l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

pag. 16 conseguenze materia-li e morali assai gravi. L'augurio vivo è che un'-i,ntesa giusta, nel rispetto dei veri diritti e dei veri interessi di ciascuno, sia presto raggiunta. H fenomeno al ,quale assiste il mon– do moderno ha qualcosa di grandioso. Al cospetto di questa imponente realtà non si può non ripensare .a:ll~ discor• d ie, alle divisioni, ai· conflitti che nel secolo passato e anche nel no·stro tra• vagliarono la ve·cchia Europa e, di ri– flesso, l'America, allorchrè -giunsero al– l'indipendenza e all'unità le più ,giovani nazioni dei dué continenti. Il principio di nazionalità, il diritto di autodecisione, la -sete di dignità e di avanzam,ento, .incontrarono resistenze tenaci che furo-no infrante con la rivo– luzione o con la .guerra anche quando avrebbero potuto esser conseguite, per altre vie. Da .queste vicende e dalPe.sem• pio degli Stati nazionali ·di più antica formazione na•cquero mitolo-gie ed aspi• ra•zioni nizionalistiche che forono - e, in parte considerevole, sono tuttora - di grave ostacolo a ,queHa libera unione dei popoli nella varietà, cioè a dire nel ri5petto dei diritti e della di– gnità individuali, nell'acco,gliimento -di tutti i contributi ,particolari all'incivili– mento e al progresso comune, che è - o dovrebbe essere - il punto di ar• rivo naturale ·di una li'ber.a evoiluzione dei ])Op oli. * * * Gli africani che giungono oggi all'in- dipendenza e aU'auto•gover-no non han– no ,dovuto percorrere questa ivia do-lo– ro5a. Dopo la -~econda ,guerra mondiale le gr.andi Potenze interessa-te hanno ri– conosciuto le attese e le aspirazioni dei po,poli già loro soggetti e nell'arco di pochi anni .abbiamo visto sorgere in Asia e in Africa grandi e liheri Stati che lavorano a ,darsi un avvenire mi– gliore e ad elevare le lo-ro poipolazioni ad un livello di vita più degno della · condizione umana. E mentre il comu– nismo dice di « liberare » le nazioni eo• stringendole alla sel'vitù di un ,sistema ideolo,gico imposto con la forza alla na– tura umana che, libera, lo respingereb– be, Paesi euro:pei di an,ti 1 ca civiltà han– no fatto e fanno rinuncie so,vente assai dolorose. E' un titolo di onore. La ,Chiesa saluta èo-n soddisfazione materna questa r,a,pida evoluzione. Gio– vanni XXIII che, pochi mesi or sono, inviava il Suo saluto augurale al To-go in'dipendente, nel suo messag,gio del 7 giugno ai popoli africani, dicev-a : « ...Vogliamo esprimervi la Nostra grande soddisfazione... nel veder com– piers.i pro-gressivamente le accessioni al– la sovranità. La •Chiesa se ne rallegra e confida nelle volontà di questi giovani Stati di prendere il ,posto che loro com– pete nel consesso delle Nazioni ... ». bibliotec·· inobianco No-n si deve ,dimenticare ,che il di– ritto cristiano de.Ile genti nacque pro– prio nella Chiesa, ad opera di apostoli e di ·pensatori, al tempo delle grandi sco•perte e nei dec'enni sruccessivi, allor– chè cominciarono a delinearsi gli .aspet– ti del colonialismo moderno. Il ri-cordo, va a Fra' Bar.tolomeo de Las ·Casas, lo anticonquistador che pone se stesso e il Vangelo tra la ,cupidigia degli sco>prito• ri e i diritti dei 1popoli autoctoni. Al ri– cordo •di ,lui si ,associa ,qruello dell'a 'ltro domemcano, il teologo Francisco de Vi– toria, che insieme al 1 ge,s,uita Francisco Suarez dette forma sistematica ai diritti dei popoli e ai doveri dei conquistatori. Nè si rpuò di'menticare che, al ,princi,pio . del secolo XVII, ebbero inizi-o, nella America meridionale, sotto ispir-azione e guida cattolica, quegli esperimenti di auto-governo che so-ltanto la volontà di potenza dei colonizzatori infranse, •do– po oltre un secolo, co n la f orza delle armi. Tutti sanno che co.sa costò alla Chies.a questo « sacro esperimento >> nel– l'età dell'assoluti,smo regalista. * * * La -Chiesa, dunque, saluta l'ascesa ,dei po·poli .già soggetti a regime coloniale alla responsahi!iJt,à ddl'autogoverno e della indipendenza; e per ,quanto è in lei. darà tutto il suo contributo perchè l'affrancamento sia la premessa di un vero