l’ordine civile - anno II - n. 5 - 1 marzo 1960

• • • In Sicilia· governo della r1v1nc1ta n rapi,do va,ro di un governo dc.-destre a Palermo viene prevalenù~mente giustificato in ragione di ,ciò che esso nega, non di ciò -che esso pone. Nel disastro p.rovocato in seno alla vecchia maggioranza dall'avvento della nuova si ravvisa il suo successo maggiore ed incontestabile. Si ricorderà ,che il seme, destinato a ,portare bu~n frutto, era stato piantato in dicembre, con una inopinata concentra– zione ,dei 1&uffragidella minoranza antimìlazziana, per Ja pre– sidenza, sul uome -del milazziano on. Maiorana. A gennaio l'ennesima ,crisi del baro:i;ie catanese si concludeva c~n il ri– tuale voltafaccia, predisposti i mezzi più sicuri per la uti– lizzazione davvero ,prOificua del lancinante coup de foudre. Non intendiamo tuttavia sminui·re il valore politico della operazione. Dalle ,colonne di questo giornale era stato detto chiaramente nel momento non sospetto ·dell'entusiasmo e della euforia, quando •cioè Milazzo otteneva per la terza volta la ri,conferma alla presidenza sulla quota insperata dei cinquanta voti, che la ·strada non ·era quella. Ad una analisi serena e approfondita delle cause che avevano· determinato la crisi. di dicembre si rivelava tutt'altro .che ·risolutivo il sommario talill• ponamento ,della falla o-ccorsa allo schieramente milazziano. 1 « voti a dispetto ii proveni.enti -dal M.S.I., allarmato dinanzi all'eventualità di un accordo -dc.-psi., ,contribuivano solo ad aggravare la ,confusione. L'auspicato allargamento della maggioranza, del resto, durava appena lo spazio d'IUD mattino; gi~sto il tempo cioè che i « patiti ii del centro-destra .si riavessero ,dalle delusioni. Alla quota fissa •dei fatidici quarantasei voti, eadeva il pre– testo estremo per le estreme, cavillose e interlocutorie i,dio– sincrasie antimissine -dèi, socialisti: e si passava all'approva– zione ,del bi:lancio e agli auguri -di Buon Natale. Nella girandola delle proposte, delle trattative e degli s.cambi •che aveva ,convulsamente impegnato per quindici gior– ni le .segreterie dei partiti circolò tuttavia più volte l'impres– sione -che il governo ,Milazzo.-dc., ·con o senza i socialisti, fosse fatto. Il •contatto tra i due movimenti ·« cristiani ii; instaurato in un clima di buona .volontà ,per il- miracolo di tre ·giorni, si chiuse con uri nulla di fatto alla prima ·prova delle urne, quella ·cihe garantì comunque a Milazzo il ritorno alla presi– denza. Privo di ·questa certezza, che una .dc. più sicura di sè e non inceppata nei suoi movimenti sarebbe riuscita a fargli mancare, Milazzo ,avrebbe « ragionato ii: coUa presidenza in tasca, ogni ragionamento diventava acca·demia e giostra ver– bale. Cadono qui opportune alcune -riflessioni che traccino un primo ,consuntivo dell'esperienza Milazzo. Il govern~ cri– s.tiano-sociale, teoricamente ,mono·colore, come tinta politica o subiva la ·pigmentazione della maggioranza comunista o si sfocava in quell'incolore amministrativismo su cui troppo in– dugiavano 1e elusive assicurazioT1-i .deil'on. Milazzo. , L'autonomismo garibaldinizzato e la polemica program– matica contro il governo centrale, mantenuta equivoca'mente tra '1a denuncia •di un complesso di inadempienze tecniche e la larvata r,i,pulsa di tutto il sistema cc uniÌario ii, non erano sufficienti a qualificare po.litJicamente un'azione di governo. Sul piano ..specifico di questa azione Milazzo sottostava volente o nolente a quella costruzione che, come milazzismo, ripeteva la sua logica, le sue verifiche e le sue motiivazioni di massi– ma da via delle Botte~he Oscure {e da Togliatti in ,persona ancht; _:,nellasede del IX Congresso ,del P.C.I.). La fluidità tat– tica della politica •comunista è ·così grande da ,consentirle di prospettare spregiudicatamente ·com-e suo successo anche il milazzismo, illustrato {e adoperato) •come anello rprezioso di sa-ldatura delle masse con una maggioranza, ,e con il Potere. b Le ripugnanze g~neriche di .;Mil1v;zo - non dell'agrario di di· Francesco