l’ordine civile - anno II - n. 21 - 1 novembre 1960

bi LETTERATURA .E COSTUlVI Le prediche di Savonarola L'edizione nazionale delle opere di Girolamo Savonarola, a cura dell'edito– re Belardetti di Roma e per merito 9-el compianto Padre Dominicano Vincen– zo Ghiaroni e del Ma,rchese Roberto Ridolfi, procede ottimamente e i volu– mi si vanno via via allineando uno ac– canto all'altro. Delle ·prediche ne so– no usciti sei, due per le prediche su Giobbe, due per le prediche su Eze– chiele, due per queHe sull'Esodo. Esa– minandole, si ha una visione chiara, fuori da ogni polemica preconcetta, per quanto erudita, di quella che fu la vi– ta e la morte, e di quelle che sono le prospettive di gloria del grande difen.– sore dei diritti di Dio all'alba dei tem– pi moderni. 11 1494 fo per Firemo;e un anno flf. moso. Carlo VIII, Re dei Y.rancesi, era sceso in Italia. Savonarola aveva salvà– to Firenze dal sacco deHo straniero e dalla guerra civile. La .sua arma era stata la predicazione e la sua forza l'esempio personale. Il Machiavelli, il Gianotti, ·il Guicciardini, ri,cono– scono unanimi la grandezza e il me– rito di Savonarola. Ma l'umana in– sòfferenza e· l'ingratitudine che l'ac– compagna, non si fecero attendere. Sa– vonarola si· trovò a dovere fronteggia– re le prime calunnie e i primi intrighi locali che andavano ramificandosi tra i fuorusciti, fino a interessare la •Curia romana. Savonarola aveva fatto propo– sito di chiudersi nel silenzio, ma tanto brigarono i Lucchesi, vogliosi di inten– dere il « grandissimo uomo », che riu– scirono a ottenere un lbreve del Papa che ordinava a Savonarola di predica– re la quaresima del 1495 a Lucca. Ciò ottenuto, fu facile ai Fiorentini di far spostare il Predicatore a Firenze, e co– sì, il l O marzo, Savonarola saliva il pul– pito di Santa l\.'laria del Fiore, inizian– do un ciclo di 47 prediche, fino al 24 aprile. Il soggetto scelto era Giobbe, per illustrare al popolo la tipica figu– ra biblica della pazienza e della fidu– cia in Dio tra le più sconcertanti con~ tradizioni della vita. Sono ,questi gli anni d'oro di .Savo– narola, e la precision'e della sua dot– trina, la irriducibile fermezza nell'af– frontare i nemici dela verità e del be– ne comune, la rièchezza dell'informa– zione bi.blica, patristric·a e tomistica, appaiono •qui, còme rnelle p·reced·enti prediche ( edite dalla Nuova Italia di . Firenze nel 1935), in •modo impres- sionante. 1 I • ·1 Manca la predica 29, tenuta per 1 giorno· dell'Annunciazione, e che fu la prima ad essere stampata e diffusa in Italia con incredibile successo. In esse Savonarola dà conto di un suo rapi– mento ai pie,di del trono di Maria, in qualità di Ambasciatore dei Fiorentini e degli Italiani, e il testo fu poi inseri- • to nell'opuscolo « Il compendio delle· reveÌazi~ni », uscito alla fine di quello stesso anno, e nel quale il Savonarola risponde a tutte le obiezioni ( in nume– ro di trentatre) che allora si facevano, come ancora oggi si fanno, al suo ope– rato. Bisogna tenere presente questo fatto che ,getta sulle prediche di •que– sto ciclo e ·sull'azione di .cui esse si fìm– no portavo-ce, una luce mariana com– movente e rasserenante. Le prediche sri Giobbe, come tutte quelle del Savonarola, sono di indi– spensabile lettura per chiunque voglia ragionare intorno alla question•e ..savo– naroliana ; e sono altresì -consigliabili a chi è addetto al sacrO' mini,stero della parola di Dio, ministero che ha nel Savonarola - come riconosce il Gal– letti, massimo storico dell'eloquenza sacra - il più grande r~ppresentante nei mille anni che intercorrono tra la caduta dell'Impero Romano e 'l'alba dei tempi moderni. Nel 1482, Pico della Mirandola co– nobbe Savonarola al Capitolo dei Do– meni,cani del Nord Italia, tenutosi a Reggio Emilia, quando il Ferrarese era giovane professore di teologia. Ne fu straordinariamente ·colpito e ne riferì al suo signore Lorenzo il Magnifico il