l’ordine civile - anno I - n. 11 - 1 dicembre 1959

p~g. 22 vene, il mondo della crisi fine a se stes– sa cioè, crolla : si va verso un mondo che esige l'approfondimento di una di– mensione dassica della vita e quindi dell'arte. La letteratura della nevraste– nia è agli sgoccioli. I suoi epigoni non hanno certo la forza e il vigore di un Camus e -il successo conseguito dal « Ga~– topardo )> sta anche ad indicare come ,certo « progressismo >> artistico, certa ccavanguardia )> culturale, abbia fatto definitivan1ente il suo· tempo. Ortega y Gasset quasi quarant'anni or sono metteva in guardia contro la pro– gressiva disumanizzazione dell'arte: og– gi che ne vediamo i risultati la sola cosa da fare, la sola valida, è tornare all'uomo. E Piovene ha parlato esplici– tamente ,di ·« um·anesimo ». A tale proposito ci sembra però op– portuno dire, pur condividendo la dia– gnosi compiuta dallo scrittore veneto e i r~medi suggeriti, che « umanesimo » è termine troppo equivoco. Dell'uomo staccat_o da ogni trascen– denza è facile disperare ; una morale che non sia radicata in una pre_cisa vi– sione .ontologica della realtà degenera sempre prima nel moralismo, poi nel– l'immoralismo ( si veda l'esempio di Gide); una società che poggi su una naturalistica fede nell'uomo può ordire mille massacri. Non è certo questo che Piovene vuo– le: lo abbiamo sottolineato perchè un richiamo ai valori religiosi della vita, i soli che riescano veramente a salvarcj dagli abissi della disperazione,_ non è mai inutile, da qualunque parte venga. M. B. Salvare la faccia Una delle -massime preoccupazioni degli uomini politici della DC sembra es.5ere quella di salvare la faccia. Non sempre ci riescono, ma lo sforzo che essi compiono in molte circostanze me– riterebbe, vista la buona volontà, vera-· mP-nte il successo. ·u'no degli ultimi avvenimenti, in cui la preoccupazione di cui sopra deve es– sere stata fortissima, è ,quella del vi.lito~ prima negato poi dato, al film « Morte di un amico ». La commissione ministeriale di pri– mo grado aveva negato il nulla osta al film in questione, ritenendolo immora• le, non sappiamo se a torto oppure a ragione. Subito si è scatenata una cam– pagna di stampa contro la decisione e naturalmente si è accusato il governo di voler boicottare il film perchè la vi– cenda narrata port~va sullo ,chermo, senza troppi eufemismi, la vita del sot– toproletariato delle borgate suburbane. Il produttore ha interposto appello, la commissione di secondo grado, pre– sieduta <la] sottosegretario ano spetta– colo, ha espresso parere diverso, con– sentendo la proiezione del film e vie– tandolo ai minori di sedici anni. Un'a prec_isazione partita dagli ambienti mi– nisteriali faceva notare come nei casi dubbi la prin1a cornmissione sia sempre i-igorosa in modo da permettere il giu- Biblioteca Gino Bianco dizio di appello, aggiungendo che, nella_ fattispecie, c'era sì nel film qualche cru– dezza, nè mancava un eccesso di reali– smo, tuttavia poichè queste cose desta– vano repulsione e non conse!l,SO da par~ te dello spettatore, il film poteva tran– quillamente essere proiettato. Adesso i casi sono due, o aveva ra– gione la prima ·commissione e la secon– da, visti gli attacchi della stampa. ha cercato solo di salvare la faccia, o aveva ragione la seconda e allora non si capi– sce perchè il sottosegretario allo spet- l'ordine çivile tacolo non mandi a casa i componenti della prima che, forcaioli e confo-rmi– sti, hanno espo to il governo ad una 'CO ì brutta figura di cui non i avver– tiva il hisogno. 'f ertium non datur. Il dubbio sarà ·sciolto quando il film sarà proiettato: capiremo allora se il sen. i\1agrì ha voluto salvare la faccia al governo o la poltrona a delle rispet– tabili persone, se il conformismo nel settore spettacolo nasce ad alto li.vello o procede da gradi più bassi. M. B. LETT-URE C. ORTHCOTE PARKI SO , La legge di Parkinson, Bompiani, 1959, PP. 156, L. 800. Non ·è facile trovare una buona espressione letteraria della satira del mondo burocratico e può apparire curioso che una delle più acu– te e delle più divertenti, provenga proprio dall'Inghilterra, paese ritenuto da noi poco adatto a fornir materia così abbondante alla critica dell'andamento degli uffici. · A voler cercare precedenti specifici di un libro del genere si .farebbe forse faticà inutile: vengono in mente dal famoso << Quelli dalla mezze maniche » di Georges Courteline ( ri– stampato nel 1949 nella_ B.U.R.) ed alcune par– ti del « Come ti erudisco il pupo » di Oron– zo E. Marginati, fino al recente ~ Misteri dei ministeri ed altri misteri » di Augusto Frassi– netti ( edito in parte prima da Guanda, 1952, e poi da Longanesi, 1959) ma nessuno di q_ue– sti libri può essere al1ineato propriamente con questo pamphlet inglese. Gli si potrebbe– ro accostare, a maggior diritto, fatte le. debite proporzioni, le « Prediche inutili » di Luigi Einaudi, per quel molto che hanno di sag– giamente satirico, unito ad un'analisi sociale seria, fatta da uomo di scienza. Il libro consta di una raccolta di dieci « saggi » che concernono una serie di proble– mi