l'ordine civile - anno II - n. 3 - 1 febbraio 1960

. ; ••• D'OCO MENTI llletarriorf osi dell'eresia . · P. •Karl Rahner. S. ]. ha pubblicato tre ·brevi saggi sotto il titolo comune: Gefahren . im. •.heutigen Katholizismus. Il libro è stato tra– dotto in francese dafl'ed. Descl1?,ede Brouwer (Danger du catholicisme d'aÙjord'hui, Toumai, 1959). Nei primi due saggi, il- p. Rahner segnala tra i pericoli del cattolicesimo contemporaneo una non piena compren• sione, concreta della ricchezza· dei. -carismi ·e delle vocazioni che lo Spi– rito conc.ede ai. singoli e. d'_altro .canto un certo ,naturalismo indìvidua: • lista (l'« etica d_ell'! situazione ,,y ~ morb,ido (la « mistica del peccato»). Nel terzo saggio, iniitolato ,appunto « La metamorfosi delle eresie n il Rahnèr · segnala un fènomeno grave e conturbante, eh~ non avevamo mai' visto prima d'ora déscritto -con -tanta chiarezza. Ne pubblichiamo qui, tradotta dalla -versione francese, la prima parte, la più chiara e precisa. - ' . • Quà_ e là.,_saprattuttç, 11,ell'ultima parte, parlando dell'eresia sotto la forma dell'indifferentismo,_ l'Autore par_ifica all'eresia nascosta vera e propria ( cioè a proposizioni che siano in qualche mod6 dilf ormi dalla fede della Gerarchia e che vengano per quésto nascoste o dissimulate) posizioni che non toccano l'ortodossia, ma ·solo il grado soggettivo della virtù di fede. Questo stemperamento non toglie però nulla alla pienezza del .pensiero precedentemente .espresso, che ci pare fonda mentale e degno di grande attenzione. E' necessario - dice :San 'Paolo _ :, che avvengano scis– sioni; eresiè.-Qualunqtie ·sia il signiticato più esatto che San Paolo attribuivà· al tei:iiiine «·eresia >>,·la sua parola è sem– pre sfata ìntesa anche neÌla storia d~lla ,Chiesa, ~el senso_ che noi diatno oggi- a questa paroÌa i ·1a perversione della pa~ rolà di Dio; insegnata' dalla Chiesa; in un errore umano; .una pe:i:-ve'rsiòne ilovùta· a •ùn :cristiano ·che fa del suo gusto e del suo giudizio pei-soÌìale la iior"ina della parola di Dio, l'adatta a sè invece· ·di adattarsi ad· ·essa;· e così oppone il ~uo proprio cristìànesimo à quello· dèlÌà Chiesa. 11' termine « è necess!)riQ » di cui patla 'San Pàolo deriva n~tur'alÌrìente dalla libertà di peècare dell'uomo~ è ·t1ifeìfo o è~r~re: ci tùtti e due. Ma il fatto che qùesta··ere;ia· ~ cònglobàta d 1 alla potenza e dalla gr.azia più grandi di "ùicf - s1 pto'tl'uca ·e· "dehba sempre prodursi, è per il c;ist1~no•;. istruito dalla par.ola profetica di Dio, non semplicemente un fatt; -~-ccidentaÌè è sÒrprendente di cui 'si po.trebbe sperare la .definitiv~ _ces~.à~ione dato che non do– vrebbe esistere, ma un fenomeno ai cui il cristiano sa già ora che·, come il ·peccato, l'errore, la miseria e 1a dispèrazione, accoro pagnerà la vita ·degli uomini e· la storia del regno di Dio sinò alla fine dei' tempi. E' « necessario » dunque che vi siano delle eresie, pe:rchè ess'e ·sonò più che semplici .conse– guenze dì u·na libertà arbitraria, ma appartengono a quelle oscure cose che « débbòno >i essere affinchè nessun uomo, dunque rion soltanto la verità dell'uomo, possa vantarsi din– nanzi a Bi-ò. - Così durique •-il cristiano· non si meraviglierà di incon– trare· delle eresie. Dì più, se le- aspetterà, le considererà come una tentazione inevitabile, e ·anche come la tentazione _più alta e più sùblime, dunque cc'necess·aria », nella quale real– mente le ·tenebre si ·travestono da angeli di luce. E se il cri– stiano nòn ·i;icontra nessuna eresia, nessuna che potrebbe real– mente tentarlo comé solo le più profonde seduzioni possono incantare un uomo, egli non considererà una simile pace dello spirito come qualche cosa- che va· da sè. Ma piuttosto si do– manderà con terrore se· 0 per C'aso gli occhi del suo spirito non siano diventati così ciechi e il suo cuore così ins.ensibile alla differenza fra il vero ed il falso· da essere divenuto im– provvisamente inc·àpace di scorgere· l'eresia come tale. Si do– mande'rà ugualmente se il suo fempo e il suo paese non siano per caso divenuti• incapaci di far· nascere delle eresie perchè divenuti, nonostante 1a •rettitudine letterale della loro orto– do,ssia, così profondamente indi~ferenfr verso la