l'ordine civile - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1960

I I cristiano-sociali I ·cristiano-sociali sono tornati, in quest'ultimo periodo, nelle •cronache della politica italiana. In varie città sono ap– parsi manifesti annuncianti la costituzione di Unioni cristiano-. sociali. Si è tornati così a parlare di loro anche nel « conti– nente » -dopo che, in modo particolare, se ne era parlato in Sicilia. • Ma seppure i cristiano-sociali « •continentali » hanno rj– preso vigore e iniziativa sulla spinta dell'esperiµienio sicilia– no sarebbe semplicistico, e perciò sostanzialmente inesatto, ridurre la loro realtà politica semplicemente nei limiti di un 'estensione dell '-esperimento siciliano. Un orientamento su tale movimento non è· facile, tanto esso è mutevole nel tempo e legato, ·molto spesso, a prese di posiz•ioni di individui e di gruppi. Gioverà perciò anche un breve cenno storico. I cristiano-sociali non hanno una storia breve anche se il loro peso nella politica italiana è stato relativo e la loro presenza si è manifestata in modo saltuario. Essi si trovano agli inizi dell'antifascismo cattolico preceduti soltanto da un nucleo di laureati cattolici raccolti intorno alla rivista « Stu– dium » e ad Igino Righetti, l'attività dei quali è contenuta però su un piano essenzialmente teorico, e dai « gruppi gio– vanili d'azione antifascista », che si collegano nell'azione pra– tica agli altri movimenti antifascisti. In breve tempo sor,gono altri gruppi cattolici antifascisti; importante soprattutto quello riunito nel « Movimento coo– perativistico sinarchico », al quale si collega poi Gerardo , Bruni, e -che agisce su un piano di ,concreta lotta e di alleanza con i partiti di sinistra. Successivamente tale movimento as– sume il nome ,di -comunista-cristiano e ciò provoca il distacco di Bruni e dei suoi amici (Lapponi, Orlandi, ecc.) che ritirano la loro adesione, perché ritengono le nuove posizioni troppo estremiste, e fondano il Partito cristianò-sociale. I cristiano-sociali partecipano attivamente alla lotta clan- . destina, attraverso anche la pubblicazione dei fogli: l'« Azio– ne », l'« Azione sociale >> e ·« Rinascita >>. La loro azione si esplica, in particolare, oltre Roma, in Toscana, in: Umbria, ecc .. ( Anna Maria Enriquez, una delle figure di maggior ri– lievo, -cade vittima dei tedeschi). La liberazione dell'Italia dai t€deschi vede il P .C.'S. stret– to in un patto d'unità d'azione con il Partito Socialista, patto però dichiarato immediatamente decaduto in seguito allo sta– bilirsi dell'unità d'azione tra PSI e PCI. Una costante del PCS appare infatti quella della ric!!rca, da urta parte, di :un collègamento politico con i socialisti e, dall'altra, del rifiuto di ogni forma di collaborazione con i comunisti. • Nel novembre 1944 gran parte dei militanJi del partito cristiano-sociale confluiscono nel Partito della Sinistra Cri– stiana ( ritorno alla unione del primo periodo della lotta antifascista) mentre Bruni ed un gruppo di suoi amici non accetta tale confluenza e insiste nel vòler far so.pravvivere autonomamente il suo partito. Il Partito della sinistra cri– stiana, con il prevalere della corrente che sostiene, e ritiene possibile, la -creazione di un ·« Partito nuovo >> di tutti i la– voratori, si scioglie, nel dicembre 1945, e ciò provoca una nuova disponibilità di elementi che provenivano dal Partito cristiano-sociale o' che, comunque, potevano essere interessati ad avvi,cinarsi a'd esso. Nelle elezioni politiche del 1946, per la Costituen Le, Ge– rardo Rruni riesce eletto, unico del •P.C.S. La sua partecipa– zione all'Assemblea Costituente è intensamente attiva e par– ticolarmente polemica sia nei riguardi della DC che del PCI. Nelle -elezioni politiche del 1948, màlgrado il notevole aumento dei voti ottenuti rispetto al 1946, il P.C.S. non riesce ad avere -afoun parlamentare eletto, a causa del mutamento della legge elettorale, contraria alle