Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

mia non vorrà •soltanto dire evidenziare le convenientiae del discoriso ermetico ,su una possibile metapsicologia ma vorrà anche ,dire immettersi in quel di!scorno, par1are quel disoorno; nella tradizione ermetica, difatti, il solo interpretare equivale già a1d operare (colui che comprende, l'iniziato, è immediatamente il soggetto dell'opera). A dispetto, però, -di questa « sapienza automatica » (ma per allargare i oonfini della comprensione), mi limiterò a tentare un primo e generale -livello d',analisd ., prendendo in esame tre concetti fondamentali dell'ermetismo medioevale (i testi scelti vanno dal XII al XIV secolo - ma ho adoperato anche quei testi precedenti che facevano parte del bagaglio di conoscenze degli akhimd.sti di quel periodo): inclinatio (influsso astrale sui corpi), fortuna e ratio. A causa della ,selva criptica nella quale i , l più delle volte interrompono le propri.e ,striade i più autorevoli testimoni della tradizione ermetica, dovrò infine ,scusarmi se qua1che volta il discoriso apparirà privo di pause e pertanto compresso. Per essersi offerto come interlocutore di molte delle problematiche affrontate, i m1e1 ringraziamenti e la mia rioonoscenza vanno a Maroello F�ixione. l. Ercole al bivio. Tutto ciò che anima un corpo è l'effotto di una spinta. Ciò che pellit è sottoposto ad un principio di movimento; se il movimento risulta opzionale o, una volta dato, passibile di per lo meno due direzi()[lalità, tale principio è moonosduto in un arbitrio. Ma oooorre precisare. Si può valutare l'arbitrio a scelta avvenuta e considerare ciò che s'è ,scartato come l'inalienabile ma impraticab1J.e paradosso ,dell'ombra della scelta effettuata: sulla ypsilon pitagorica percorsa da Eracle vi è un segnale 101

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