Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

stico che germina 1'1idea « del gruppo», l'identificazione della Metafisica con lui. Carrà, già attraversata l'esperienza del Futurismo, con Soffici e Papini costituisce la Metafisica come movimento. Ritrova nella Metafiisica l'idea dell'atteggiamento aggregativo ·tipico delle avanguardie. Nietzsche e Schopenhauer, le fonti più citate, determinano il particolare rapporto che de Chir,ico pone tra lui e le cose, tra Jui e la realtà che lo circonda; e già nel primo dipinto « L'enigma di un pomeriggio d'autunno», del 1910, l'utilizzo di parole come enigma, mistero, silenzio. Un citare, un accostarsi ad un pensiero negativo che pervade anche le sue opere; la Metafisica di de Chirico è« immune da ogni colore ,e dolore». Per de Chirico l'enigma è 1insolubile e l'impossibilità di riconoscere senso al mondo e alla vita, pervade anche l'iconologia delle sue oper , e. La Metafisica di Carrà è autobiografica e consolatoria, pervasa da una trascendenza, ,che si contrappone al mistero di de Chiriico. Calvesi intravvede, nel libro, le due fondamentali differenze, soprattutto intimistiche, della Metafisica, che di fatto non può essere , ridotta a movimento. La sua ricerca, il suo metodo ha percorso e percorre gli autori •e le linee che hanno di fatto determinato quella definita l'eredità delle Avanguardie Storiche. I ·suoi ,scr,itti offrono l'opportunità di comprendere il fenomeno dell'arte con un rigore critico e con una ricerca dei motivi che ,sono quelli che determinano l'individualità di un artista. La demarcazione a volte logicamente netta a volte dialetticamente intrecciata delle istan:re che Calvesi intravvede negli autori della Metafisica, danno modo di accostare il problema in tutta la ,sua complessità. Complessità di un movimento che, per le sue iimplicazioni, teoriche, ,e per i suoi modelli formali, si pone in modo trasversale rispetto alle sicurezze (reali o presunte) di 198

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