l'ordine civile - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1960

Vordine civile ricava un quadro diverso da quello che risulta dalle sue altiso– nanti parole d'ordine. Non appena se ne avvertano le inten– zioni e i moventi, non può sfuggire la componente religiosa, mascherata e stravolta, che è alla base del movimento comu– nista. Le parole del « Manifesto comunista » si leggono, senza prevenzione, come una visione apoca-littica; il socialismo, in– teso da Engels come salto dal regno della necessità al regno della libertà, è ancora il Re·gno di Dio. Il nucleo più valido, nel quale risiede 1a forza intima del ma"rxismo, è un inconsa– pevole cc millenarismo ». Berdiaev può, così, affermare che la rivoluzione russa del 1917 è cc forse più di qualunque altra nell'ombra dell'Apocalisse », che rappresenta una « piccola Apocalisse, un giudizio di Dio entro i limiti del mondo stori– co », in quel popolo russo che. aveva nel sangue là coscienza messianica e che nella vecchia formula, « Mosca, la terza Ro– ma », esprimeva il senso di predestinazione per il quale si sentiva chiamato a portare al ·.mondo la redenzione. Lo stesso comunismo appare così,· nel suo nucleo essen– ziale, come una in.terpretilzione della speranzl! cristiana del cc Regno eterno » ; interpretazione che,· per essere tale, non può ·presumere di esaurirla. , Questo modo' di scorciare la storia -delle conc;zioni poli– tiche moderne, dal socialismo degli utopisti al comunismo, è molto lontano dall'essere criticamente soddisfacente. Ed in- •fatti. non vuol essere altro che una suggestione, l'indicazione di un orizzonte di solito non visto. Infinite cose si possono dire, ad esempio, a proposito -dell'ancoramento cc scientifico ii della dottrina marxista, ma difficilmente si' riuscirà a dare un senso e .un perchè alla risposta entusiasta delle masse, al– l'oscuro anelito che ·ha mosso i continenti, se si esclude la forza che discende dagli immensi vertici dell'entusiasmo re– ligioso. Proprio perchè la radice religiosa è profondis-sima,. non può essere criticamente analizzata e seguita nel suo !jviluppo. La religione dice sempre poche parole grandi che hanno un contenuto insondabile. Anche stravolta, anche ~ischiata in tutte le leghe possibili, di buono o di pessimo conio, vive con una forza decisiva. Dove c'è vita c'è religione. Ci sono degli esempi poderosi, dai millenni della storia del popolo ebreo alla ferrea costruzione del 'medioevo dove si fondono i popoli e le civiltà. Ne discendono alcune conseguenze tutt'altro -che trascu- rabili. • Anzitutto -l'assurdità storica della riduzione della reli– gione a fatto individuale e morale. E' davvero incredibile che i cristiani si rivolgano alla politica come a· un dominio non loro, e che ·sappiano soltanto discutere, rifiutare, scegÌiere, contemperare le formule politichè suscitate dalla cc cultura laica ». I cristiani si rendono oggi spontaneamente t_ributari - e considerano gia questo un grande segno di vitalità, di sensibilità storica, di capacità di aggiornarsi - delle ideo-' logie politiche che sono, a loro volta, in gran parte '(e proprio ,per la parte migliore) tributarie del cristianesimo; Se le su– perficiali e distorte inte'.rpretazioni della speranza cristiana hanno ispirato la politica nel senso moderno, fino al. movi– mento comunista, i cristiani si dovrebbero piuttosto doman– dare cosa potrebbe sorgere da una nuova interpretazione che pur non essendo, e non potendo essere, adeguata ed esaustiva, superasse le limitazioni e gli errori delle interpretazioni pre– cede~ti. Soltanto di qui nascerebbe l!Da politica di coerente ispirazione cristiana, con tutte le difficoltà e con tutti i rischi che sono connessi all'essere cristiani. A:qzitutto, questa impostazione politica si contrapporreb~ be alle altre impostazioni, a tutte le.:.altre impostazioni, per / biblio . agtn . 