Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

Caratteristiioa di qualsiasi formazione allegorica, lo sappiamo, è di dire altro da ciò che essa dice in apparenza. Ma così definita l'allegorfa potrebbe ancora essere confusa con modi linguistici che .svolgono la stessa funzione, ma in flessioni diverse; l'ironia, per esempio. Occorrerà di ! re allora che mentre nella battuta :ironica la frase che allude al senso secondo, ironico, mantiene purtuttavia alla superficie il senso primo 'innocente ', nell'al1egoria al contrario si ha una sola chiave di lettura possibile in cui essa aoquisisoe il .suo senso proprio. Come un geroglifico, essa significa solo per colui che conosoe il ,codice partkolare che compone i suoi elementi, e che tuttavia non è dato negli elementi stessi. L'allegoria nella sua versione pre-modema costituisce pe:rciò un regime del significato occulto, gnomico, in senso stretto supplementare rispetto al medium che lo veicola. Uallegoresi è quindi la pratica significante in cui vi è, massima itensione tra segno ,e significato. Non è senz'altro sorprendente che ,la contrapposizione cristiana di anima e corpo corrisponda perfettamente alla separaziOllJ.e di significato spirituale e medium corporeo nell'aHegoda. Nella costellazione ermeneutica della cristianità l'allegoria oocupa un posto di ;rilevanza proprio per la libertà rispetto alla lettera del testo sacro ohe essa permette. Ma è proprio tale ,libertà interpretativa che mostra la contraddittorietà tra allegoria e senso dottrinale. L'allegoria è 1 sempre sul punto di , rovsesciar,si da traduzione ieratica di una verità dottrinale a tentativo di penetrare il piano occulto della Sophia divma; ed è per limitare tale pericolosa libertà d'interpretazione, di cui i commenti biblici della gnosi ci danno ll.l1l esempio, che la chiesa delle origini ,dovette afferma.Te la canonicità giudiziale dell'atto ermeneutico. Lo statuto della prntica aHegorica non rimane ovviamente Io stesso a •seconda se il significato che es, sa 177

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