Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

Il si 1 lenzio perdente di Narciso e di Agathe si trasforma ·in conoscenza. Il soggetto viene assorbito in una « intensità autistica che 1si •traduce in foasi 1 smozzicate e senza senso, strizzate di occhi, smorfie, espressioni gutturali, bizzarre stereotipie, frammenti gestuali e cinetici» 31 • Ancora intermittenze, dunque, nelle quali sono tuttavia ,presenti 1e molteplici immagini di quel mondo sconosciuto ,e spaventoso che è l'inoonscio. In questo ,1uogo si può ,imparaire a vedere: .« ••• Non so perché tutto penetra in me e non rimane là dove, · prima, aveva fine ,e •svaniva. Ho un luogo interno che non conoscevo. Ora tutto va a finire là. Non so cosa vi accada» 32 • H mistero che lo d:riconda ,non potrà ma:i essere svelato e fenigma che di vo[ta in volta verrà • riproposto non troverà mai una risposta definitiva e risolutrice. In questa continua doerca, lo ,sgua:rido riaoqui , sta .la ,sua capacità di indagare romp· endo }a complicità oon l'immagine i]­ lusorii a. Lo , scarto che si è creato tra l'io e il :suo riflesso è lo stesso che si pone f.aticosamen1:e tra il noto e l'ignoto e nel quale ·risiede appunto '1a possibilità di conoscere e di soff.ri:rie. È quest'ultimo un legame perverso che va comunque mantenuto ·in vita: « ... è megHo essere infelice ma sapere, che essere felice e ... vive1�e da imbecilli», scrivevia Dostoevskij 33 • Indagare questo legame significa entrare in contatto con la 'malattia ' in quanto « figura di una percezione anomala e indescrivibile del mondo» 34 , in quanto spia di quakos1 a che non appare, metafora di un territoirio nascosto. La ' malattia ' dimora :nello ' scarto ' e, attraverso la frammentazione dell'io e della sua immagine, mette in contJatto oom. ,la diversità. 50

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