l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

INDUSTRIA ELETTRICA ITALIANA I Situazione - e Ne.I corso del 1959 la produzione industriale iba!iana ha raggiunto un livello primato, che ha ulteriormente supéato nella prima parte del 1960. Essa è ormai di tutt'altro ordine di grandezza di quella prebellica: in base agli indici calco– lati dall'Istituto Centrale di Statistica nel 1959 è stata, in quan– tità, circa 2,6 volte quella del 1938 e nel primo bimestre del 1960 ha raggiunto proporzionalmente una quota ancora più elevata, quasi 2,8 volte rispetto al 1938. Questo sviluppo è indubbiamente di rilievo eccezionale, se si pensa ai fat– tori negativi che hanno operato dal 1938 ad oggi. Esso di– mostra la vitalità della forza creatrice della nostra Nazione e la validità di un sistema g·iuridico e sociale che affida prin– cipalmente all'inizlativa privata ed aUe sue naturali qualità il compito dell.a produzionè e della di·stribuzione della ric– chezza, senza escludere l'interesse e l'intervento pubblico nell'uno e nell'altra di queste due funzioni. Il settore dell'energia elettrica è appunto un esempio dei felici risultati· a cui portano la fiducia nella capacità dei nostri imprenditori e lavoratori ed •il ricorso a tutte le sorgenti di iniziativa ai fini dell'interesse generale. La produzione dell'energi,a elettrica avviene, in base alla nostra legislazione, ben collaudata ed ammirata anche all'este– ro, ad opera di imprese-private e di ,imprese pubbliche, che producono l'energia per venderla ovvero per impiegarla nei propri ·stabilimenti industriali. Questo complesso di imprese ha prodotto nel 1959 circa 49,1 miliardi di kwh, rispetto a 15,5 miliardi di kwh prodotti nel 1938. I! livello della pro– duzione del 1959 è quindi di oltre tre volte il 1938 e l'incre– mento supera quello della produzione industriale nel suo complesso. Il settore dell'energ·ia elettrica ha precorso sem– pre dopo la fine della g,uerra la ripresa e lo sviluppo de!!'in– sieme dell'attività i.ndustria:le: quando nel 1948 l'indice ge– nera,le della produzione industriale era appena al di sopra del livello de! 1938, la produzfone di energia elettrica, con 22,7 m'iliardl di kwh, era già del 45% superiore a quella di questo ultimo anno ed alle punte di produzione toccate du– rante la guerra, prima delle distruzioni dovute· ai bombarda– menti ed al trasferimento del,le operazioni sul suolo ·italiano. Nel 1948 non sòlo era stato posto riparo alle distruzioni, ma si poteva coprire un fabbisogno esaltato dalle bassissime tariffe bloccate a livelli poco discosti da quelli pre-inflazione e dalla grande scarsità dei combustibi•li di importazione. Era venuto tuttavia meno ii margine di •skurezza tra capacità pro– duttiva e fabbisogno, che esisteva prima della guerra e che garantiva la copertura di questo anche quando si verificasse– ro annate siccitose. L·aproduzione era in fati allora' quasi esclu– sivamente, ed è tuttora ancora per notevole prevalenza, idro– elettrica. Questo margine è però ora ricostituito: nel 1959, come indicato, la produzione è stata di circa 49,1 miliardi di kwh, ma la capacità produttiva degli impianti era a!l'ini- • zio dell'anno di 51 miliardi di kwh ed alla fine di 57,3 mi– liardi di kwh. Vi è stata delfa capacità produttiva inutilizzata che, se l'annata non fosse stata idrologicamente buona, come invece lo è stata, avrebbe egualmente assicurato la soddi– sfazione de•I fabbisogno. Attualmente quindi in Italia la disponibilità di energia elet trica è superiore alla domanda ed anche l'ulteriore impenna– ta del livello generale della produzione industriale in questi primi mesi del 1960 ha trovato ad assecondarla una sovrab– bondante offerta di energia elettrioa. LA STRUTTURA ATTUALE DELL'INDUSTRIA