l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

OPINIONI E Carissimo Baget, ti dirò che la' doppia polemica che l'ultimo numero di Ordine Civile mi dedica ( la prima per il mio articolo sulla « autonomia della D.C. )), la seconda per la mia cronaca sul Popolo del convegno dell'Angelicum) mi ha rattristato ,e colpi– to per una questione di metodo, più che per la sostanza. Mi pare infatti che ciò che sopratutto va,da salvato, nel dibattito tra noi, almeno fino a quando le i,dee ci interessano più delle effimere vittorie ·polemiche, sia il rispetto ,che ci dobbiamo, il credito che dobbi,amo dare alla lealtà della battaglia che cia– scuno per parte sua combatte. Ora non capisco perché Ordine Civile abbia voluto ab– bandonare, nei miei contronti, questa regola che pur dovrebbe essergli così congeniale, per i presupposti morali ,a cui conti– nuamente si rifà. La tua rivista mi vuol cogliere in contra,ddi– zio.ne per le .tesi da me esposte sulla Discussione in risposta a Padre Lener, rispetto a quelle dell'articolo di Analisi e pro· spettive del febbraio '59; io non credo che contraddizione vi sia, e c_ercherò di dire ,perché; ma ,ciò che subito mi preme notare é come Ordine Civi'le voglia trovare la ragione ,di -questo af.formato contrasto in una mera conversione opportunistica, in un disinvolto a 1 dattamento « dell'ideologia alla politica », a.i_ nuovi interessi di potere, cioè, ,del gruppo « doroteo ii. Allo stesso modo io non avrei scritto qùello che ho scritto sul convegno all'Angelicum per una spontanea e libera valuta– zione di quell'avvenimento, ma perché mi sarebbe stato affi– dato, non si sa -bene .da chi, il compito di « guastatore ii. Così se nella prima •« polemica ii Ordine Civile mi faceva assurgere alla dignità di ,cc polemista ideologico ii della D.C. - sia pure nella veste di chi smercia 'le idee, come le cravatte, secondo le convenienze provvisorie del gruppo doroteo - nella se– conda « poìemica ii mi declassa a •« gazzettiere », secondo una concezione della professione giornalistica che se purtroppo è diffusa in tanta parte del giornalismo italiano, mi .fa inor– ridire. Ora io trovo che tutto ciò è profondamente offensivo, e non capisco perché la tua rivista -abbia volut9 imboccare in questa strada. La stessa ,differenza di tono tra la prima e la seconda nota polemica non è comprensibile. Nella prima ven– go accusato semplicemente di contraddizione attraverso un lungo discorso ragionato e pacato; nella ,seconda di scorret– tezza, slealtà, di falsi premeditati, attraverso un giudizio som– mario irritato e sdegnoso. Forse Ordine Civile si adonta più per una critica al ,prof. Gedda che per una risposta a Padre Lener? Fo~se ritiene più urgente difendere una dubbia opera– zione politica, quale quella adombrata nel convegno -dell'An– gelicu,m, piuttosto che le posizioni teoriche relati ve al ra ppor– to della D:C. con la Chiesa? O forse ha cre-duto di risolvere in una polemica esterna il proprio ,disagio nel dovere sostenere una iniziativa che non si sente di condividere, che non è di– fe:r;idibìle, e che difatti non ha trovato, nel mondo cattolico, chi muovesse un dito per difenderla ,dalle critiche ,di cui è stata oggetto? Ma se così stanno le cose non è giusto pren– dersela con chi non ha affatto evitato ,« una virile contrap– posizione di idee e di atteggiamenti ed una critica anche de– cisa ii: che cos'altro era, infatti la parte finale del mio scritto dedicato al convegno, se non una leale e corretta e firmata criti-ca delle i,dee e degli atteggiamenti emersi da quello in– cont,ro? E dov'erano i falsi premeditati? Forse nel fatto che, come ha precisato il Secolo, c'erano solo Romualdi e Cara– donna (quest'ultimo, poi ... cc ,di passaggio ») e non << un grup– po ,di deputati mi-s.sini ii (c'erano infatti degli altri missini, ma non deputati)? Ma il problema vero, caro Gianni, è se si çrede o non si crede al v,afon~ id~1Je t~eç.'F"' propri~ ~cl a,hrui "'"' ~~ .