l’ordine civile - anno II - n. 5 - 1 marzo 1960

bi • pag. 22 congiunzione ,co·n i'l figlio, ma per se stessa è sola; si divide, con aocorata malinconia che è ·più che altro -docile remissività e •rassegnazione alla mi·se– ria, fra i'l marito, di ,cui accetta tutto e di •cui rispetta senza rimprovero la insipienza pratica, e suo figlio che è la vita, ne'lla ,sua ricchezza -di ·capa,cità po- . tenziali, di aspirazioni •e di fremiti. Il bambino si ;a.ggira in quel mondo che lo circonda : vede suo padre tessere le lodi deU'Aitissimo, -vede l'altro sacer– dote raccoutare volgarmente i pettego– lezzi degli -dei, guar,da, con un indul– gente sorri•so -di a·du'lto il g-iovane atle– ta ostentare la sua ottusa forza fisica, tutto ,guarda- e inconsapevo{mente già giudica •con 'la crudele fermezza dei bambini, e ,decide: egli vivrà nell mon– do nuovo; vivo, concreto, di cui sente parlare e per •cui si prepara fin da ora imparando ,}'inglese. •dal suo piccolo amico. Dopo la morte del p,adre, la donna resta sola ·a·d avere la responsahilità de'll',avvenire di Apua { questo è il no– me de:l bambino) e ne vuole fare un sa·cerdote -come il padre : è la missione più degna che e·lia cono·sca. Ma il bam– bino ha in sé altre esigenze, altre •aspi– razioni, vuole vivere fra gli ·ailtri, par– tecipare al mondo nuovo, e •chiede· a sua madre, ma più che chiedere impo– ne, che 'lo aiuti a rompere il cer,chio, che 1o faccia studiare. Il titolo ·de'l film è ccAparajto >> che vuol dire ccl'invitto ))' ma più che sug– gerire una ·conclusione, con tale ·paro'la, il regista sembra porre il problema : è veramente inviuo Apua? Egli ottiene ciò •che vuole~ ma lo ottiene dal sacri– ficio di sua .madre che gli vive a•ccanto, indispensabile a lui ep·pure -da lui qua– si ignora-ta, distratto come è dalla pre– pa.razione alla vita e dalle esigenze -dell– l'età, e quando ormai la sua presenza non è più necessaria, ·perché Apu,a può sempre •più far;e a meno di ,lei e ari,che fisicamernte si ·aillo-ri,tana, sua madre muore. Egli è lihero dal mondo mille– narfo -da cui proviene, si inserirà in quello' nuovo, quello -degli ccsciènziatil>, non sarà quindi un vinto come suo •pa– dre, ma •per questo •pagherà il prezzo deHa solitudine. Vicino a lui, a godere con lui -deU.asua gioia, non ·c'è più nes– suno_. Neil mo•nrento di -debolezza cau– sato dal -dolore per la morte ·della ma– dre si fa di •nuovo avanti la << religio– ne J> e vorrebbe riprenderlo (lo zio che lo esorta ad abbandonare gli studi e a tornare a fare i 1 1 sacerdote) ma ancora una vo•lta Ap'ua si sottrae: è forte, è invitto, ,continuerà la fotta, ma rinun– cia per sempre ,a'lla sua umanità. Il dramma ,pro,vato di 4pùa è il sim– bolo di quello ben 1 più vasto che attr,a– versano tutti ,i popoli ccsoUosviluppa– ti >> che, pur •rÌ>cchi di altissima tradi– zione civiile e religiosa, vivono in modo drammatico la ,propria inferiorità po– litica ed economica. Il loro anelito verso una realtà più benevola e giusta, e ,la loro reazione a tutto queHo che di ,passivo e 0 di impro, duttivo c'è nelle proprie tradizioni, .ri! schiano -però di deformarsi e, se esaspe– rati, •di trasformarsi in ossessione e mi– to. Sentendosi •prigionieri del foro re– taggio in un •mondo che apparentemen– te non ha •più bisogno •di ,cuhuiia cc' sa– pienziale )), ma di precisio•Ìte tecnica e rigore scien 1 tifico, pensano di potervisi inseri::e, solo liberandosi totwlmente del vecchio; ma l'uomo, divelto •così da'lle sue origini, privo del suo retroterra, sénza aver avuto ancora né il tempo né la capaci 1 tà -di costruirsi di nuov,o, ri- SALVATOREF. ROMANO • Storia dei Fasci Siciliani - Editori Laterza, Bari, 1959. E' ri•masta, senza meno, famosa ,l'in– terpretazione ,di Francesco Cri~pi Ùmi– tatamente a quelle ondate immigratorie che investivano i:I Sud Itali,a, i cui in– dici ma,g.giori erano <la riscontrarsi in Basilicata ed in Sicilia, e' le immigra– zioni avevano il loro, •direi, naturale sblocco nel resto d'Italia e oltre Atlan– tico. Cri•spi salutò, a:Ilora, quest•o fenome– no, come vera « rivoluzione