ELETTRICA Lo sviluppo assunto dall'-industria elettrica è tale èhe le risorse idroelettriche sono ormai utilizzate per una percen– tuale molto elevata: 55-60 miliardi di kwh utilizzabili ne sono utilizzati da ampianti esistenti o in costruzione circa 42 miliardi di kwh, il 70-76%. In previsione de,J rapido esauri– mento del margine ancora disponibile sono stati costruiti do- prospettive po la guerra anche impianti termoelettrici di grande potenza, di modo che la produzione non è pi'ù quasi esclusivamente idroelettrioa ma l'energia termoelettrica ha una partecipazione di rilievo sul totale; inoltre dopo la guerra è stata potenzia– ta anche la produzione goetermoelettrica, che utilizza- come fonte prima i vapori endogeni del,Ja ·regione di Larderello, in Toscana. l'evoluzione avutasi e la situazione attuale risultano dalle seguenti cifre della produzione (quelle del 1959 sono ancora provvisorie) :· Produzioni;! italiana di energia elettrica ( milioni d.i kwh) 1938 1948 1958 1959 Produzione idroelettric3 14580 20853 Produzione termoelettrlca 761 964 Produzione geotermoelettrica 203 877 Produzione tota le 15544 22694 35953 38400 7609 8600 1930 2100 45492 49100 Un grandissimo svi,luppo ha preso anche la rete di tra– sporto dell'energia; oggi questa rete :interconnette tutti i pro– duttori di una qualche importanza dalle Alpi alla Sicilia com– presa: infatti con un'ardita opera di ingegneria una linea aerea a 220.000 Volt collega le due sponde dello Stretto di Messina. Ingenti quantitativi di energia pos•sono quindi es– ser trasferiti da una regione all'altra del Paese, quando se ne presenti la necessità. Questa rete mette ·anche in comuni– cazione, mediante numerose linee che varcano •le fro:itiere con J,a Francia, la Svizzera, l'Austria e .Ja Jugos!.avia, i pro– duttori italiani con quelli dei· pae•si limitrofìe con !e altre prin– cipali reti interconnesse di Europa. Lo sviluppo delle Hnee elettriche di trasporto ad altissima tensione nell'ultimo ventennio è stato i,J seguente: Rete elettrica italiana àd altissima tensione linee con tensione linee con tensione Situozione o fine do 120 0 150 kv a 220 kv 1938 1948 1958 1959 11 263 14 891 22 612 23 275 km di terne 505 1 146 8 405 9 281 Lo sviluppo delle reti di di·strbuzione è stato proporzio– nato. a quello della produzione e del trasporto. Oggi non esiste praticamente in Italia centro abitato di una qualsiasi importanza che non sia allacciato ad una rete di distribuzione di energia elettrica. Si sta attualmente provvedendo ad al– lacciare il numero ,limitatissimo di frazioni e nuclei sopra il li~ite dei 200 abitanti ·che ancora non lo sono. Gli impianti di distribuzione hanno affiancato ed agevolato lo sviluppo edilizio dei grandi agglomerati urbani e dei piccoli e picco– lissimi centri rurali. L'aumento del numero delle utenze cti energia ne è indice particolarmente significativo: da 6,7 mi-, lioni di utenze a fine 1938 si è passati a 10 milioni a fine '~8 ad oltre 16 milioni a fìne 1958. • Ma,· come si è già precisato, lo sviluppo dell'elettricità è legato con i vincoli più stretti a quello dell'industria. La maggior parte dell'energia elettrica è infatti consumata; il re- , sto è destinato all'illuminazione pubblica e privata, usi do– mestici, usi .agricoli, servizi collettivi (22% in tutto) ed al.Ja trazione elettrica: ferroviaria, tranviaria e simi:li ( 8%). Questa correlazione tra sviluppo dell'industri.a e consu– mo di energia elettrica, che fa ·sì che il primo condizioni .il secondo, spiega •la diversa intensità del consumo stesso nelle •varie partizioni territoriali del paese. Nelle zone industria,li, soprattutto nell'talia settentrionale ,il con.sumo in ragione di ( continwa •a pag. 24)

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