Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

duce in questo testo sul rapporto che legava Proust aHa sua malattia. La stessa relazione tra sofferenza, malattia e conoscenza· può essere ritrovata nei più significativi scrittori deH' '800 e dei primi anni del '900. Cfr. a questo proposito, Rena F., Miti e figure del moderno, op. dt., in part. cap. II «Malattie». 36 Romano C., Silenzio e relazione analitica,. in «Rivista di psicoanalisi », n. 2, mag.-agosto 1980, p. 197. n Rilke R.M.,. Elegie Dufrzesi, op. cit., III Elegia. Cfr. anche Rilke R.M. , I quaderni..., op. cit. p, 57: « O madre: o tu l'unica che ha sostituito tutto questo silenzio, una volta, al tempo deH'infanzia. Che lo prende su di sé, dice: non avere paura. sono io. Che a notte fonda ha .il coraggio d'essere questo silenzio per chi ha paura...». Allo stesso modo Proust ricorda le notti deHa ,sua prima infianzia a Combray: «La mia sola consolazione, quando ,salivo per coricarmi, era che -la mamma venisse a darmi un bacio non appena fossi stato a letto» (M. Proust, La strada di Swann, Einaudi, Torino 1967, p. 15). Qui il bacio, assenza di J)'Arnla, diventa •l'esserci di un corpo in grado di dare esistenza. 38 Valéry P., Paesi�, orp. cit., p. 107. 57

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