Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

una « seconda vista» -,, che penetri 1a spaventosa profondità dello speochio. « La verità sta racchiusa nello specchio che è anche un Lago, in quanto compor-ta tutta una dimensione di p:rofondità e oscurità nella quale solo alberga ,la conoscenza » 28 • Il riflesso elimina questa oscurità e La ,falsa , luce che emana distrae dalla oonosoeI12Ja di ,sé. Lo schizofrenico, nel suo , folle terrore di non-essere, « ,si drconda concretamente di specchi neHa propria abitazione, per riaffermarsi nell'immagine proietvata da tutte le pareti, ,prima che queste ,gli diventino trasparenti nel ghigno del nuHa » 29 • E in questo disperato tentativo di ri-trovars , i rende gli altni. speochi. Come Malte, nell'affanno del suo smarrimento, ceroa conforto nelle figure conosciute della cameriera, della « buona Sieversen », de1l'uomo dell'argenteria, implorandole di restituirie la luce al1a sua identità, così lo psicotico, naufragato nell'insopportabile nulla del non�essere, vive 'a prestito ' degli altri, unici garanti deHa sua esistenza. In questa ossessriva dipendenza si instaura il legame perverso con la propria immagine riflessa nei vol , ti�specchio di chi lo affianca, unica fonte pos, sibile di esistenza e definitiva rinuncia iad esistere. Così come Narciso nella propria immagine ha visto l'ultima illusione di vita e l'ineluttJabile :riea:ltà della morte. Lo sgua:rdo dello psicotico rompe lo specchio con la violen:zJa di chi ,sa di non appartenere neppure a quell'illusione. Lo specchio ,gli riconsegna la crudeltà di un corpo�in-frammenti, , rifles·so della sua dissoluzione. Il suo fragile io ,sopporta ·rl peso di una 'verità '. L'immagine spez:zJata contiene, infatti, quell'eccesso di conoscenza impossibile da sost , enere. La sofferenza che ne ,soaturi:sce oostringe , spesso alla ' resa ' e sprofonda in quella disperiata solitudine che solo il « ·tormento e l'orgoglio della conosoenza » 30 ,:riendono abitabile. 49

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