l’ordine civile - anno II - n. 13 - 1 luglio 1960

bi NOTE DISARMO Fine di .un equivoco La coroferenz·a per il disarmo di Gi– nevra, che aveva iniziato i lavori vl 15 marzo scorso è stata trorocata dwl ritiro delle del,egarioni orventali dopo tre me– si e mezzo di infruttuo•se trattative. Nata sotto ,i,l segno della speranza, an– che la coroferenza dei dieci, come già il vertice, ha dovuto subire un'impennata analoga della "nuova diplomazia" rus– sa. Il pretesto del nuovo f aUimento è tuttavia, questa volta, ben più vago di queUo addoitto da Krùsciov a Parigi. Se irofatti ,kz conferenza al vertice è stata silurata dal premier s,ovietico a causa dell'incidente dell'U-2, che aveva de– stato ripercuss;ioni sfavorevoli alla po– litica degli Stati Uniti anche nello schie– ram·ento occide11itale, La conferenz·a di Gin:evra è stata fatta arena,re dai sovie– tici per motivi ben più 1 labili ed incon– swtenti; l'unica giustificazfo.ne addotta da.Z dele-gato· r,usso Zo·rin, per spiegare U brusco r.itiro delle delegazioni or.ien· tali, è quella della inutil-ità di prose– guire le trattative a causa della ":tattica ostruzionistica dei rapprerentanti del– l'occidente". Una scusa assai precaria, come si ve– de; irofatti, a prescindere da o,gni va· lutazione politica, basterebbe notare che la stessa fo,rmula avrebbero potuto uti– lizzare gli occidentali se fosse stata loro inte,nzione di veder fallire la conferenza. La definiziome os-truzionis.tica ci por– ta comunque al nocciolo della questione, consistente. evidentemente nel nuovo cor– so della politica russa, basata suU'aff er· marione t:eor.ica '. deUa volontà di coe· sistenza pacifica ed impost·ata pratica– mente su massicci attacchi propagandi– stici che prendono punto da ogni possi– bile, e pur miroimo, pretesto. Rivediamo brevemente i lavori cli · Ginevra. Le propos,te per il disar,mo, presen– ~ate dagli occidentali e dagli ori'entali, divergèvano ,su un punto fonda·mentale : il reciproco controllo a cui .l'eventuale disarmo avrebbe dovuto essere sotto– posto. ' .>1 Mentre i russ-i ponevano .in primo piano te moda-lità di smobilit·azfo.roe de,[. le forze ·a·rmate, f os,sero:esse convenzio– nali o ,nucleari, e dwvano prova di fa– cile buona volon'tà ·acconsentendo ai suggerimenti di De Gaulle per una im– mediata elimimazione dei vari "vei,coli nudeari", gli occiden-tali sottoUneava– no piuttosto la necessità di un controllo costante e progressivo delle varie .fasi di disarmo. • Appare evidente cke ropri? ,il _con– " ' ' E COMMENTI trollo doveva costÌJtuire il fulcro, o me– glio ancora la condizione preli-minare su cui b•as·àrele trattative; e non vale la pe,na di rilevare l'assurdità della pre– tesa soviet·ka di effettuare il coT1Jtrollo s-0lo roeUa fase term'inale del disarmo. In queste posizioni •contrastanti ed incarociliabUi sta l'e;quivoco della con– ferenz,a di Ginevra e la ragion·e p•rima del suo f al-limento. Mancando una comune ipotesi di la– voro, su c·ui basare i •negozi-aJti (e questa ipot·es,i condizionante altro non poteva essere che lo schem•a di controllo, poi– chè le diver,genze circa le varie succes– sioni del disa,r,mo erano problemi risol– vibili attraverso una volonterosa discus– sio,ne) .fo conferenza di Ginevra era quindi precipita• ta ne ll'e•quivoco di una situazione senza v.ie d'uscit·a. Ne fanno fede gli stessi commenti di parte della stampa occidentale, che, pur recr-imi– nando la for,ma del fallimento, ammet– tono con rassegnwta co,nsapevolezza che quest,a, e non altra, era ,la soluzione at– tesa. Basti citare il "Die W eZt", che af– ferma : "·non si può lanciarsi in una guerra di propaganda e nello stesso tempo •ricercare con se,r.ietà la recipro– ca comprension·e ... Per tale motivo la cmvferenza di Ginevra non poteva ,non fahlire". E lp "Stwttgarter Nachr,ichten", secan!do cui, "Ginevra non merita lacri– me". La stamp·a -inglese mastra un maggi'Dr risentime,nto : il "Guardian" de#nisce l',az.ione russa a Ginevra co– me "più oltraggiosa" cZi quella di Pa· rigi; il "Daily Telegraph" afferma che "è tempo per le potenze occidentali di comportarsi in •modo adeguato all'attua– le com.portamento sovietico"; .vl "New Chroniole" r.iconosce •che "la lezione r-icevuta cZall'occidente è conseguenza dell'irreso-lutezz,a e delle esifiaziorii mo– s,trate nei ·c,onfronti deU'URSS". Chiarito l'equimoco, diventa palese la manovra propagandistica russa che ha provocato un faUime•nto d'altronde ine– vitabile. B-en sapendo che gli occ,iden– t·ali ,non avrebbero mai potuto assumer· si la responsabilità di troncare le trat– tative, qualunque fosse la foro speranza di portarle a buon termine, i russi han– no colto la p·alla al b,alzo e, pe•r così. dire, hanno dato ·alla ,co,nferenza di Gi– nevra qwe.Tlache era ormai' divenuta la sua p:iù lo,gica so{Ùzione: il faUimento. L'-altalena delle propos•!e e deZZ.econ– troproposte ( un altro piano americano stava per.essere p'resentato a1 tavofo del• la discussfone) non aveva portato ,altro che stanchezza e sfiducia; l'opinione nubblica cominciava a chieders-i, e si sarebbe .chiesta. se-mpre più. ·insistente– men,t<? 1 l'JJ#lità d,i wna conferenza -che in tre mesi di lavor,i no,n ·aveva ancora ·tro– vato un- fo,ndo comune su cui impostare un dialogo costruttivo; i delegati occi– dentali non po,tevano' 'far a .Ztroche con– tinuare neUa fatica di S.is-ifodi proporre emendamenii e modvfiche per cercare di fornire un po' di ossigeno alla con· fere,nza armai ,asfittica : sono queste le premesse che hanno port,ato alla mos– sa russa di l1!quidare i fovor.i di Gine– vra proponendo al tempo stesso z.à di– scussione del prab-lema all'ONU. Mano– vra abUe, se pur ,grossolJana, in qu·anto dimo,stra una oapacità di pesare· esatta· mente, da parte russa, il po,ss:ib.ilevalo– re propagandistico di ogni avveT1Jimen– to, al di qua di qwalsias.i interesse per un co,rocreto miglioramento dei rappo,r– ti internazionali { a questo ultimo sco– po è forse sufficiente, seco'.ndo i russi, l'·ormai periodico cZisco·rsodi Krusciov sul "desiderio sovietico della coesisten· za pàcvfroa:''). A causa &elfo "tattica ostruz,ìonisti– ca degU occidentali" che vo.g-liono "il controllo senz,a disarmo" anche la con– ferenza di Ginevra, dopo queUa di Pa– rigi, è dunque fallvtà. La p•rossima tri– buna da cui la Russia • dimostrerà la co,rocreta volontà di pac e sa rà New York, .il pafozzo delle N az. io,ni Unite. A prop·os,ito di ques-ta decis:ione rus· sa di trasferire i lavori del disarmo da Ginevra a New York, ·inspiegab,ile se si tratt-asse soltanto, da parte de,i russi, di cercare una seàe più adeguata ad una buona riuiscita dei negozvati, men– tre il Dipa,rtimento di St·ctto americano ' ha affermato di essere pronto a conti– nuare la discussione .anche all'ONU, pur accusando la Russia ·di ".ip•ocrisia", un commento preciso che può almeno in parte spiegare la de:cisione russ,a (ma soltanto in parte, come acca>deogni vol– t;a che ci travia-mo dinanzi a quakhe levata d'inge,gno dei sovietic.i) ci viene dal francese ;'Le Mon;i/;e": il giornale parigino scrive che, prob·abihnente, .la reazione favorevole .di N ehru all'ultimo piano sovietico ha incor.aggiato la Rus– ·sia neUa· speranza di attrarre a sè, al· l'ONU, il ,campo deUe nazioni non im– pegnate, di cui Nehru è, con Nas,ser uno dei leaders. Inoltre ta,li nazioni po– trebb,ero chiedere .la partecipazione del– la Ciwa ai lavori, appoggiando così la richiesta sovie,tica. • An·alogo il commento del "Di-e Welt": "La Russia, scrive ,i:l giornale tedesco, ha bisogno di un wditorio sempre più grande per la sua propaganda. Per 11Jo– sca tale udi-to,rio è om rappresentato dalle Nazioni Unite". Sono dunque chiare, per le ,nazioni occidentali, le finalità del nuovo exploit russo, benchè .. tim'tJ;nga un buon • mar·

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