$l qed~ DIBATTITI- o non si crede ·che esse mentmo di essere difese per sé, al di fuori di calcoli di opportunità e convenienza ; se non ci si crede, allora •certo che in ogni idea altrui si va a cercare il machiavello che vi si nasconde, il calcolo ,ch·e 1a fa nascere, Pispiratore che l'ha ,commissionata. Io non concordo, ,per esempio, si capisce, con le idee e con le tesi esposte nell'Ordine Civile; eppure non me ne di– fendo come ,da chissà quale insidia nascosta ; anzi mi sforzo di cercare quella che pur deve es.sere la loro parte di <V'erità; ma non .oserei mai ,scrivere, né pensare, che quelle idee e quelle tesi, pur se diverse ,da quelle che in altri tempi con uguale sicurezza difendevi, tu oggi le sostenga pe:rehé qual- cuno ti cc abbia affidato il compito di guastatore ii. - E veniamo alle mie contrnddizioni. Nell'articolo di A.no :,, lisi e prospettive, secondo la tua rivista, io avrei riconosciatu liassoluto vuoto ideologico della D . .C., né più né meno di ,come' Padre Lener ha fatto un ,anno ,dopo su Civiltà Cattolica; nel- 1 'articolo ,sulla Discussione, -in polemica con ;Padre Lener e con me stesso, avrei rovesciato la mia tesi sostenendo la consistenza: ideologica della Demo,crazia ,Cristiana. Ora io trovo che no• nostante la dihgente .esegesi fattane, la tua: rivista abbia. sfor• zato il mio scritto ,di Analisi e Prospettive a significati :non suoi. Non intendevo allora - ,ci mancherebbe altro ! -- ela• borare una ideologia politica nuo~a per una D.C. -che ne era: priva o che l'aveva perduta ( io non mi intendo mol.to di ·• ideologie : ma credi ,davvero che esse ,nascano e ,scompaiano con tanta disinvoltura?); il mio era un discorso politico che, come allora scrivevo, non intendeva riportare la D.C. cc ad una quota zero », se non p·er cc l'attitudine 1 psicologica e la dispo– sizione morale di chi rifiuta ,di vivere di rendita e riconquista in proprio quanto ,altri prima di lui ha già conquistato ii; un ùi,scorso politico, quindi, ,che attestandosi sui presupposti di quella che mi pareva ,essere la migliore tradizione della D:C., e ,quind·i il suo patrimonio ideologico, tentava di valutare ·cri– ticamente l'esperienza Fanfani non per liquidarla come ccun incidente ii - ché anzi era stata un'esperienza ,che aveva cc av– volto ed impegnato tutto il movimento politico dei ,cattolici i, - ma per raccoglierne, di tra gli errori compiuti, cc moniti e insegnamenti n. Se dunque, come scrive Ordine Civile, << il gruppo dpro– teo commeÙeva un grossolano errore di prospettiva nel pen'. sare che l'era fanfaniana potesse considerarsi un incidente transeunte nella linea ,di ,sviluppo della D.C. nel dopoguer– ra ii, questo errore non fu di quell'articolo, e quindi io ~on avrei oggi alcun bisogno ,di contraddirmi se volessi seguue, come O.G. ritiene, le evoluzioni ,del gruppo doroteo; quell'ar– ticolo non contraddiceva, ma anzi postulava qu·elli che dove– ·vano essere poi gli s·volgimenti .futuri, quando diceva ,che la alternativa a Fanfani ,doveva essere considerata in termini di trascendimento ,crit,ico, tale alternativa non potendo essere rap– presentata da una piattaforma derico-moderata o peggio (cioè, per intenderci, da una alternativa di destra), ma da eh~ riu– ,scisse ·« a inalveare in superiori contenuti, più civili e moder– ni, più omogenei con le leggi ,e la logi,ca dello Stato demo,cra- • tico, quei fermenti e quelle speranze cristiane ,che senza dub- _J>io lievitavano nell'azione politica ddl'on. Fanfani ii. 1Ma quello che qui -comunque importava notare, è, ,che si trattava di un discorso politico, e ciò che proponeva era una linea politica, non una nuova ideologia. L'arti•co'1o ,della Di– scussione invece, rivendicall'do alla D:C. la sua iscrizione alla anagrafe 'civile e politica del •Paese, e ·non solo al regi•stro dei battesimi, .mirava a preservare la ,condizione pregiudiziale per– ché qual.siasi po'1itica resti possibile. Il secondo scritto •quindi non contraddice il primo, ma ne è ,semmai il presupposto. -Quello •che piuttosto non capisco - e lo· dic~ non. p_er ;ritorcere l'a·CCllS&di cont:nicl~~~!Q!J.e ~ 'è come OrcJ,in,e Civ~le

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