Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

radici sono gli stes,si ,suoi capelli, nel cui nero si oscura il ,sole (s-CHIOMA :radici in cui il grande sole di sangue e di pelo si ottenebra). Così una figura femminile, il suo corpo (il suo volto) ,silenziosamente osservato, si rivela:no il luogo della visione celeste, che può nascondere, dapprima (o contemporaneamente), la grandezza del sole nel sottobosco immaginario di una chioma: il rossosangue di quel ,sole rivela la sua fotta con le tenebre, e quindi con la figura femminile. Perciò il nero e i , l rosso in basso si contrappongono all'azzurro e al giallo in alto, dov,e la lotta di un respiro femminile ,si è fatta ,silenzio, ed in cui il ,sole risplende nell'unico indizio «l'apice del cielo do." mimosa», il cielo-fiore .finai lmente originato dal fiume che è «sbocciato». La natura misteriosa di questo dialogo cromatico ha, si può pensar , e, la ,sua origine dal nero che si annulla progettrando luce nello spazio, e che ha nel capo di una donna il centro, che chiude in sé il sole. Il nascosto referente di questo , sole è allora un fuoco nel buio, come ·rivela il verbo «appiccano». I FIUMI che sbocciano in ,questo , sottobosco di capelli sono quindi i FUMI che rinviano all'appiccare del fuoco rosso e alla rloro ascesa nel cielo, in alto: è il griigio dei fumi il vero «azzurro aereo» che dà luogo ad un cielo d'onice. Da questa sotti'le div-arioazione percettivo-linguistica si propaga la natura di un respiro che porta luoe ,e buio, come segno della fusione iniziale di più oggetti, ed il cui destino di appagamento nella solarità ruota nascostamente, nel variegarni di un grigio, attorno al silenzio. Se ora esaJID1ru.amo l'ultima de La Magdeleine possiamo v-edere come questo ,silenzioso fuoco, presentificato nel testo precedente solo da «appiccano», ora produce una faVliHa che .fende le cascate, e quindi sale in alto, riproponendo in «cascate di sangue e di tenebre» la traccia odginaria di questo «grande sole di ,sangue» 168

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