l'ordine civile - anno II - n. 10 - 15 maggio 1960

Risposta a ''La Dalle pagine del settimanle della d.c., un collaboratore de « La Discussione», P.P., prendendo ad oggetto della sua critica l'articolo ,cc Il dilemma del M.S.I. », si destreggia, tra ammissioni e confutazioni dove ogni tentativo di obiettività viene eluso da considerazioni volutamente tendenziose. Il P.,P., infatti, concede, bontà sua, che l'cc Ordine civile» non abbia ccnostalgie fasc,iste », ma in seguito, si riprende, ,quasi timoroso della ,concessione fatta, accusando la rivista di so– stenere, in polemica con l'attuale regime, un qualsiasi ccau– torit-arismo aperto o mascherato >i, dove· naturalmente, la pa- 1·ola ccautoritarismo » è espressione degenerata di ccautorità >i. Preferisco, innanzi tutto, chiarire questo punto, dato che è l'accusa ricorrente che ci viene mossa da chi soffre di un complesso di inferiorità nei •confronti• di quella ccautorità » che riteniamo debba essere 1a caratteristica intrinsec·a di uno Stato fondato sulla giustizia; complesso di inferiorità che fa travisare il nostro pensiero, quasi che auspicassimo impossi– bilì involuzioni dittatoriali. L'attuale regime partitocratico è in crisi; il triste spet– tacolo che la politica italiana giornalmente ci offre, se non è un dato determinante a suffragare la tesi esposta, è, tutta– via, un aspetto sintomatico. Lo spirito dell'alchimista che anima i nostri politici an– siosi di ricercare 14 ccricetta buona » ha creato una confusione di formule: centro, centro-destra, centro-sinistra, governo am– ministrativo, che vengono volta a volta sperimenJate, in un affannoso fare e disfare. I La continua crisi di governo, l'irrazionale comportamento 1 della d.c., dove ogni -colorazione politica si rispecchia nelle sue innumerevoli sfumature e d'altro 'lato la posizione di sem– pre maggiore forza del p.c.i., dovrebbero far pensare _ a P ,P. che la c1·isi non è momentanea o passeggera, ma è l'aspetto ultimo di una somma di impostazioni errate che, se avevano una validità, nell'immediato dopoguerra, rivelano ora la pro– pria insufficienza. Le -critiche, quindi, che l'« Ordine civile i>viene facendo da quasi un anno al sistem·a, hanno una fondamentale. base di verità e non sono il frutto di menti sognatrici, avul~e dalla realtà. I Dall'autoritarismo fascista accentrato ed arbitrario si è passati ad un apparente. autorità statale che ha offerto la occasione al sorgere ed allo svilupparsi di tanti centri di au– torità pubblici e privati, ancor più tenaci nell'imposizione, ancor più limitato,ri delle sfere di libertà. Non vi è libertà dove non vi -è «iustizia; non c'è giustizia se non c'è l'autorità. La libertà con~sce momenti di grande pienezza quando abbia funzione costruttrice del bene comune e non si 1·isolve, come la ccpiccola libertà >Jcui P .P. plaude, nella soddisfazione dei propri egoismi e nella licenza più sfrontata. Eppure, P.P. 1 preferisce questo stato di cose. I Ma crede fors 1 e il nostro critico che nessun regime poli- tico sia in grado di risolvere i problemi di ·una società civile e che tra i due mali si debba rassegnarsi a scegliere il minore e mantenersi in una posizione rinunciataria ( perchè tale è la sua) gelosi di questa ccpiccola libertà » con tutti ·i suoi ccdifetti e le sue manchevolezze »? Può dirsi regime ·di libertà un regime dove il cittadino è malamente· tutelato nei suoi diritti e pocd informato sui suoi doveri? Quale li-bertà è questa che si risolve m mei-i atti di protesta eh~ ~~ n~Ua. \., (, DIBA T,TITI Discussione,, incidono? Non si accorge P.P. della frattura esistenle tra il paese e la sua classe politica? Tenti il polemista de cc La Discùssione » uno sforzo di obiettività e vedrà che anche le considerazioni, da noi fatte sul m.s.i., ,che lo hanno reso prima perplesso, e poi lo hanno ccferito », ·hanno una loro logica coerente. Effettivamente il maggior torto del m.s.i. è quello di aver accettato il •cc ompromesso democratico ». Io credo che ci si assoggetti, di solito, ad un compromesso, solamente quando ciò rappresenti un passo avanti. rispetto a posizioni preceden– temente tenute. L'antifascismo portatore della democrazia parlamentare non è stato in grado di suscitare esperienze nuove, ma ha pro– vocato la restaurazione •del regime pre-fascista con gli stessi ccdifetti » e ccmanchevolezze ». Il giudizio negativo sul m.s.i. deriva proprio dalla impossibilità di superare il dilemma che lo -costringe tra due esperienze negative. Il m.s.i. avrebbe potuto essere il partito più di qualsiasi altro in g1·ado di assumersi il compito, sul piano della politica pura, di addi– tare al paese una struttura politica nuova nei suoi istituti e modernamente articolata : l'esperienza fascista attivamente vissuta avrebbe dovuto rendere consapevoli degli enormi eno– ri i dirigenti del partito, e maggiormente sensibilizzarli di . fronte all'operato di una classe dirigente che, tranne alcuni, aveva nel dopoguerra una esperienza politica certo molto limi– tata. Ciò non è avvenuto ed il m.s.i. -è anch'esso complice del procedere disorganico e stanco, di una situazione ancora sen– za una onorevole via di uscita. Ben curiosa la posizione del m.s.i.; ideologicamente ancorato ad una esperienza ·che si chiuse nel sangue opera concretamente nella situazione nuova, che ci sta mostrando il crollo dei valori morali, la miscono– scenza di principi universali; il tutto sacrific~to sull'altare del potere, a tutti i costi. Anche la « partito-crazia >i, consenta P.P., come del resto il fascismo, e· forse in futuro, il gollismo, resta « parvenza di unità morale, soluzione fittizia e ingannevole che lascia irri– solti i problemi »; anche se ccnon ha l'abilità di stendervi veli di retorica nè di distrarne il paese » i problemi di fondo non vengono affrontati, preferendo la politica del ccgiorno per giorno ». Dinanzi alle delusioni, all'amarezza provocata da un regi– me e soprattutto da un partito cui si rivolsero gli sguardi di tutti gli italiani ·con fiducia e speranza, crede proprio, P.P., che il richiamo al Cristianesimo « si appiccica un po' forza– tamente ii? Dal Cristianesimo ci viene un conforto spirituale e una grande forza morale tanto più viva quanto più diffi. cili si prospettano i tempi: dal -Cristianesimo ci vengono in– dicati anche i metodi di azione -che rinnovino l'azione poli- tica immiserita dal fascismo e dall'antifascismo. • Solo i principi universali del Cristianesimo che non si riducono nelle contingenze pratiche, ma che vi agiscono tra– mite la fede dei cristiani e la buona volontà degli uomini, sono e debbono essere punti di partenza e meta per un giusto reµ;ime politico. La completezza della dottrina politica e so. 'ciale del Cristianesimo è l'unico fondamento possibile di un rinnovamento che non conosca .comprom•essi riprovevoli, ma che esalti la funzio11e politica come la più alta espressione pratica dell'uomo, subordinata soltanto a quello che deve es– sere, prima e sempre, dato a Di9, ODDOBucc1

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