progresso in ogni cam·po. Ma con J'affra•ncamento non Lutti i problemi sono risolti ; anzi la via che si a,pre alle nuove. Nazioni è aridru,a e piena di difficol.tà. Nel discorso già .ri– cordato, Giovanni XXIII diceva: « Ogni Stato -avrà cura, in particola• re, di a,s,sicurare il sano sviluppo de'l suo •paese, tenendo saviamente in con– siderazione le possibilità reali; soprat– tutto rispettando i veri vialori spirituali che sono l'anima stessa di un ;po-polo... ». La Chiesa offre -alle più gio-vani nazioni del mondo il suo aiuto -generoso e di– sinteressato. Ha ricevuto ,dal \SUO ,Fon• datore « ... una dottrina ehe le consen– te - pur rimanendo sul terreno mora– le e religioso e lasciando alle autorità civili la :piena reisiponsabilità dei loro atti - di rispondere felicemente a·i gra– v.i problemi degli uomini ... >>. I problemi delle nuo•ve -nazioni sono gravi. Nel messaggio natalizio del 1954, quando già il fenomeno si era delineato in tutta la sua imponenza Pio XII di– ceva: « ...Tra alcuni .popoli fino ad ora con– siderati coloniali, il processo di matura• zione organica verso l'autonomia politi– ca, che l'Europa anebbe dovuto guida· re con acc0rgimento e premura, si è ra– •pidamente mutato in esplosioni nazio– nalistiche, avide di potenza. Bisogna confe.ssare che questi imiprovvisi incen– di, a danno del prestigio e degli iute- l'ordine civile ressi dell~Europ-a, sono, almeno in par– te, il frutto del cattivo suo esempio ... >>. Sarebbe stato difficile rievocare con maggior misura l'autentica responsabi– lità delle Potenze già coloniali. Storica• mente non è contestabile -che, salvo ec– cezioni lorlevoli, la, eo-lonizzazione av– venne sotto l'impulso di interessi spesso contingenti e materiali: l'avanzamento dei popoli che sarebbe stato il primo dovere fu concepito i-n termini quasi ,spesso materiali quando, in ,qua,lche modo, fu pro,mosso. Venn~ro esportati ,in terre lontane - focolari, talora, di alte civiltà - non quei valori che av,evano fatto gran– di l'Europa e il suo inci,vi,limento; ma gli effetti secondari di ,questo pro-gres• so : beni di consumo, i miraggi della tecnica, formule umanitarie vuote e contraddette dati fatti che in Europa erano vissute di rendi,ta -a spese di un patrimonio spiri-tuale dimenticato e so– vente ,spregiato e, >purtroppo scetticismo e, persino, corruzione. La v-ecchia Eu– ropa ha il •merito di aver contribuito al miglioramente tecnico - d.el.le popola– zioni soggette, .alla istruzione di certe e< élites >>; o,ggidì è, ,per lei, titolo d'ono– re averne accolto le aspirazioni all'indi- pendenza e aH',a:utonomia. - Pio XII, nel messaggio natalizio del 1955 esorta,va i -popoli europei « a -non rimanere passivi in un inutile ri:mpian– to del passato ,e nel mutuo rimprovero di -colonialismo. ·Essi dovrebbero, invece, porsi co– struttivamente all'opera per estendere, là dove non sia ancora fatto, quei genui– ni valori dell'Europa e dell'Occidente, che tanti buoni :frutti ha,nno arrecato a·d altri continenti. Quanto più essi a ciò soltanto tenderanno, tanto ,più sa– ranno di aiuto alle giuste libertà dei ·popoli giovani ed essi stessi rimarranno preservati dalle seduzioni del falso na• zionalismo. Questo iè in realtà il loro vero nemico che li ecciterebbe un gior– no gli uni contro gli altri, con ,pro.fitto di terzi ... >>. Quanto alla Chiesa, essa darà il suo contributo insostituibile con l'impegno più grande, nel pieno rispetto delle particolarità dei sin!goli popoli, nel campo che le è proprio. « ...Spira ancora sull'Africa un vento di Pentecoste: lo ,pensavamo con emo– zione mentre, qualche tempo fa, recita– dato le commoventi parole del Pontifì– vamo sui nuovi Vescovi che rvi abbiamo cale: "Accipe .Spiritum Sanctum, rice– vi lo .Spirito Santo ..." >>. Con queste parole Giovanni XXIII - rivolgeva all'Africa antica e nuova il suo saluto ,di Pa,store Supremo e di Pa– dre Comune, nel momento stesso ~n cui assicurava ai giovani popoli la coo,pe• razione della ,Chiesa di Cristo al com– piìnento delle loro giuste aspirazioni.

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