v·erità divina da non· provate più affatto il bisogno di eludere il rigore ine– sorahile della rivelazione mettendo al· suo posto un guazza– buglio u'inano. obianco LA SITUAZIONE DEL CRISTIANO DI FRONTE ALLA ERESIA Se dunque debbono esserci delle eresie, se dunque deb– bono esserci ccsempre per me», allora dove sono-oggi le eresie da cui occorre salvare lo spirito ed il cuore? Sotto quale.forma dobbiamo attendércele oggi? Come si presenterà l'eresia p~r avere la speranza di sedi:irre gli uomini di oggi? Si potrebbe credere· che a questa questione sia facile dare Jina sollecita risposta. Il ,mondo, nel quale i ,cristiani non vivono pi'Ìt che· come un gregge di pecore cacciate e traviate, -non' è for5e pieno d'errori che si oppongono alla verità -di Dio, rivelata in Gesù Cristo? L'errore fa scuola. con gravità e sicurezza in tutti i g_iornali, declama con la bocca degli oratori, si riveste di bellezza nelle ope1·e dei poeti, passa in pratica ..nelle, azioni del ccmondo ». E' ciò -che - come sempre - .è radicato nel . malé, è l'atmosfera spirituale nella quale 1·espiriamo e .vivia– mo tutti i giorni. Non c'è proprio ;bisogno in questi giorni, come cristiani, di cercare a lungo le eresie, quando si. voglio– no trovare, poichè esse ccdebbono » ess.ere, Questa risposta è giusta. Ma essa però ·non descrive tu_tta la situazione del cri– stiano _di fronte all'eresil!, dì_oggi. Poichè gli errori che questa risposta ha preso in consi_deì-aziqne o_gginon avanzano più la pretesa di essere verit_à cristiana, interpretazione autentica di una rivelazione di Dio affidata alla Chiesa. Questi er.,rori si present <1.no -apertamente e lealmente come i:ion ·cristi;,mi, non anpettono più alcuna importanza àd essere considerati.come verità della Chiesa. Di fronte ad ess.i if cristiano che ascolta la Chiesa ha dunque un. compito faci~e. _Ce:,;to . gli accacJ.rà mille ,volte, nella vita pratica,_ nel suo modo d'agire quoti– diano, di vivere più dello :5pirito trl!,Viato del· mondo çhe della verità della Chiesa. Ma sempre, quando ricerca la realtà.-che deve ·collocarsi di fronte al suo. spirito come· la sua verità, quando ricerca i principi foi:mulati_ ché do,vrebbero comandare la sua vita, gli è veramente facile distinguere gli errori dèl mondo, che non pretende affatto di essere cristiano, dal mes– saggio del Vangelo. Mai - almeno così gli sembra - fu .fa– cile come oggi avere dinnanzi agli occhi la linea netta rli de– marcazione necessaria fra ciò che è il mondo e ciò 'èhe è il I • cristianesimo, purchè soltanto si vqglia essere sostanzialmente e indiscutibilmente cristiani di Chiesa. Poichè. come abbiamo detto, il mondo attuale del pensiero· non pre~ende ~ff;tto -di _rappresentare sempre e ovungue soltanto il messaggio . \lel Vangelo. D'altra parte. i_l cr~stiano _non ha mai potuto come oggi determinare così profondamente e così chiaramente dal punto di vista formale dove si trovi il_ messaggio del Cristo e della sua Chiesa. Non l'ha ·mai pqtuto, diciq!",o, come in questo tempo moderno in_c_ui la Chiesa U,rman_zi tutto e defi– nitivamente nel concilio del Vaticanq) ha dato l'esp,:essione più netta e più definitiva alla coscienza di sè in ciò che con– cerne la sua autorità dottrinàle e la maniera di I unzionare di questa. • • E' così che gli errori ai quali allude la risposta· criticata non sono più, in senso proprio, delle- eresie, degli error~ cri– stiani. Essi sono chiaramente· ccal di fuori·». Essi non possono pretendere assolutamente di e·ssere considerati come una in– terpretazione autentic·a· della verità :cristiana, nè di costituire, • a questo proposito, delle tentazioni. 'Essi possono, è vero· - e questo, naturalmente, in alta misura~=-- costituire una ten- •tazione per il cristiano, la tentazione di ·uscire dal mondo della verità cristiana ed ·ecclesiale, per fondare· la propria esistenza spirituale al •di fuori del cristianesimo ecclesiale. Ma considerare e difendere· ·tali errorì come ·verità ·cristiane· ed ecclesiali ecco, in opposizione ai•_tempi passati, ciò c11e non_ è più possibile oggi al ·erìstiano ·membro della Chiesa. Cioè ( per ridire la stessa 'C'osain altri· termini) : I'eresia, nella sùa

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