Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

sformazione di AMOR nascosto ne ·« i-A M0R-te ». La fine del testo riconduce al suo inizio, 1a morte, che per questo motivo è perenne. Ora , si comprende perché !il poeta 1a tolleri e la cerchi: essa ha in sé quel doppio speculare, contraddittorio, che, oelato al sistema lessicale, la rende ,partecipe della trasfo11mazione nel suo opposto. Poiché è questo amore che viene così accuratamente celato, rilevabile solo come traccia di un limite, ciò sta ad indicare quanto la mente abbia difficoltà a proporlo nel linguaggio. Il sistema semantico che gli è proprio viene nascosto dall'ombra della notte, periché la morte lo protegga. È così la morte che alimenta amore, e ne è traocia appunto il ,fuoco rosso, visibile solo nella notte. Dove però questo sistema semantico realmente si dispiega, non nel sistema lessioal , e, ma in quello intralessicale, e in quello assai astratto di una logica percettiva, l'autoaocoppiamento ,del ,soggetto (DIVENTO perenne) è più contemplativo, ed enumera le qualità della morte strettamente fuse con quelle della vita, come una delle forme « perfette» della J1ealtà. L'alto può essere uguale al basso, la luoe al buio. Non si può neanche dire che, in questo caso, il ,soggetto ,sia nel luogo astratto dell'equidistanza. Semplicemente aocade che i contrari qui « divengano» essendo obbligati a ciò dalla loro forma (come dioe il poeta), che li inscrive nel tempo: prima, però, 1a ·mente appare estrarli in assenza del :tempo, e quindi indipendentemente dal loro divenire. Essi peI1Ciò appaiono divenire per il poeta che li trascrive, mentre il poeta che si osserva appare pensarli mentre essi « non divengono». Questi brevi esempi mostrano a quali livelli di specifidtà logica può arrivare l'anagramma. Contemporaneamente l'astrazione pernettiva di questi testi illumina sulla rìochezza di immagini cui il linguaggio rinvia. Va171

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