l’ordine civile - anno II - n. 5 - 1 marzo 1960

bi lndividualisIDO L'·antitesi individuo-società è' fra quelle che giociano un ruòfo più intenso e più ricco nella problematica contem .. po– ranea. Se ,l'invasione della cronaca non ci avesse abituati ad una visione angusta deHe co 1 se, riducendole tutte ,a1l piano deil– l'attuali,tà ,e -deHa moda, sa,remmo ancora cap,aci di 1 d·oman– darci se è semp!e stato così. In reailtà, non ,è stato sempre così. Noi o·ggi siamo soliti contrapporre la nostra personale opini•one ai· principi sui quali è fondata la società; fa no 1 stra estesi•s;sima gamma di ccobiezioni ,di coscienz•a » ,alle autorità e aMe norme. Noi ,separiamo nettamente la no·stra vita ccpri– va,ta » ·da11'lavit~ ccpubblica >>, e siamo ·portati a consid·erarle COime,due sfere che inevit,abilmente ii tocchino ·e si urtino creand•o dolorosi -attriti. Gli antichi (-pensiamo -al ,cittlaelino di una delile cc' polis» g·reche) non distinguevano nettamente tra priviato e pubblico nè tra individuo e società. L'individuo,· cioè, si inseriva senza troppe seo•s,see senza crisi nella società, le sue idee erano naturalmente le idee ,della sua ,p 1 atri.a; i suoi diritti erano pacificamente quelli sanzionati· dalla comunità. Il gusto ·dell'evasione nell'esotico, la fuga vèrso altre terre o -il rifugiarsi in ··altri costumi, che lianno caratterizzato il co~btrme co,nteimporaneo ,da Ce7!anne e Rimbaud aJ.la o·dierna gran voga dei 'via,ggi e del turismo,· erano fenomeni scono– sciuti. L'esilio rappresentava universa:lmente la pena più gl"a• ve, quel.fa deU'-a 1 &SuI'da separazfone di una pia•r>te • ,da[ 1 tuH-o, deHo sra 1 dicamento di una pi·anta da-Ha terra. Non esisteva aleuna possibiliità di un Dio ehe non fosse 111Dio -dei proprii padri, né di una lingua che non fosse la lingua del proprio po-pofo. A'1 di fuori deiHa propria ,comunità ( ehe e,r,a un luo•g·o chiuso, ill cc bel:l'oviile >> di Dante, armcmioamente rap– presentaito da'Ha città, ,con le sue mura e fa sua piazza) ·esi– stevano sofo i cc barha,ri », quellli cc che non sanno parlare », con _i quali non c'è co~unicazi01J1e. Da •storia, oome l 1 a natura, non fa sallti. Ed è quindi dif– ficile seoprire i:l punto di capovoilgimento e di instaurazione de11l'antitesi individuo-socie 1 tà. Ma a rendere po1ssibi-lefa stessa parolra cc individuo >> è sta!o l'aV'V'en<t-o del •crist,ianèsian,o. 11 cristianesimo, fi:n d,al discorso de'lla m01J1tagna, ,afferm{l una po'Ssibili,tà di ,ribaltamento ,di tutta la t,ra,dizione (ccvi è sva-t,o,detto ..., ma io vi dico ... »), atteggiamento •d,i una inve– rosimile novità. 11 di:ritito che ha sede ne1ila coscienza detl cri&t-iano può po,r1'arfo, o addirittura necessariamente Io porta, aid erigersi oontro tuitte le auto:tii,tà d-el mondo, fino ad es– se:rrnepel's ·eguita.to. 11 cristiano 1 possiede fa Ve,rità, e la Yeri·tÌl lo rende libero tanto da rompere ,qu1a'lunque vincolo e qua- 1unque 'leg,ge, tanto ,da porlo al di sopra dell'imperatore e, del sommo sacerdote. cc H sahato è per J'uomoJ e non l'uomo per il sabato >>. 11 -0ri 1 stianesimo, dice comunemente quafonque lihro di stOTia deHa fifosofia per le nostre scuole, cc afferma i diritti della persona UIIIl'ana», che viene 1 posta; con esso e per esso, al een'tI'O deill'univer>so. Come pr>a'tica conseguenz 1 a di ,ciò, (<ho ancora recentemente sentito ripetere all convegno di San• ta Margherita Ligure su cc Cultura e Libertà »), l'Ediitto di Costanti,no àvre;bbe sanzionato una sp·ecie ,di « 'lib~rtà di reli– gione J>, che l'!uebbe, in definitiva, i'l rieonoso:imento del di– :r.iitt<> di ciascuno a una « 1Iihera scelta >> dei principi secondo \.,Cl • • • • e cr1st1anes11no di Giorgio Zunesi i qu-a:li orientare il proprio comportamento, indipendente– mente dai vari cc