altr , i, iaHo stesso modo in cui 1e escludiamo dal nostro. Il bello soltanto rnoi g,odiiamo come individui e come specie contempora neamente, cioè come rappresentanti de1lia specie. Il bene sensibile può fare un solo felioe, poiché •si fonda su runa approprfa.zione ,che ,comporta sempre un'•esdusio.ne; ,e quest'uno anche solo unilateralmente può far felice, poiché la personalità nan vi priende parte. Il bene assoluto può far fe1ice unicamente a ,certe condizioni che non · sono universial�ente presupposte; ed inv;em l, a verità è unicamente il premio deH'abnegazione e 'D'ella pum volontà crede unicamente un cuore puro. La bellezza soltanto fa fìeld:oe tutto il mondo ed ogni essere ,dimentica i suoi !,imiti fin quando ,subisce il suo fascino. » {E1, p. 241). Pur confondendo ,a ·tmtti universalità qualitativa e quanti • tativa, univeI1salità ,soggettiva - come, kantianamente, una ,specie di •senso comune (sensus communis), « als di.e notwendige Bedingung der allgerneinen Mitteilbarkeit unserer :Eirkenntnis, we1che in jeder Log1k und jedem Prinzip der Erkenntnisse, das nicht skeptisch ist, vorausgesetzt weriden » (Kritik der Urteilskraft, G, p. 322) (« come ,la condizione necessaria dell'universale comumcahilità della nostra conoscenza, che dev'esserie presupposta in ogni 1ogk'a ed in ogni principio della conoscenza ,che non sia ,soettioo »..G1, p. 84) - e semplice 73

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