l’ordine civile - anno II - n. 14 - 15 luglio 1960

pag. U sistema ,capitalista significhi che .il ·pro• letariato dei paesi capitalisti deve -ab– bandonare la lotta di .classe e mettersi a "collabo·rare pacific-amente" con i ca– pitalisti. -D'altro canto i revisionisti han– n-o contra,p1posto la lott-a ,per la _pace mondiale al movimento per l'indipen– denza nazionale, la ,demo-crazia e l'abo– lizione dell'oppressione imperialista. Così .facendo essi hanno deformato jl si;gnificato ·dell-a coesistenza •pacifica tra i due blocchi affermando che. l'op• presso e !'-oppressore possono vivere in "genuina collaborazione". Partendo d·a questo ·punto di vista, i revisionisti con– siderano la simpatia e l',a.ppoggio delle nazioni sociaHste alla lotta de_i po·poli coloniali e del proletariato ,dei paesi capitali-sti come un ostacolo alla pace ed ,alla ·coesistenza pacifica ». Tuttavia Wu Tsiang ammette ohe « abbiamo bisogno della pace e della coesistenz·a pacifica. Il problema è que– sto : con che metodo e con quali forze si può giungere aUa ,pace? Dohbiamo aver fede nei ,popoli o nell'imperia– liSllilo? ». « L'imperi-aHsmo -- ha dichia– rato il compagno Mao Tse-Tung - è vizio.so . Fino alla loro •scomparsa i ca– pitalisti non abbandoneranno il coltello da ·macellaio, e non diventeranno mai ,dei Buddha ». Basta V1e,dere, afferma Wu Tsiang, la politica piratesca di 1 Ei– senhower, che viene definito, dagli oc– cidentali, tuttavia, « un amante della pace ». Wu Tsiang ricorda l'episodio dell'U-2, « l'incrementata espansione militare ed i ,preparativi di guerra » de– gli Stati Uniti: « E' impossibile spera-· re di ipersuadere ,gli imperialisti a di– venire "liuoni di cuore" e farli pentire; l'unico modo ,è •di rafforzarsi e com– batter.li >>. E a questo •punto l'articolista cinese cerca •conferma .in Lippmann stesso, da cui cita: « Benchè ii;li Stati Uniti siano riusciti a stabilire basi militari in ter– ritori stranieri _ed a concludere numero– se alleanz~, ,tutto ciò non ha ,affatto pro-vocato. la reazione attesa dall' Ame– rica. Siamo in!atti divenuti, con nostra grande sorpresa, sempre •più iimpo·po-la– ri; più armi e dollari, e personale noi inviamo, p.ÌÙ le masse popolari e gli intellettuali che le guidano diventava– no neùt raHsti ed antiameri,cani >>. Wu Tsianl!,' conclude infine ancora con_ le pa•roJe di Lippmann il quale • « ammonisce che il rifiuto di guard·are all'intera verità e di -abbandonare -la vecchia -scorretta_ politica causerà aidi Stati U~iti "nuovi turbamenti", •poichè la posizione americana nell'estremo oriente si va ·sgretolando">>. La polemi•ca, pur nelle sue· rigide li– nee dottrinarie, ci è parsa intetessartte; ci ha •chiarito, se •ce n'era bisogno, i,I concetto di coesistenza pacifica secon– do i comunisti ( che la intendono come svilupoo ed anpoggio ai focolai nazio– nali ,di rivolta); ma ci ha anche con– formato la _necessità, da parte o-cciden– tale, di non prestare il fianco alle 'Pre– veidibili manovre, pro.pag-andistiche • e non solo tali, dèi comunisti. I recentis– simi avvenii.roènti· italiani ins'egnano. l'ardine civile L'IMPASSE ..FISCALE - Sono di turno sul tavolo dellè discus– sioni comunitarie europee ,i problemì rigifardanti la politica fiscale dei sei P.aesi assooiati. A Pari·gi poche settimane fa è stata i,nsediata la Cmnmissione di studi fi– scali creata in seno al Conse,il des Fe– demtio.ns Commerciai.es d'Europe. Le - relaziowi e gli interventi hanno sopr,at. tutto ,riguardato gli aspetti più impor– tanti ed urgenti dell'armonizzazione in materia di ,imposte sugli affari, di im– poste erariali sui consumi ed hanno particolarmente toccato la questione dei r-is-torni all'esportazionè. S( è, •infine, parlato, su proposta francese, di dare il via ai lavor-i per l'armonizzazione d~i sistemi delZe imposte dirette. _ Siamo nel campo degli sctÌ,nbi d'idee, ·che, pur promettendo, came o·gni esper– to ed ogni aperatore si ,augura, interes– santi e concreti sv-iluppi normàtivi, non hanno puriroppo ancora perm-esso di imboccare in senso rassicurante la giu– sta strada _della soluzione integrativa. Anche le riunioni dell'll e 12 luglio a Villa d'Es.te di Tivoli fra i -Ministri finanzia-,,i della, Co-munità Europea non hanno fatto registrare progressi di con- • siderevole portata. Si è parlato, duran– te le ultime consultazioni trimestrali, del solito tema dell'a-,,monizzazione dei svsìemi