quale, attraverso la Santa Sede, ne ot• - tenne il trasferimento a Firenze. ,Qui stabili.tosi, il Savonarola ,si rese progres– sivamente conto che quella era l'Ate– ne dei tempi moderni, e ·comprese che li era il luog6 destinatogli dalla Prov• videnza per bandire il suo profetico messaggio cl.i ripresa religiosa all'anti– ca e di instaurazione ,di un ordine ci– vile ammodernato. Ne venne, •come lo– gica conseguenza, di cercare l'autono– mia dei conventi domenicani di Tosca– na e, non senza un'abile - mossa del ·Cardinale Caraffa, Savonarola ottenne la •costituzione della Congregazione Domenicana di S. Marco di cui egli fu il primo Superiore e Fondatore. I suoi nemici acerrimi - i tiepidi (•come ·egli li apostrofa, con la. parola dettata da Gesù a S. Giovanni nell'Apocalisse) e i neo pagani ( come egli li individua esattamente per i secoli venturi) - ca– pivano c'he s~ gli avessero tolto quel piedistallo, fo avrebbero buttato à ter– ra. E infatti, con la fro·de e con l'ingan. no riuscirono ad avere un decréto •della Santa Sede che sopprimeva la ,Congre– gazione di S. Marco, pena la scomuni– ca per •chiunque vi si foss-e opposto. Le prediche su Ez,echiele prendono motivo da questo grave e dedsivò èpi– so,dio accaduto nel novembre· del 1496-, e occuperanno il tempo che va dall'Av– V'tmto di quell'anno all'Ascensione del 1497. Savonarola si sente come il pro– feta Ezechiele deportato' in Babilonia, dove gli àrriva la notizia della distru– zione di Gerusalemme e del tempio, e il Signore lo ispira a confOI"to del Po~ polo Eletto. Savonarola sostiene aper– tamente -il diritto dei Frati e ritenere invalido il breve estorto con perfi,da manovra esclusivaniente contro la sua persona. Così egli continua, con inau– dito coraggio, la lotta intrapresa con– tro « i ceca ti popoli d'Italia », fattisi nemici di Dio e della Chiesa di Cristo, allineando ben 53 prediche monoliti– che, ',di una ricchezza teologica, filoso– fica e canonica incomparabile. Lo stile è limpido, adusato alla severa discipli– na scolastica e, per quanto incande– scente, di una esattezza dottrinale c·he non è mai stata smentita nei se.coli nè dal severo esame fattone dalla Sacra Congregazione d-ell'lndice che nel 1558 ne confermò ufficialmente la pe:rfotta ortodossia. Oggi, una prndicaziÒne con– simile non sarebbe più concepibile - come ,d'altronde quella di un Segner o di un Bossuet - non fosse che per la lunghezza del testo. Ma rimane la sostanza di un ,pensiero e di un ideale validissimi per il nostro tempo, nel senso che i principi ,della Fede e della sana Ragione vengono portati dal Sa– vonarola ad arroventarsi nel contatto · con la Storia, intuita nella 'Sua reàltà effettuale non meno acutamente di Ma– chiavelli. Il caso personale è solo un'oc– casione che porta Savonarola ad affron– tare la crisi della rinascenza ohe, nei suoi principi di bene, entusiasticamen– te asseriti da Lui, e nei suoi principi di male, da Lui implacabilmente martel– lati, costituiscono tuttavia la problema– tica della seconda metà del secolo ven– tesimo. Savonarola sa che la lotta da Lui in– gaggiata contro i, nemici deHa Fede volgerà ben presto al t•ermine, e che il Popolo cristiano dovrà sottrarsi al neo– paganesimo come il Popolo ebraico si sottrasse al giogo deglLEgiziani farao– nici. Perciò .Savonarola, riprendendo la predicazione nonostante la scomunica, dopo avere osservato un silenzio di mezzo anno per non scandalizzare i pusilli, sceglie come tema il Ebro del– l'Esodo per la quaresima del 1498, l'ul– timo della sua vita terre-na. Le prime prediche di quest'ultimo ciclo, sono una spiegazione del suo atteggiamento . e la dimostrazione dell'invalidità delle disposizioni ponti,fìcie che lo riguarda– no, perchè fatte « sotto il banco » dai nemici che la Storia a,ddida nella ·figu– ra principale di Cesare Borgia, P.Eroe di Machiavelli. Chiarita la sua posizio- •

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