fondo». Così ,strettamente Proust aHaocia la sua scrittura al testo che sta commentando, quasi appoggiandola ad esso, che a volte è difficile , riconoscere i due tr- acciati. E a conclusioni non tanto dissimili approda la riflessione di ViI'ginia Woolf ,sulla lettura. In un suo saggio, uno dei tanti dedicati a questo tema, -ella si chiede: « Come si dovrebbe leggere un libro?», e si ca:pisce che tutta la sua anahsi è in funzione di quel lettore ideale che è1 a sua volta scriittore e critico di , 1ettemtura; egli sarebbe una sorta di ,supremo raffinamento, risultato da una selezione da infiniti atti di lettum, del common reader: quel lettore « comune» che, « irn spirito di libertà e ,indipendenza», legge un libro dopo l'altro e se ne lasoia « storoere e ,sradicare», e fugge, perduto, « attorno alla foro orbita». Egli a poco a poco « impara attraverso il sentimento» ,a paragonare i libri fra loro e a mettere ordine fra le proprie percezioni, finché un bel giorno con mano tremainte incominoia lui stesso a · scriverie. Ma, per questo, ,deve ·continuare a leggere: deve pronunciare la formula magica per essere, come Alì Babà, ladro :di cose rubate, e calarsi nel più profondo di , se stesso. Una lettura, dove a contare non è tanto il significato delle parole; non ciò che esse significano, ma come esse significano: periché lì , all'interno di quel come, essa si apre lo ,spazio per divenire a sua voltia scrittura. Più che di una ·semantica, si potrebbe forse parlare di una retorica, della lettura, ,che libera la critica dall'ingrata fatioa della parafrasi ,e deHa descrizione: e in pochi oasi questa fatica è schiviata con tanta grazia e illuminazione come da Proust e dalla Woolf. Oerto, è :questo U[l modello di lettura che ignora il concetto di informazfone, che non ha niente a che vedere con 1'1apprendimento di nozioni, né di tecniche, né di saperi speciailistici; piuttosto è esso stesso una teonica, ed è esibito come tale: una scri1tura-lettura che comporta un continuo allonta193
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