1anco ·' pag. 9 una più alta speranza. Il segno al quale deve tendere è pm alto del segno al quale le altre tendono. Di certo è concepi– bile, cristianamente, una libertà oltre le libertà che si esau• riscono nella ripartizione delle sfere di -autonomia di ciascuno, una -giustizia oltre le ·giustizie che si esauriscono nella giuri– dica attribuzione a ciascuno di quanto spetta, u:n p~ogresso oltre i progressi necessari e automatici della storia ai quali credono i progressisti, una speranza che sia veramente la-spe– ranza ultima dell'uomo, quella che neppure osa sperare. Una imposj:azione .politica di ispirazione cristiana deve avere come carattere fondamentale la fede nella infinita pos– sibilità di trasformazione e di redenzione del mondo ; non può accettare nessun cc meno peggio », non •può limitarsi alla alchimiil •delle formule e degli -strumenti, degli aggiornamenti e dei temperamenti, dei compromessi e delle mezze misure. Gli uomini, pur covando nel loro cuore il vuoto di una -pro• fonda insoddisfazione, sono troppo abituati alla mediocrità e non. riescono., senza una fede viva, neppure ad immaginare che le cose possano andare in modo sostanzialmente diverso da come sono sempre andate. Accettano i parlamenti, la tri– partizione dei ·poteri, il gioco sottile del diritto, il meccani– smo •burocr-atico dei controlli, la partitocrazia, con la stessa passività con la quale accettano il fatale sorgere del sole e la fatalità della morte. Ma un simile atteggiamento esclude qua– lunque impegno davvero politico. La vera politica muore quando, morte la fede e la speranza, si ripiega sul cc meno peg– gio », sul <e è sempre stato così », su quella cc ordinaria ammi- / nistrazione » che è troppo palesemente impotente dinnanzi alla ineluttabilità dei ·problemi che la storia impone. I Il cristiano, anche in politica, deve essere volto al futuro. ·La realtà c1iistiana è una realtà in fieri, mentre oggi viene qua– li,fìcata come politica di ispirazione cristiana il barcamenarsi fra i vecchi schemi settecenteschi od ottocenteschi, con una maggiore o minore propensione all'illuminismo o all'ideali– smo, al liberalismo o al socialismo. E' chiaro che •queste indicazioni sono troppo generiche per poter .ave~e un preciso valore normativo. Ma non occor– rono molte parole, nè molte -citazioni erudite in calce alle pa– gine, per indicare il tracciato' di una strada da costruire. Con poche, o anche nessuna, ·parola di interpretazione della storia il cristianesimo ha fatto nascere la filosofia -della storia; con poche, o anche nessuna, parola di politica il cristianesimo ha fatto nascere 1 le grandi strutture politiche del medioevo ; con poche, o a~che nessuna, parola rivolta alla civiltà e al mondo il cristianesimo ha fatto nascere la civiltà del nostro mondo. Le << tecniche » intervengono solo in un secondo momento, e risultano efficaci solo sé sono orientate in una direzione effi– cace. Chi ha fede n.on può non essere -convinto di questo, per– chè aver fede significa non limitare il valore ai fatti che accadono. ,Come_ha ripetuto anche Padre Lener S.J. al recente con– vegno di S. Margherita Ligure su « cultura e libertà », l'im– postazione ·di una politica è il compito dei laici, perchè è co-mpito dei laici l'inserimento 'nel temporale della Verità che il sacerdozio deve trasmettere nella sua assolutezza. Ma se i cristiani si limitano a proclamare la Verità senza essere cap1,1ci di incarnarla n,ella storia, accantentandosi di aderire o di non aderire alle •correnti ideologiche che diano garanzia di non attentare -direttamente -alla Verità, tutt'al più interve– nendo per la salvaguardia di questo o quel punto particolare allora non solo non esiste una politica di ispirazione -cristiana, ma non esistono neppure i -cristiani. •Perchè la verità cristiana è la verità che si incarna.

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