della vita amministrativa che per la loro vastità e importanza ben possono dirsi pro– blemi sociali: l'aumento, o il mantenimento in servizio, ingiustificato, di un crescente nu– mero di impiegati sia nella ·burocrazia statale che in quella dei grandi enti privati; il pro– blema dei concorsi e della scelta del perso– nale; le difficoltà di funzio~amento degli orga– ni collegiali · troppo numerosi dai gabinetti dei governi ai più svariati tipi di comitati; la determinazione delle maggioranze in seno ai parlamentari; i fenomeni di psicologia di gruppo che si rivelano nei cocktail parties; quelli che agiscono all'interno di un consigli(? di amministrazione di una grande società in– fluendo sulle decisioni dell'alta finanza; i com– portamenti dell'individuo nei confronti dell'ac– cumulo della ricchezza e i sistemi di evasione fiscale; l'incidenza della struttura e del carat– tere dei palazzi sul funzionamento degli uffici che vi sono sistemati dentro; i sintomi rivela– tori della cattiva organizzazione degli enti e delle aziende ed i loro possibili rimedi; il pro– blema dell'andare in pensione e dell'avvicen– damento del personale ai posti di responsahi• lità. . Tutti argomenti che l'Autore aveva già trat– tato in identica o simile forma su riviste cul– turali ( il libro in gran parte è una raccolta e ristampa di articoli già editi) come l'Eca– nomist, lo Harper's Magazine, il The Reporter. Come si vede tutti argomenti molto seri. Sarebbe stato facile svolgerli alla maniera del giornale « Il Candido »; invece essi sono trat– ta ti senza banali denigrazioni, senza indulgere alla consueta lode dei tempi passati che sa– rebbero sempre migliori del presente. La .for. ma invece è tutt'altra. / L'Autore critica il fenomeno dell'elefantiasi burocratica con il primo saggio che da il ·tito– lo al libro e che ha l'aspetto di una memoria scientifica per un annale di economisti: cc... lo aumento del numero totale deali impieaati d . d d 0 " ' 1pen e a una legge detta di Parkinson; ta aumento continua invariatò sia che il lavor..., cresca, diminuisca o addirittura scompaia ... ». Ciò si basa su due ppsttilati: « •.. il funziona– rio vuole moltiplicare i subordinati e non i concorrenti » e <<••• i funzionari lavorano l'uno per l'altro ... ». Con il sussidio_ di documenti sJ.atistici ( dai quali si rileva che il numero degli impiegati dell'Ammiragliato britannico è andato aumen– tando proprio quando si riduceva la Marina e i funzionari del Ministero delle Colonie sono aumentati man mano che si annullava l'Impe– ro coloniale britannico) l'Autore documenta la sua « legge » e giunge persino a ridurla · una scherzosa formula algebrica sull'aumento del personale, nella quale per trovare la x bisogna prendere il numero di- coloro- che per– seguono la promozione attraverso la nomina di subordinati, elevato alla potenza del nu– mero delle ore lavorative dedicàte a rispondere alle comunicazioni interne, sommato alla diffe. renza .fra l'età della nomina e quella della pensione, e dividerlo per il numero delle unità effettive da amministrare ... ! · Circa i pubblici concorsi, l'Autore satireg- . gia sia i sistemi antichi dell'ingresso nelle carriere dovuto alle parentele ed alla apparte– nenza ad una data classe sociale, sia -quello più moderno di sottoporre i candidati a prove scrit– te di cultura classica... o di analizzarli con tecniche psicologiche. Paradossalmente egli so– stiene che il metodo migliore sarebbe quello di fare i bandi di concorso in modo così spe– cifico che chiedano _di essere assunti solo quel– le poche persone che sono veramente adatte al lavoro da svolgere. Gustosissimo a questo proposito è il bando cli concorso che egli propone per la carica di primo ministro, con la specificazione di tutte le qualità che si ri– chiedono. Per svolgere le sue acute e fondate osserva– zioni in tema di « comitalogia » ossia sul fun– zionamento degli organi collegiali, che se trop– po numerosi raggiungono un più o meno ele– vato « ... coefficiente di inefficienza ... » l'Auto– re ·esamina il numero dei ministri del gabi– netto inglese dal 1740 al 1954 constatando come esso fosse efficiente fintantoche il nu– mero dei ministri si mantenne basso. Esamina poi i governi di tutti gli altri paesi del mondo . che hanno da sei ministri solt,mto come il Lussemburgo a trentotto ministri come l'URSS. Fino a 19-20 ministri il gabinetto può ancora funzionare, secondo il nostro Autore: al di sopra di tal numero il tempo si perde tutto nelle espressioni protocollari e nelle formalità e « quelli fra i presenti - se ce ne sono - che vogliono essere utili a qualcosa, si scam– biano bigliettini su cui è scritto: « Vieni a desinare a casa mia, domani. e discuteremo >; ron staremo ad elencare il contenuto di tutti i dieci capitoli. Quel che s'è detto è sufficiente come esempio. Il libro è scritto da persona che non solo è un brillante osservatore della realtà, ma uno studioso che lascia trasparire delle solide competenze. I suoi giudizi sono il frutto di "Onoscenze approfondite e se pur l'intento

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