Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

tutto il clima artistico dei primi deoenni del secolo. La Metafi.sioa, apparentemente tranquilla e cheta, raccoglie in sé tutte le contmddiz: ioni della perdita dell'unità del rapporto quotidiano con il mondo l'immaginazione del diverso, pur senza alterare a prima vista i , rapporti .tra le cose. E solo ad uno sguardo più attento si ,s, ooprono le prospettive incrociate di de Chirico, la a�temporalità di Oarrà, Je realizzazioni ambigue di Savinio, le ossessioni di Morandi. « Vedere ogni cosa, anche l'uomo nella sua qualità di 'cosa '. Questo è :il metodo di Nietzsche. », dirà de Chirico. L'attenzione alle cose ovdinarie della vita, degli oggetti diventati invisibili con l'abitudine, l'immobilità che crea l'attesa, fanno dei quadri metafisici un punto di riferimento per un atteggiamento che va ben oltre le spiegazioni definitorie. Nel .libro sono riportate lettere e cartoline postal , i di de Chirico, Oarrà, Savinio, Papini, Gemma de Chirico, ii n una attenta analisi di una corrispondenza, pressoché inedita, che fanno del libro, insieme ai saggi sugli autori e ,alle considerazioni' teoriche, sulla capacità di ricevcarne le radici, un documento di ,eooezionale importanza per comprendere « le Metafisiche». L'estrema ,intellettualizzazione degli artisti metafisici, fa sì che non sia fa razionalità a dare risposta alla perduta totalità, è .la· coscienza infelice che emerge, infelice pel'ché problematica. Da Vico a Papini, da Nietzsche a Schopenhauer, Calvesi traooia tutte le coordinate per una lettum, che per quanto possibile individua « l'enigma» della Metafisica. Francesca Alfano MiJglietti 199

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