Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

notte J>I VEtl'T'O J'eNrtne ( DIVEN'l'O PETIElll'E )--·--·-····--------- ----· 1 • ood, dl vipora� lo d\.eaao cranio I.> MORTE °oiil-'rE favUh. chtt feni1e le C&!lcate di sangue e di tenebre e1 ftstinguo ee non prende la tua. F-O�A \ .. 11 pereorco tormlna do•e \ 11 boaco e.,�lReo nttlla. tua OJ01l -... TI\Orta•f'lne --• amor •v1 ta,•1n 1:io ] - f1ne•ln1sio ' .\ . . coda• te:,tl\ -rine•1nh:1o - C) - - 1 ctcUcttl l = i 1· -<'"� ascc e&•:Ueoee a. - c l cUco nc.,11 . . roaeo•nero m etafon · · notte� g1om -(c!cHcHà) evan1ace ORMA ... �OP.--LA r.ORTE•f11'1e ... nott.:, - - ·r1na .... irll c·c· 1�-f� .l]_t.!.� vita, e 'la ,stessa morte. Il sole notturno, evocato dal cerchio ;della serpe, diventa il fuoco, debolissimo, di una favilla, « che fende le cascate di sangue e di tenebre ». Mentre essa sale come lrOsso-luce, il rosso (il sangue) e il buio scendono. Che si tratti di fuoco nell'aria (la favilla) o di fuoco liquido (il sangue), questa attribuzione semica comune su un rosso occulto rende implicita la continuità dell'ascesa nella discesa. La serpe nera della notte, che prima giaceva nel piano orizzontale, ora lentamente, nel rosso che sale e scende, ruota nello spazio, dive nendo la metafora del sole che si abba , ssa e si innalza. Giustamente questa favilla ros , sa annulla la morte se ha« la forma» del cerchio perfetto. Là dove il rischio dell'arresto è massimo, l'uscita dal bosco dove la notte è già eterna, è un anagramma che ripropone la ciclicità. Il pericorso svanisce dove è l'orma della figura femminile: la fine si converte in una traccia, che implica continuazione, ricerca. Questa ricerca è, oome ORMA, la tra170

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