idola >> p,roposti d,a'1Ja socie,tà in cu.L vive. Quando si vuo'l ,rifasciare al oril 'ltianesi.mo un aittesitato di pubbHca benemeren7!a .si cita immanoabilmen'te qu'esta cc gran•' de conquista >> -de'1il-a cc 1 1ibertà 1 di coseienz,a », madre prolifica di tutte le altre più recenti libertà. ·Ma è radica 1 lm·en:te sosp'etto un attesta-lo ,di henemerenza rita•sciaito a, quralcwno dai suoi ·avversil'ri. I cc dirititi deHa per• sona urmana >> e 1a ,oonseguente cc libertà di ooscienza >> co• st•ituiscono due belle frasi che 11',abitudin•e a sentir ri•petere ci impe<disce di valutare eri•ticamente, e a!lle quali •non corri– spon-dono •affratt:ooontenuti precil'li e univoci. Le due espr,es– sioni contengono, ambiguamente, un concetto di cc persona » è un concetto ,di cc coscienza >> intese eome realtà autonome e a sé stanti, arbitre di -tutto, sottraue a quailunque vaifore asso– lul.'o, ingiudicabili. Se qu~ti concetti fossero davvero conformi al· messaggio cristi,ano, al cri,stira,nesimo sarebbero imputabili i più grossi ma:lanni dègli ·ultiimi secoli de1Pumanità, e tutti, o quasi tutti, i suoi più tragici sbandamenti. Cristianamente, i diritti deiUa ,co•scienza non si fonda,n~ aff 1 atto ·suUa coscienza,. ,ma' ,sul'1a conformità deHa coscienza aH~ Verità : è la verità ,che rende libera la •coscienza del– l'uomo, 'non è la libertà che la' -rende ·ver>i•tier-a.L'individuo che ,si ·erge oontro '1a società e -contro i:l mo·n:d,o, giuingend,o .fì.no 1 a sfidaJ:1e I,a po-ten7!a ,di tutte le auitori<tà, lo fa in nome di un1a •autorità più gr,arrde, per realizzare una 1diver>sae più àha -soci•età. L'i,ndividuo può opporsi a una ,certa so•c•ietà,im– perfetta so1o in quant,o partecipa ,deMa società 1 perfetta, del cc Regno di Dio >>. Tl Regno di Dio ,non è la no•stalgia di sin– goili uom-ini, la loro libera fan,ta,sira, la loro aul.'O•noma spe– ranza, la loro .partico1are sceil1t,a,ma fa ,~onoret•a reahà da'lla qua-le assumono la loro entità, co\lile le parti ,dal tuJto. La professione ,di fode ·dei primi,ssimi .cristiani fu cc Ky– rios ,Christòs i>, <cc Cristo è Signo 1 re >>; e cc Si,gno-re >> ha senso so– lo in una società, non in un a-ccostamento senza senso di 'tanti elementi iso1ati ,e 1 auton-omi. H criist>iano·oh-e,dev,e .essere cc in qu·esto m•o·ndo ·ma non di questo ·mond-o >> tra•e tutti i titoli d:eililasura -nobiltà e -del suo potere ,d,a quella società aH,a qua:le appartiene, e -a:Heleggi della qu,atle obbedisce. Il rispetto delle altrui opinioni _e la tolleranza reciproca non 1 deri.v,ano in aloun moldo ,dai cc ·diritti ,deUa ·persona uma– na >> e ·dalla cc -libertà di eoscienza >> ,dei singo:1i; derivano, al– l'opposto, ,daMa fratel'lanza che 'lega 'lutti gli uomini, impo– nendo ila pazien7!a e [a •dolcezza ])er •condurli 1a,J.laVerità ,co– mune. Ma Paver interpre-ta,to il ,di,rirtto, anzi il dovere, che i,l cri~tianesimo ,dà ,a,H'uomo ·di giudioaI'e e idi cond,arnnare il mondo come una conseg,uenz.a -del \SUO arbitrio, sulla base dei fatto ohe tutte ,le opinioni si equivta•rrebbero neH'impoS1Sihili,tà deUa verità, è ia ·più •palese oontI'addizi,one ,deJlIIIlessaggio d~ Cristo. Da questo •st•rav,ollgirmento,è nato i;l moderno indivi- - dualismo, ila sepa-r,azione Idi Dio ,dalla sto,ria, •l'introduzione deilrledoppie verità, fa riduzione della Teligi 1 one a fatto mora-le e a scelta ··person 1 àJe ,e r-ell,a 1 tiva, fa negazione deH'aSJS,Olu-to, la c•onseguent,e so[itudine ,che ,ci tor>menrta. Ui qui, .infine, deriva l'incaipa·cità_ dei cristiani a fare una politica. E, direi, a vivere la •« Teligione », che è per antonoma,sia la reahà che supera l'òrdine indivi:duale. Sempre. Da:l .bih'lioo ·« ,guai ai soii >> a,l coranico cc i1 sociale ,è di Dio ,e l'i,n1divi·dua1e è ,di Satana >>.

RkJQdWJsaXNoZXIy