l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

DOCUME1'Tl • • Punto ferino SUI punti L'interesse suscitato dall'articolo « Punti fe:r,mi », pubbli– cat·o dall'« O.sservatore Romano » circa un mese fa, è stato va– stissimo. Tutta la stampa nazionale si può dire che se ne è occupata, con intenzioni naturalmente diverse, confermando così l'importanza deHo scritto, l'attualità del suo contenuto, l'urgenza ddla sua ·stessa ra·gion d'essere. • Ci ,pare pertanto opportuno ritornare sull'argomento, non già per dire cose nuove ma per sottolineaz,e -ancora una volta quella che è la posizione della .Chiesa nel confronto di alcuni problemi che l'attuale monl'ento politico pone sul tappeto, prenidrendo lo spunto -dalle sviariate critiche che so,no venute affiorando nei giornali per natura loro contrari ai principi 1 cattolici. Le no·stre precisazioni valgono, è evidente, solo per col-Oro che sono in buona fode. Le ragioni adotta,te dagli avversari dei « ,punti fermi >> possono essere ridotte a tre fondamentali. Accettare la dot– trina esposta nell'articolo ,dell'« Osservatore Romano >> signi– ficherebbe essi dico.no : I) la .perdita da parte dei cattolici di ogni autonomia politica; 2) l'accettazione da parte dei catto• lici ita1ia.ni di essere trattati dalla ,chiesa in mo·do di"'.:erso che non i cattolici di al,tri Paesi; 3) 1a impossibilità di un cattoJico di partecipare alla vita puhbli-ca •dello Stato italia– no, in quanto la sua coscienza sarehbe co·nti,nruamente trav-a– glia.ta dal contrasto tra i suoi dover_i _di cattolico e di ,cit,ta 1 dino. Ba-sta una breve riflessione su queste o-biezioni per com• preil!dere che, tutta la -critica intorno ,all',arti•colo 1è stata tes– suta con un so:lo filo : la .pre•tesa vio.lazione da pa.rte della gerarchia della giusta autonomia politica dei cattolici. Il termine cc vioJaz,ion:e -di ,autono•mia >> è costante. Conviene, quin•di, soEermarsi su que,sto punto, giacchè è eividente che « punti fermi >> ha saputo richiamare l'attenzione, non già su di un problema circostanziale - come la posizione di una determinata pol,itica - ma su qualcosa di molto più sostanzi1ale :_la relazione esistente fra autonomia e obbedien- • za, tra le decisioni della gerarchia ecclesiastica e l'azione dei ca.ttolici. 1. - cc La Chiesa, - così commcia i'l prnmo dei quattro punti fermi >>•- co•stitui,ta ,da Gesù Cristo come socie•tà per– fetta con la sua gerarchia, ha pieni poteri di vera: giurisdi– zione su tutti i fedel:i e quindi ha i,l do·v•ere e il diritto di guidarli, di dirigerli e di correggerli sul piano delle idee e sul piano dell'azione·». • ,Il che è evidente, anche per i'l no.o cattolico, solo che si riconosca il puro fatto dell'esitenza della Chiesa. come so'Cietà. Perchè qualunque società - perfino quella filan– troipica, culturale, .sportiva•,. ,ecc. - ha l'elementare diriuo di consiglia.re, incoraggiare, avvertire, gui>dare o punire i suoi membri, in ordine -al raggiungime11to .del fine per cu;i la società si è costituita ed ,i suoi membri si sono associati. Si vuo-le forse neg-are al,la Chiesa - società perfetta - questo diritto di ogni società?· ' • • • • 1 E' dunque missione della Chiesa guidare i suoi membri verso il rag:gi,ung,i.mento del fine per il quale fu fondata venti secoli fa e per .cui i. cattolici yengono a far parte di essa: la salvezza eterna. Si deduce da ciò che il ,diriHÒ e il • dO'Vere della Chiesa ·di co,nsigliare e insegnare, d,i inco•ra·g– giare o correggere si estende ad ogni attività umana che pos– sa interessa..l"e il fine ultimo deJ1'uomo, e, perciò; anche all'attività temporale e a quelle questioni politiche che toc– cano il morale : « Il problema politico-sociale non 1può se- : pararsi daHa religione, perche è un pr.ohlema • altamente : umano e come ta,le ha a:Ha sua b&se un'esigenz& etico-reli– sua at!Ji,vità, nell',amhito del temporale, alla formulazio,ne dei principi generali