l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

b I partiti, potere senza legge I Da molto tempo la parabola cristiana ammonisce co-loro che hanno un trave nell'occhio destro a non cercare la pa– gEuzza nell'ailtrui. E di ,ammonimenti e consigli consimili è piena la letteratura popolare delle favole e dei proverbi. Ma tant'é. La .gente dei partiti reagisce come chi cc ha la coda di paglia » ( tanto per dar-e r•agione ad un altro detto popolare) e loro, gli unici veri antidemocratici di fatto della situazione italiana, accusano -noi di antidemocraticità di propositi e di intenzioni. Loro che da ,quandici anni violano -coi fatti tutte le regole della domecrazia e governano oligarchicamente il pa-ese, loro accusano noi, le ( per così dire) vittime, di spi– rito liberticida. ,E perché? Perché abbiamo protestato contro il loro regime. Staremmo per dire, perché abbiamo tent,ato di cc ragionare un po' >> sul -loro regime. Come nella città di Aristofane, dove chi tentava di -appartarsi un poco per pen– sare con la ,sua testa, era subito aocusato dai demagoghi di essere nemico del popolo e liberticida. Noto subito, peraltro, che sarehbe un errore imperdona– bile accettare la tesi della ,incomunicabilità e abbandonarsi -al gioco della polemica, satireggiando letterariamente la inc11e– dibile degenerabi,lità delle istituzioni -e delle lotte politiche, o proseguendo l'attacco con umori rivoluzionari. Niente è più pericoloso, in un Paese con la nostra storia, della divi– sione na:t:ionale in termini di bianco e di nero di democra– zia e -antidemocrazi_a, di fascismo e antifasci,smo. Si deve cre– dere fermamente che il dibattito possa risolvere in part,e dis– sensi ·e contrasti che 61.eltutto razionali non sono. Per timore delle certezze asso•lute e orgogliose, causa in politica di isolamenti contrapposti -e di intoUeranze perico– lose, •queste si, alla libertà stessa, dobbiamo dunque ripren– dere il discorso circa i partiti, cercando un linguaggio che possa suonare più congeniale ai nostri interlocutori. * * * Ho detto che i partiti violano tutte le regole della demo– cr, az.ia : ma per prima cosa, aggiungo, essi violano la lettera stessa della carta costituzionale .. Mi sem·bra evid·ente che lo articolo principale, per questo riguardo, sia l'artiCO'lo 49 che dice: cc Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi libera– mente in partiti per concorrere con metodo democratico a det-erminare l,a politica na:tional,e ». • E subito poi va ricordato l'articolo 2: cc La legge ricono– sce ,e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, si'a come sin– golo, sia nelle formazioni sociali ov-e si svo•lg-e 1a sua per– sona1lità ». Con questo ultimo articolo, i padri della patria repubbli– c,ana intendevano di certo riferirsi pri1icipa-lmente alle asso– ciazioni tra tutte le più importanti, i partiti che, •per l'ap– punto, formano 1a politioa nazionale. Ehhene, ,in qua-le misura è attuata la partecipazione de– mocratica dei cittadini alla formazione, attraverso i partiti, della p01litic-a nazionale? E quali dispositivi d legge garan– tiscono la partecipazione democratica dei cittadini ,alla for– mazione, attraverso i partiti, della politica nazionale? Manca del tutto una legislazione che renda effettiv,e Je promesse deUa carta costituzionale. Manca, perché i partiti, che soli ne hanno il potere, non l'hanno vo1luta. Sicché, come noi andiamo ripetendo da molto tempo, la lettera della costituzione è ,due volte violata. Primo perchè non tutti i cittadmi, ma di fatto solo una piccola parte, pos– sono concorrere aUa formazione della politica nazionale ,at– traverso i partiti. Secondo, perché i partiti non, formano de– mocraticamente la loro poilitica, in quanto la struttura orga– nizzativa e la prassi interna sono tali da as~icurare tut~o il potere a ristrette o'1igarchie; che mànipolano le deciaioni ,a I di Lucio Valli I loro piacimento. Ristrette oligarchie che, ·nel loro insieme, formano quella che potremmo chi-amare lA cc classe » ( o, for– se, ·cc -la c'asta ») partitica, che domina da quindici anni il Paese. 