l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

INDUSTRIA ELETT-RICA I ITALIANA Situazione ( seguito da pag. 23) abitante è più elevato che in quelle del Centro, del Mezzo– giorno e de!!e Isole, dove l'industrializzazione è meno avan– zata. li consumo medio italiano per abitante ne! 1958 è stato di 763 kwh; per singole ripartizioni territoriali il consumo per abitante è stato il seguente: J.talia settentrionale 1.195 kilovatori. Italia centrale 746 kwh, Italia meridionale 286 kilovattori, Sicilia 185 kwh, Sardegna 341 kwh. Le differen– ze nei consumi specifici per abitante non sono dovute a di– versità nella potenziale disponibilità di energia elettrica, che, come si è visto, è superiore all'effettivo consun::io, eccedendo la capacità produttiva degli impianti la domanda locale e potendo comunque, per quanto riguarda !'Italia continentale e la Sicilia, essere l'energia trasportata da altre regioni. li processo di industrializzazione e l'opera svolta per il risollevamento del Mezzogiorno e delle Isole hanno però portato nell'ultimo decennio ad un più rapido incremento dei consumi in queste regioni che non nell'Italia settentrio– nale, come risulta dagli indici regionali de! consumo di ener– gi-a elettrica: Indici regionali del consumo energia elettrica n~I 1958 ( 1948-100) Italia settentrionale Italia centrale Italia meridionale Sicilia Sardegna Italia in complesso 194 239 223 357 201 206 I dati •del 1959 e quelil del 1960 confermeranno lo svi– luppo di questa tendenza; molto probabilmente ne mette– ranno in luce un'accentuazione, dati gli ulteriori progressi dell'industrializzazione, segnatamente in Sicilia. 11 fabbisogno italiano è coperto da imprese di vari tipi, dato il principio seguito dalla legislazione di lasciare campo a tutte le iniziative, princkpio che ha portato fra l'altro al– l'elevatissimo :livello di utilizzazione delle forze idrauliche che si è ripartita negli anni più recenti approssimativamente in questo modo: 77% imprese eletfrocommerciali; 6% azien– de municipalizzte; 17% autoproduttori e Forrevie dello Sta– to. Circa un terzo della produzione delle imprese elettroco– merciali è dovuto alle imprese che fanno capo all'IRI, tram-i– te la Finelettrica. Se si tiene conto anche delle aziende mu– nicipalizzate e delle Ferrovie dello Stato risulta che !a parte– cipazione di imprese rientranti nel settore dell'iniziativa pub– blica, alla produzione totale è di oltre un terzo. LE•PROSPETTIVEFUTURE Ìniziativa privata e pubblica nel settore .deWenergia elet– trica dovr-anno essere largamente impegnate ·anche nel fu– turo prossimo e più lontano nei compiti di sviluppo loro ri– chiesti nel settore dell'energia elettrica. L'ampiezza di tali compiti non consente preclusioni çli sorta nei riguardi del– l'una o dell'altra. te previsioni di fabbisogno avanzate or è quakhe anno relativamente al 1960, lo valutavano in 53,5 miliardi di kwh al IO stadio della prs.duzione; era previsto che a fronteggiarlo fosse disponibile una capacità produttiva annua di 60 mi– liardi di kwh, raggiunta principalmente con la costruzione di una serie di impianti contemplati da un programma con– cordato dalle amministrazioni compe~enti co,n le principali società elettrocommerciali. La capacità produttiva di. 60 mi– liardi alla fìne del corrente· anno sarà anche super,ata di qual– che· mi-liardo di kwh, per effetto dei nuovi impianti realizzati . ,no CO all'infuori del programma. Si prevede che essa raggiungerà i 63 miliardi di kwh. Il .fabbisogno è previsto debba continuare ad incrementarsi con lo stesso ritmo di questo dopoguerra. Lo giustifìcano il processo di indust~ializzazione, soprattutto deHe varie zone • sottosviduppate del