Mercadante sicura fe-de ,privata nella proprietà, ma .del le.ader .politico e del « ipI'esidente » - non si fecero ,mai resist~nza pronta ed energica, aper'ta e ,deci-sa, fino alla ,denun-cia, e, se necessario, alla rottura. Dove •era andato a finire, insomma, ,dinanzi ,alle capziose teorizzazioni ,di Togliatti, il patrimonio •della discen- . denza e deHa derÌ'vazione ,cristiana dell'U.S.C.S.? L'incompatibilità dottrinale eol ,comunismo. no~ che es– sere ribadita a. ,grandi lettere ogni giorno, rim~nev.a. un sot– tinteso, ·così ,remoto e arrendevole ,da trascinare un'alleanza di fatto, ancorata esclusivamente a motivi ,di fatto, in u~a' neb– biosa atmosfera di convergenze e di ,condiscendenze; immerso nella quale qualche personaggio spericolato s'induceva ,persino a pellegrinaggi sop-raerngatori fino alla Mecca moscovita. Questa anemia i·deologi,ca dei èristiano-sociali era ,per di ,.più accompa 1gnata -da un deterioramento altrettanto ,precipitoso del loro materide umano, e ,della loro; prassi .di ,governo. Le -condizioni del successo elettorale di Milazzo si erano .: compendiate in una protesta-slogan accolta daUe masse con .facile eonsenso : cc noi siamo 1a vera democrazia, -cristiana >J : cristian,i antidemoeristiani, moviment~ •eristiano di ricambio e di recupero. In quest'area ideale Milazzo a·veva fatto fortuna: in que– st'are.a idèale egli doveva barricarsi severamente. _per colti– vare e sfruttare la ·sua fortuna. Prima e più gelosa cautela, im– pedire l'accaparramento ideologico della sua posizione da parte ,delle forze tradizionalmente cc nemiche ». Su •questo punto il ri,gore, anzi l'irrigidimento, in un partito la cui bontà era aneora tutta -da ·provare, avrebbe dovuto essere· estremo. r La collaborazione ·coi comunisti~ imposta -da cause ·estri:q- seche ·evicl.ent.i, non poteva ra 1p,presentare un atto di ,chiusura -definitiva ( se non nella forma, nella sostanza), ve-rso ailtre collabòrazioni _più logiche, verso quella, nàturale, con la dc. 1 La preoccupazione immediata di prevenire il pericolo di ~n riassorbimento da parte dell'antica madre faceva sottova- •lutare un altro .pericolo assai più grave: quello ,dell'isola– mento, e ,della prohabi:le ,cattura da parte dei più forti non ·per via pacifica, ma con fatti ,di ·guerra, ~ relativi agguati, trabocchetti e colpi bassi. La ,democrazia cristiana ha assalito e prostrato tuttavia il milaz:,;ismo affrontandolo sul terreno •più viscido. Il harone Maiorana si è dimostrato sensibile a ·proffertè e lusinghe che non attingono un qualunque livello politico. Egli rappresenta il corrispettivo di due-tre voti, contro la presidenza della 'regione. •La spro 1porzione è enorme. Il barone Maiorana, il nipote e gli altri due toccati dalla cc grazia >i, .politicamente padando, non sono che un "Cc residuo >i. Staccati da ogni tes– suto •di ·genuina dipendenza ,da una base, •essi non ri'1evano che p~r il loro nomadismo, •cioè •per quanto in un'assemblea ,po-litica v'abbia ,di più condannabile. Ebbene; l'accessione fisico-numerica dei loro voti, determinante ai fini della for– mazione di una nuova mag,gioranza, Ii abiÌita a fare il buono e ,il cattivo tempo, a ,chiedere le massime cariche del •aoverno e a ottenerle. •• "' ' Se mai ci fu potere viziato in radice, esercitato del tutto sine titulo, esso è ,quello toccato per opera della d,c. ai meriti dell'on._ Maiorana. Un governo, •che sia un governo, non può tenere al posto deHa testa i :piedi, e viceversa. E bastasse questa contraddi– zione! Ma c'·è ancora l'altra ,di un governo di (centro-)destra fatto .da democristiani (,centro-)sinistra. ,Esso concilia ii.I 'lati– fondo con le « istanze ii di ,quanto di più pro,gressivo la dc. siciliana tenga per solito esposto in ivetrina. Quali -conferme non riceve dall'eloquenza di tali fatti l'ormai cronica insen– sibilità della d.c. •per la qualità deilPazione 1po:liti,ca,sacrificata senza scrU1JJolialla ·« filosofia ii d-el governo « ,comunque •e con chiunque >i?

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