minoranze. lt 1a , , -del continente di Mario Cocchi L'organo del partito, nel 1948, era << Comunità >> la cui testata era stata apportata da Adriano Olivetti, il quale però l'anno successivo, avendo deciso di promuovere un movimento autonomo, la ritirò. Il V congresso dei cristiano-sociali, svoltosi a Livorno nell'aprile ,del 1949, segna praticamente l'inizio di un periodo di stasi di un'azione praticamente efficace sul piano politico. Nel 1950 sembra ·profilarsi la possibilhà cli inserimento in un J?artito socialista unificato, ,che sembrava dovesse pren– dere vita; alcuni dirigenti cristi_ano-sociali àppoggiano suc– ces:5ivamente la nascita del Movimento dei Cristiani Pro– gressisti. l_,a cessazione di una precisa azione oraanizzata non ha signi-fì?ato la « fine >> del movimento; .Ja sua ;ita è continuata, con diversa -caratterizzazione, in varie zone d'Italia. Mentre Gerardo Bruni continua a raccogliere attorno -alla i:ua persona gli amici del Centro-Italia, Lazio, Toscana; Umbria, Marche, oltre al Veneto, nel Nord il leader del movimento diviene il Rebuzzini, un ex dc·, il quale, rispetto a Bruni, mantiene po-· sizioni più tradizionali e più vicine alla sinistra dc ( non a Fanfani). Per quanto riguarda l'Italia del sud il mov.imento cri– stiano--sociale vive invece il suo esperimento nella formula di ~ilazzo, non identificabile comunque con la storia e le posi– zioni del partito cristiano-sociale. Prescindendo da u~a presa in esame delle sue conce– zioni in modo analitico, si possono enucleare. i capisaldi de]]a posizione :rolitica di Bruni sotfolineando pr.ima di tutto « la rigida concezione dello Stato democratico e di diritto >). la volontà di pace, la netta presa di ,posizione a favore d~lla disten-sione e comprensione tra i popoli e del rl;sarmo, il pericolo dell'esistenza di una partito « cattolico », la necessità di un sindacato libero quale strumento per il raggiungimento di profonde modifiche di struttura sul piano economico-so: ciale e, più di tutto, l'importanza di una netta distinzione tra Religione e politica. Variabile, sècondo le diverse situazioni politiche è la posizione verso il P.S.I. mentre una posizione di netta non collaborazione è assunta nei confronti di forze neo-fasciste e del PCI. Ma in modo particolare· sono da segnalare le polemiche contro le deformazioni della « oartitocrazi11 )). In una dichia– razione programmatica si affer~a che •«I partiti 1,olitici sono oggi in Italia molto screditati >> e che i Cristiano-Sociali « lot– tano tra l'altro anche per rinnovare il sistema del partitismo >>. Diffuse sono anche le critiche fatte ad alcuni aspetti della Costituzione ed in particolare al fatto che es.,a è su certi punti troppo compromissoria e per certi altri difficilmente operante. Ma la critica fondamentale, sia sul p.iano politico che sul piano morale, -viene rholta contro la Democrazia Cristia– na. Afferma infatti il Bruni: « Il partito di maggioranza .non ha mai p·osseduto, per la sua stessa struttura, titoli sufficienti né per la ,costruzione di uno Stato -di diritto, né per fare atto di presenza cristiana ~fficace nel mondo socialista. Il •partito democratico-cristiano pretende di godere dell'assurdo privi– legio di essere .l'unico partito dei Cattolici italiani. Questa pretesa, mentre turba la stessa pace e l'unità religiosa de1 Cattolici, viene da essò pagata a prezzo di una sua profonda squalificazione politica, nonché a prezzo della propria indi– pendenza éd autonomia. Nella sua capace arca - dice sem– pre il B'runi a proposito della DC - che ha dato ospitalità a pecore e a buoi, ai più strenui difensori di .antichi e nuovi privilegi e a uomini affamati come di pane così di giustizia, le ·varie classi econoiniche si dilaniano a vicenda dando spet– tacolo di cio che possono e l'odio di classe e le personali ambizioni >>. Quali prospettive-si presentano ai cristiano-sociali? Quale

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