Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

si , asi immagine del mondo reale ma l'immagine di , sé» 24. L',io privato deUa sua , immagine trova dimora nella follia. Lo spaesamento di fronte a un oorpo�senza-riflesi so appare insostenibile. Allo specchio si r , ichiede ancora e dispernta:mente identità. Non ,ritrovarsi in esso precipita nel buio del1a ' ,p erdita di conosoerraa '. « ... (Lo specchio) mi dettò un'immagine, no, w1a realtà di cui fui pervaso contro la mi , a volontà... Fissavo quel grande, ter:riibHe ,sconosciuto dinanzi a me, e mi pareva mostruoso essere ,solo con lui. Ma nell'istante stesso in cui pensavo ciò, giunse l'estremo: persi conosoeMa, semplicemente man- • 25 .oa1» Malte travestito non ,si ri-conosoe e il frngile argine che ,era stato costruito a fartrioa intorno alla sua individua:Lità, '<< ,sono ULD. principiante anche nell'essere me stesso», viene -abbatrtJU.to proprio dal gioco infuntile del mascheramento. Qui ,lo specchio, capovolgendo le parti, pone ,la difforenza. L'immagine riflessa non si ,consegna mai completamente a chi sembra ,appartenere. Ma questa di , sitanza appare mostruosa perché contiene , in sé un momento di ' verità ', u:n eccesso di conoscenza. La conoscenza si perde nell'attimo in cui non si è più in grado di sostenerne il peso. È ±1 momento in cui lo sguardo abbandona la pr.opria indagine e riposa nell'intervaHo della coscienzia 26 • In questa pausa dimora 1a possibilità di riesumare quello ,sguardo opaco ohe sempre ,sii è limH!ato a rappresentare la superfici:e e di riprendere conoscenza attraverso 48

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