pacifica >) capace •di allontanare .definitivamente l'eventuale spettro di una rivoluzione a carattere ,sodale, che :non senÌpre la classe dirigente aveva paventato, un semmai intravi,sto !Iato il -diffondersi e delle organizzazioni e ,della propagan– da socia1lista. Lo stesso Crispi, nel 1875, in occa– sione di un pubblico ,comizio a Paler– mo, aveva esclusò e respinto l'idea di un ,mO'to a •carattere socia'le, perc'hé ri– teneva che la << questione fosse risolu– bile senza pericoli, né diffidenza, per la virtù di sapere attendere de-I no,stro operaio >l. Ma ·come acutamente ci rivela Salva– tore· F. Romano in << Storia dei Fa•sci Siciliani >l: << ,J'idea di un vasto ed or– ganizzato mo,to di masse lavoratrici, mi– rante ,ad un ,rivolgimento radi,cale di rapporti di classi esistenti, non pareva probabi1le, né lì ( in Sicilia) né altrove• >l. Ma da « quar-anticinque anni lo spet– tro del SO•cia 1 lismo e del comunismo èra stato agitato in Italia dai gruppi diri– genti; e con sicuro effetto tenorizzante, per aristocra,tici e borghesi, dopo .Je p;iornate •d.igiugno del 18,ts in Francia, e dopo la Comune di Parigi ,de'l Marzo– Maggio ·1871 ll. Intanto un lar,go movi– mento di organizzazione e di agitazio– ne di o-perai, artigiani, intellettuali e ;;oprattutt-o di conta·din:i, si iniziava e si ,svi'lupp·ava, in Sicilia, negli anni dal 1891 al 1893, nel nome e dietro la·han– ,dièr-a del so-cialismo ll. • Quale i1l valore di questo movimento, che passò alla storia •come un « movi~ mento dei fas-di siciliani ll? l'ordine civile schia ,di divenire un mostro senza ani– m·a. A 1 l c-0ntrario, 'è solo sviluppando l'immensa ri-cchezza del proprio patri– monio culturale e civile ed innestando •sapientemente in esso le ,nuove tenden– ze _e 1e nuove capacità che ·Puoino può creare •iii ponte fra il passato e il •futu– ro, ,in una mediazione ~on di compro– messo, ma di sintesi, che ne salvi la spirit-ua4ità e faccia di lui, ancora una volta, il dominatore del ~ondo e non l'arido schiavo. .·M.D.S. Salvatore F. Romano, ·nel suo docu– mentatissimo testo, scioglie l'interroga– tivo, seguendo attentamente •genesi, svi– luppo ed attività -di 'questa organizza– zione « fino ,alla sanguinosa .repressione di F. Crispi >>. V àlore ,a sé stante, ma fondamentale, rimane i'l fatto ,che il Roman·o proicMa queste azioni dei « Fasci Siciliani Jl in un raggio più vasto nazionale ed inter– nazionale, ed in una sfera i,deologiea e dottrinale. « Chi riprenden-do la ricerca e i'l vac– conto ,della storia -delle 1 lotte per la de– mocrazia e per H socialismo in Italia nel periodo seguente, si arresterà tal– volta perplesso nel giudizio di fronie a rotture, momenti ,di pausa, di seonfort-0' o di abba,ndono e >di sconfitta del mo– vimento, si ricordi, •dei « vecchi di Piana)). << E questo ricordo rifletterà anche nel più oscuro travaglio ·del lavoro storico quel ii.lo ,di foce, che a modo di •con• gedo e di -dedica non ha voluto trala– sciare ,di far riverberare, daHa ragione dei sentimeri·ti, sul giudizio dato dal maggio.r •pensatore •socialista -di quell'età &ul movimento dei Fa-sci, dal quale ·pre– sero inizio queste pagine. << Anche per questo, e insieme per tutti ,i fili che intessevano i,1 fondamen- to di cause permanenti di cui parlava ; Antonio Labrio'la, veramente come -e!!'.H scriveva al Fisher nel novembre del 1893, << il movimento siciliano non scompanra più "forse diminuÌTà il nu– mero -dei vartecipl!:nti e ciò non sarà un ma•le...", "•ma la base è stata pesta e questa è stata 1a ·prima azione del so- cialismo in ltàlia". • Quali le cause -che determinarono l'esplosione violenta delle ·masse sici– liane racco'he intorno ai "Fasci"? << Certo in quell'insieme di ·vecchio e nuovo, di servitù ,antiche e di• moderno sfruttamento, ·che stavano a'lla base di conrlizioni economiche, di rapporti di produzio-ne, della vita sociale e rlel co– stume delle ma·sse dei lavoratori e ·po-. polari, era possibile trov-are il ctmcreto; signifi-cato ~ l'origine 'tli quel nuovo

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