d'azione, làsciarndo Ia determinazione della loro aipplicazione pratica di ciascun fedel•e. 11 cattolico go,de in' tal modo di un'ampia iniziatirva nel campo dell'at– tività po-litica, proiessionale, so·cia-le, ecc., entro i limiti se– g,nalati dal dogma e da1la mora:le •della Chiesa. Nella mag– gior parte dei •problemi ddl'attiv,i,tà • temporale o politica, la gera-rchia si limita ad iUuminare la coscienza dei fede•li ricordo.odo solamente pi•ncipii generali, e la,sci,ando che ogni cristiano, alla luce di questi principi, decida il suo atteggia– mento concreto. In certi casi, tuttavia, la gerarchiJa può ritenere che date alcune speciali e determinate circostanz,e di ifatto, quei prin– cipii generali isigano una determinata a•pplicazione. E al– lora ha pure il diritto e il· dovere di indi-care quale sia il cammino p•reciso da se.guire. Tale modo di agire non! è fre– guente, ma piuttosto •eccezionale - si verifica soltanto nel caso che gli interessi spirituaLi sia.no direttamente e gra– v·emente minacciati: però quando si verifica vincola in CO· scienza i fede:li, richiede la loro docilità e la loro obbedien– za, siucera e ipronta. 3. - Bisog~a tuttavia notare che la Chiesa, sia quando indi,ca determinat,è co.ncliusioni concrete che quando si li– mita ad esporre i principi generali della sua dottrina, lo fa rispettando con grande del.icatezza la l,ibertà dell'uomo. Ne1l'esercizio di questo dirit-to e di ,questo dovere che le sono proipri, la chiesa non vio.la la liher,tà dei catto:lici, ben– sì la ri,spetta, la sostiene e la potenzia. Il Go·verno della Chiesa è una maniifestaz:ione deUa sovranità di Dio e, per usare un 'espressione di Leone :X,III, e< questa giustissima so• vranità di Dio sugli uomini ,è tanto lungi dal togliere o ad– dirittura meno'mare la loro Hbertà, che, a:l contrario, la di– fond,e e la perfez:iona » ( Enciclica Lihertas). Questo rispet.to e questa difesa della libertà dei icattolici e dell'armonizzarsi di tale libertà con l'obbedienza si deducono dal mo,do di agire deUa gera'rèhia della ,Chi,esa. H ,suo metodo è quello stesso di 1Gesù Cris•to: l'autorità morale, non la violenza. Si dirige ai suoi feddi per vfocolarli con mezzi puramente spirituali. Si dirige alle cosienze, non ,per distrugig,erle, ma perchè ogni cattolico - ogni uomo, se lo desi,dera - formi liheramente e con r•esponsahilità la propria ,coscienza d'ac– cordo ,con gli insegnamenti pr~osti dalla Chiesa. La stessa critica - e critica è talvolta anche il silenzio - aUe direttive della gerarchia in nome :della coscienza perso– nale si potrebbe spiegare nell'iudividuahsmo religioso lute– rano, che disgraziatamente si insinua e serpeggia fra tanti laicis'ti e prngressisti che si di,cono cauòlici, senza e·sserlo verament,e. Per un cattolico non deve eisserci Òpposiz:ione tra gli insegnamenti .dell'autorità morale e la prop·ria co– scienza. Ma se vi fosse, dovrà rivolgersi non con il predo– minio della coscienza personale - la verità morale è un qualcosa ,presentato da Dio ,e non una creazione alla gerar– chia della Chiesa, incaricata di custodir.la e di vegliar-e sulla sua applicazione. « Un conflitto - diceva l'articolo del'.« Osserva•toTe Ro– mano » - tra quel girudizio (quello della Chiesa) e l'opi– ni·one dei feddi stessi, è inco•ncepihile in una coscienza ve– ramente cristiana: in o,gni caso deve risolversi con l'obbe– dienza· aUa Chiesa, ~slode della verità ». Ma anche in questo caso di conflitto, tale sotto:m>issio11•e è qualcosa che non menoma la libertà del cattolico, è una _conseguenza della sua stessa! libertà. La •sua ohbed.ienza, anche aHora, non è n.è violentata nè coaziona.ta, ma volon- giosa ». , taria e libera, percihè una manifestazione ,della sua libera .J)w:torilà--~llc1. Chiè.s.a..Jiro,ita ..la. .._..___ ..adesione .. .al..JI1ess.aggio. .e..alla . .v.olo.ntà_di_Cris.to ....... _ .u..,.

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