1 Cominciamo daHa prima tesi : non tutt,i i -cittadini, ma •di fatto sofo una -piccola parte, possono concorrere alla forma– zione, attraverso i partiti, della politica n'aziona-le. A riprov,a, basti ricordare che tutti i partiti italiani, malgrado la fun– zione pubblicistica di cui sono investiti, si ri•servano di am– mettere e di escludere i cittadini che -eventualmente richie– dano l'iscrizione, secondo criteri non -espliciti e con giudi– zio insindacabile. 1 Lo .studio,so di ·politica ben sa che ila con– seguenza di questa ,inde,fìnit-ezza ·è che tutti i partiti accet• tano o escludono per faziose consid-erazfoni di passato poli– tico, o, più spesso assai, per calcoli inerenti a•l gioco interno deHe cor:11enti. Per .èsempio la sezione X del P.S.I., dominata dalla corrente di sinistra, farà -dormire per sempre la doman– da di iscrizione di un tale che, ,si presume, andrebbe ad in– grossar-e ila corrente nenniana. ,Mentre la sezione Y dello stesso partito, che ,è contr01Uata da i nenni.ani, fascia inevasa 1'a domanda di un cittadino che ,è sospettato di parteggiare per i carristi. L'una •e l'ahra ,sezione, d'altronde, rimandano aUe cal,ende greche !'•ammissione di un tale che, dieci anni fà, ,aveva part-ecipato attivamente aUa villa del partito libe– ral-e. Casi diversi tra loro. Ma in tutti e tre si viola i,l diritto di tutti i cittadini di concorrere aUa formazione della poli– tica nazion 1 aile, attraverso il partito che ·sentono, in quel mo– mento, •più vicino alle loro idee e ai loro int·eressi. Si dividono così gli italiani in cittadini ,di prima e di seconda classe - per usare l'espressione cara ,ai radicali, i quali, per altro, la applicano solo per ,discriminazioni spes– so meno evidenti e sempre, direi per definizioue, meno gravi. ,E •veniamo ailla second,a tesi : i partiti non formano demo– craticamente fa loro politica., in quanto [,a -struttura organiz– zativ<a e la prassi interna dei p-artit'i sono tali da a,ssicura1·e tutto il potere di decisione a ristrette oligarchie. Tralascio in ,questa sede ogni considerazione sul partito comunista, -che ha adottato apertamente, col nom-e di <e cen– trali,smo democratico », un regime int·erno di tipo oligarchico e totalitario (sicché i radiC'ali dicono la più grossa delle loro sciocchezze quando ·dicono che i V'eri democratici devono di– ferndere anche il partito comunista di oggi : è come dire che d-ev<onodifendere !',aperta violazione della costituzione, che parla di ,cc concorso democratico », •e 1-a ·aperta violazione dei diritti e ,della person 1 alità d-ei loro di-sgraziati concittadini ar– ruo>lati ,nel P jCiJ.). Ma anche gli -aÌtri partiti non scherzano. Prima di tutto, ogni partito è di fatto ,dominato da una piccola oHgarchia: gli apparati di cilienti ,e di funzionari stipendiati, le iliste chiuse, la sistematica idolizz,azione dei -dirigenti cc v,ec– chi » (i cc santoni »), il criterio discriminativo della anzia– nità di partito, congiuntamente con il già menzionato severo controllo delle iscrizioni, garantiscono il dominio perpetuo di queste oligarchie. -Basta -del resto studiare la storia dei p-ar– titi ,di ,questi ,quindici •anni per accertarsi che g,li stessi uo– mini si avvicend·ano alle cariche importanti: i pochi cc nuo– vi » sono arrivati nOlll per elezione di hase, ma per coop– tazione. A loro voha, poi, queste oligarchie manipolano la vita di partito nella maniera più illecita e spudorata. Nessuno può ignorare, in Italia, che i vari apparati di corrente strappano le decisioni che vogliono nelle assemblee di sezione, a cui par– tecipano- pe11centuali irrisorie degli iscrittf (coloro, in genere, che sono clienti di un apparato) e ov-e le garanzfo di un voto m:edi~ato_ e .indipendente sono sempre a,ssenti. Nessuno igno– ra ·che le ,concorrenti oligar,chi,e si present~no ai coniressi na-

RkJQdWJsaXNoZXIy