Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

che si ottenebra. Ma questo sole, che abbiamo già visto raffigurato come ,sole-cobra, ora permane, celato, dietro la figura di una vii.pera: 6 In questa notte di vento perenne la morte ha coda di vipera, lo stesso cranio triangolare; con ali neI1e sigilla gli oochi. La favilla che fonde le cascate di ,sangue e ,di tenebra si estingue se non prende la tua forma. Il percorso termina là dove 1H bosco svanisce nella tua orma. Questo testo ar · resta 1a serie de La Magdeleine sottintendendo un contenuto ciclico, che an nulla questa fine mediante un semplice anagramma, come vedremo, che ha come ,scopo la nascita stessa dell'amore dalla morte, e quindi il giorno dalla notte oon cui il testo esordisce. La ciclicità ha origine dal vento, di cui il soggetto. si appropI1ia nascostamente nel « DI-VENTO perenne », il « divenire ·peI1enne » con cui ,si confronta con la morte. Questa morte è appunto quel sole originario, ottenuto come oerchio da un anello: lo fo:rima l'identità tra capo e coda della vipera, uno attributo dell'altro (coda di vipera, lo stesso cranio). La .fusione dii inizio e fine origina peI1ciò dalla perennità, così come la notte, che è l'estremo buio del ciclo diurno, si ricongiunge con ,il suo inizio di luce. Ma si osservi come con elegan2ia la cididtà si moltiplica da quell'esordio misterioso, la notte fatta d'aria continuamente in movimento, che ha come oggetto del moto l'eternità dello stesso soggetto: Il buio e la fine portano dapprima la morte a divenire essa stessa cidica: « 1-A MOR-te » include in sè AMOR-e e peI1ciò la vita. Nasoe una serpe alata, che si chiude sul ,suo inizio, e che ora peI1sonifica il vento e la 169

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