fiscali, prev-isto dall'art. 99 del Trattato, dei problemi tecnici connessi a.lla prossima· entrat.a in vigore della ta– riffa esterna comune, nonchè si è aper– ta un,a vivace discussiowe sulla situa– zione congiunturale generale e partico– lare e sulle conseguenze effettuali di essa nei riguar,di dell'assetto tributario dei sei Paesi. In queste riunioni a livello rico,rrono con esuberanza, con ottimismo, con re– cÌ<prova accondiscendenza le parole ,ar– moniziazionè, integrazione, acce.lerazio• ne e quelle di significato •analogo : esse ben denunciano i propo•sit.i e le attese dei responsabili dei vari Stati in seno agli organi istitutivi delZa Comunità, ma no.n ·sono suflic-ienti, per una sorta di vischiosità realizzaf!iva, a traJdurre le numerose istJa.nzein dinamiche ed ap– propriate i-ego-lamentazioni. • Vi è indubiba,mente alla base qi tale s,fasatura fra quel che s,i dice e si pro– spetta e que.Z-che si realizza, e .~i appli– ca un'obiettiva giustifioazione che won può essere ignorata. In realtà, all'atto _ delha ,firma :del Trattato,· nel 1957, po· teva sembrare pers.ino utopistica l'idea dell'-integrazione, esposta attraverso le centinaia di articoli costituenti il tes– suto de.Z Trattato stesso. Le condizioni economiche dei sei Paesi partecipanti al Mercaf!o Comune -apparivano troppo differenziate perchè si potesse ritenere facile, agevole e vantaggioso l'a-llinea– mente ..della struttura econo,mico-finan· ziaria dei vari Paesi, senza il rischio e l'eventuJcili;t/J; di veder peggio-,,ata, di ri. di GIACINTO GINDRE flesso, la situazione di qualcuno di essi. La ·sottil-e considerazione del List, se– condo ,la qwale ,il libero scambio è rea– -lizzabile • soltanto fra nazioni che abbia– no lo -stesso grado di sviluppo economi– co e che possano competere ~ parità di condizioni, r,i•conf ermava retrospettiva– mente le preoccupazioni di quanti non- si limitavano ad interpretare le so– ~e pr.ospettive favorevoli ed incorag– gianti dell',integraz·wne, ma r.itenevano invece doveroso soff erma·rsi a valutare il rovescio ·della medaglia e cioè la nu– merosa casistica ·di rischi particolar.i e generali emergenti dalla fretta e dalla eventuale superficialità nella stesura e nell'appUcazio,ne delle clausole del Trattato. Occorre .anc/J)e ,dire, d'·altra parte, che le grandi realizzazioni, specialmente se proiettate i.n sfere di importanza stori– va, -non possono nè de-vono segnare il passo dinanzi a consi.derazioni- di inte· resse spiccatamente particolare o setto– riiale : in tali circostanze è necessario ammettere ed accettare il sacrificio di a.lcuni interessi· particoiari per facilita– re l'assestamento dei programmi di sin– tesa generàle. Questo principio, però, non bas-ta •à giustificare le linee diret– trici di un .-prognamma che tende a so– vrappors.i' alle ·s-ituazioni ed alle tenden- • ze roazionali. Esso deve trovare' il pro·; prio confor.to nella rec_iproca buona vo· lontà ·delle parti, nell'equa disamina delle rispetiive posizioni, neUa giusta ed obiettiva valutazione delle esigenze indisp'ensabili di ogni gruppo prècosti– tuito, attraverso una graduatoria serra– ta ed inalterabile di precedenze da ri- . spettare ed anche da difendere ad ol– tr,anza. Ma, ad onta di queste consider.azioni, i problemi comunitari, compresi que.lli fiscali, diventano discutibili e spesso in- /' solubi.li, perchè il Trattato non ha po– tuto pr.evederli e disciplinarli compiu– tamente. Infatti, ogni articolo del Trat– tato contiene la salda, decisa enuncia– zione -di un prin,cipio, che trova però automaticamente ed immediatamente la sua mutilazione sia nella cornice gene- ' rica -dello stessò Trattato ~ia nei para– grafi o negli articoli che lo completano. Non è esagerato affermare che nell'im– postazione di questo storico documento riguar~ante il Mercato Comune è faci– le ravv,isare un mosaico di 'discordanti interessi composti unitariamente in una precaria sintesi di consensi. Alla stregua· di considerazioni del ge– nere, che possono es-sere ignorate sol– tanto da irresponsabili o semplicistici atteggiamenti di superficia.lità, risalta l'importanza delle proposte presentate e dell'azione condotta dai rappresentan– ti dei singoli Stati membri e del mini– mo comun denominatore di franchezza e di buowa volontà attrave~so il quale la divergenza, spesso necessar-ia, dèlle

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