paese, la crescente meccanizzazione di tutte le attività produttive, il miglioramento del_ tenore di vita che diffonde gli apparecchi elettrodomestici e migliora i servizi civili. Su questa base i consumi sono valutabili nell'ordine dei 75 miliardi di kwh nel 1965 e dei 150 miliardi di kwh nel 1975. Sono valori assoluti molto elevati, ma ridotti in ra– gione d'abitante non sono superiori agli attuali consumi spe– cifìci di paesi economicamente progrediti, come la vicina Svizzera. Se i progressi dell'economia in genere saranno quel– li previsti, questi .fabbisogni dovranno effettivamente ma- nifestarsi, • Le imprese elettrich'e ne sono consapevoli e provvedono tempestivamente alla costruzione degli impianti d-i prodl.)– zione, dato che l'impostazione di questi deve precorrere il fqbbisogno, i tempi tecnici della costruzione ·essendo nor– ~almente di due-tre anni. All'inizio di quest'anno erano in costruzione in Italia im– pianti idroelettrici pe.r una potenza complessiva di 1,5 mi– lioni di kw, pari ad una producibilità annua di 5,1 miliardi di kwh, ed impianti termoelettrici per una potenza di circa 1,4 milioni di k_w. Altre e-Ostruzioni sono state successiva– mente inizi-ate o stanno per esser.lo . In complesso le costru– zioni in atto e quelle di non lontana messa in canti-ere porte– ranno la capacità produttiva annua degli impianti e·lettrici di produzione largamente oltre i 70 miliardi di kwh. a fìne 1963 e gli 80 mHiardi di kwh a fìne 1965. Per il ricordato assottigliar-si del margine di risorse idrau– lièhe ancora da utilizzare per il suo prevedibile non lontano esauriment_o, semp~e .maggiore ricorso viene e verrà tatto agli impianti termoelettrici, che utilizzano gli scarsi combu– ~tibi'li di importazione, nel quadro di quell'incremento dei rappor,ti economici con l'estero che caratterizzà e probabil– mente ancor più caratterizzerà in futuro lo sviluppo delli'ntera economia nazionale. • L'industria elettrica ha già provveduto anche a ricorrere •al-la nuova fonte prima di energia, l'energia nucleare, • per" la produzione termoelettrica. La energia elettrica prodotta con combustibili nucleari ha attualmente un costo di produ– zione superiore a quella prodotta_ con pari caratteristiche di potenza e di -continuità mediante centr,ali termoelettriche ali– mentate con combustibili tradizionali. Tuttavia è necessario acqui·sire esper-ienza in questo campo, onde poter trarre pr_o– fìtto tempestivamente dei futuri progressi della tecnica. Il programma italiano in atto di centrali elettriche nuc:ea– ri ne comprende tre, per oltre 500.000 kw di potenza elet– trica netta ed è il _più ampio della Europa occidentale, dopo quello inglese e quello francese. Dovranno essere incrementati in corrispondenza dell'au– mento del fabbisogno anche gli impianti di trasporto e di distribuzione. Per quanto riguarda quest'ultima, !'unificazione del!e tensioni sarà presto portata a termine ( l'unificazione delle frequenze è da anni_ un fatto compiuto) con vantaggi per i consumatori di eleUricità. Ulteriori passi sono attesi tra breve anche nel campo deWunifìcazi,one d;lle tariffe prati– cate ai consumatori non aventi dimensioni o caratteristiche particolari, in relazione alle decisioni degli organi competenti. Il si·stema e·lèttr'ico italiano funziona però già oggi come un tutto unico grazie all'unificazione delle frequenze,,a!!'in– terconnessione delle reti, alla collaborazione ne! campo tec– nico ed alla realizzazione in comune da parte di più imprese, di iniziativa privata e pubblica, di sistemi idroelettrici e di impianti termoelettrici, come pure delle ricordate centrali nucleari .

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