l’ordine civile - anno I - n. 11 - 1 dicembre 1959

l'ordine civile dell'opera è principalmente satirico e l'Autore si abbandona al gusto del paradosso e delle contraddizioni, si intravedono soluzioni ragiQ– nevoli ai problemi ed ai mali denunziati. L'Autore tuttavia non le crede realizzabili · perchè sa che non viviamo in un modo car– tesiano « nel migliore dei mondi possibili » che già Voltaire dileggiava: i giusti rimedi che tutti, sulla base del ragionamc:ito logico non possono disconoscere, nessuno li vuole in pra– tica a 1 1plicare. Ma si tratta solo di induzioni che il lettore può fare leggendo f~a le righe. A differenza delle « prediche inutili » di Einaudi, il conte– nuto dei « aggi » del Parkinson è molto meno afferrabile, si dissolve spesse nel paradosso. * * * ul piano formale il libro - che si vale di un'ottima traduzione di Lucian::> Bianciar– di, scrittore satirico già per suo conto - ren– de molto efficacemente certi effetti propri del co iddetto t< humor inglese »: dire le cose più enon"1i con un tono distaccato e un lingu r-io forbito e protocollare salendo da una co:,-· che già i sa essere lontana dal· vero, ad un:– altra di gran lunga ancora più assurda mi pare sia il_ processo degli effetti eomici di questo umon,;mo. Chi non sa apprezzarlo troverà il libro po– co divertente ma in qualche modo sempre degno d'interesse. Chi ha invece il gusto di q uesti clfetti e non si infastidisce a se1mire . o le pagine con tahelle (sia pure ridicolizzate) e formule algebriche, comprenderà come sia un libro intelligente e gustoso. S. R. LIN YUTANG, The secret name, Heinemann, 1959. E' recentemente uscito in Inghilterra un in– teres$ante studio del cinese Lin Yutang sul comunismo. L'autore no!l è un filo ·ofo; il Ji. bro perciò non ha una serrata impostazione ideologica e si fonda piuttosto sull'esame del– le realizzazioni materia,li del comunismo so– vietico, dal 1917 ad oggi. Si tratta semplice– mente di una fedele e spassionata documenta– zione: Lin Yutang non è un fazioso, anzi ac– cetta le disgrazie sue e del suo paese con la massima rassegnazione, tipica delta mentalità più tradizionalmente cinese. L'interesse del volume non risiede tanto nel– la fedele documentazione, quanto nello svi– luppo di un tema, il comunismo. che viene illustrato da una mentalità differente per cul– tura e tradizioni dalla nostra e quindi capace di afferra-re i problemi da punti di vista a noi inconsueti e che ci p·otrebbero sfuggire. Una acuta sofferenza interiore pervade tutto il libro, pur tra le scarne statistiche e le fred– de pagine di documentazione. L'opera risulta di difficile comprensione, farcita com'è di pro– blemi ideologici, religiosi, sociali, costante– mente presenti nella mente dell'autore nella illustrazione panoramica del comunismo russo. Il fenomeno del comunismo cinese, che co– stituisce un problema a parte, è appena sfio– rato dall'autore: esso è troppo complesso per un così breve studio; la sua fondamentale di– versità dal comunismo tradizionale, ne fa ap– parire difficile e incerta non solo la tratta– zione, ma anche la comprensione. Il libro, in questo particolare momento politico, può ap– parire un attacco alla distensione, ma il suo ~copo originario era quello di aprire definiti– vamente gli ooohi all'intellettualità o.ccidentale sul vero volto del comunismo: non si pos– sono dimenticare così presto i paesi oppressi · dell'oriente europ_eo e i ID;artiri di Budapest, che appena tre anni or. sono .commuovevano tutto il mondo civile cQn il loro sacrificio. Non si. può prestare fede ad un dittatore, solo perchè cela sotto la maschera di un sorriso il suo vero volto. Queste, in pratica, sono le conclusioni cui giunge Lin Y:utang, al termine della sua analisi del comu~ismo. « Bisogna chiamare le cose con il lor:o vero nome »: questa massima di Confucio dà il ti– tolo all'opera di Lin Yutang, il quale svilup– pa e aggiorna il concetto, affermando che lo sbaglio fondamentale degli osserva1:ori occi– dentali nei riguardi d·el comunismo consiste nell'errata interpretazione dei termini, e pre– cisa:nente nell'attribuzione di significati im– propri alle parole: comunismo sovietico, re– pubblica, ecc. Ad esempio l'Unione Sovietica non è, come invece si proclama, Unione, in quanto ha un governo centralizzato; non è Sovietica, in quanto nella struttura pirami– dale dei soviet si realizza solo fittiziamente· l'ascesa ai vertici della volontà popolare; tan– tomeno è Repubblica, nel significato genuino della parola, in quanto non governo di po– polo, ma governo tirannico. aturalmente la critica di Yutanp: alPURSS si svolse anche lungo altra linee. Ma le sue accuse sono sem– pre fondate, misurate, precise e proprio per questo fanno regolarmente centro. L'autore. tra l'altro, rinfaccia all'Unione Sovietica di praticare il cosiddetto « coìonialismo econo– mico », ossia di vincolare a sè l'economia dei paeBi v.i.eini,_ e,senzialmente dei paesi deJ. l'Europa orientale. Questi infatti sono inte– grati in un sistema economico basato sull'in– terdipendenza e condizionato alle forniture so– vietiche, un sistema, cioè, tale che gli Stati che ne fanno parte, siano essi anche la Polo– nia, la Cecoslovacchia e la stessa Cina, per parlare dei paesi, almeno potenzialmente, più ricchi del blocco comunista, siano impossibi– litati a liberarsene, sotto pena di subire un grav1ss1mo sconquasso economico. Come si vede questo .tipo di colonialismo è cer.tamente il più gravoso da sopportare e il più difficile da estirpare ed è quello che dà maggiori frutti all'Unione Sovietica; que– sta si troverà dunque a ·disporre; per alcuni lustri almeno, di un mercato ideale per le. vendite a prezz-o d'imperio e per gli acquisti sotto costo; stando così le cose le promesse di Krusciov e le sue sfide non debbono sem– brare più tanto ridicole, e gli stessi americani si devon·o rendere ·finalmente conto di avere a che fare con una potenza economica straor– dinariamente vitale e suscettibile di stare loro alla pari. · Fra pochi anni essa potrebbe rea– lizzare un'espansione economica su scala mon– diale, estendendo di conseguenza, lentamente, ma .inesorabilmente il processo colonizzativ_o, -oggidì in atto nell'Europa orientale. D'altra parte la lotta anticomunista, se intesa limita– tamente al piano economico, non potrà mai assumere carattere unitario, a causa della na– tura eminentemente particolaristica degli inte– ressi materiali, laddove soltanto la resistenza ideologica contro la tirannia potrà costituire il baluardo più solido, -co1_1tro il ·quale cozze– ranno i tentativi «colonialistici» dell'Unione Sovietica. pag. 23 Come s1 vede, Lin Yutang, pur esaminando gli aspetti economici, non dimentica quelli ideolo2ici: soltanto un'azione concreta sul pia- ~ ~ - no dell'economia e su quello dell'ideologia potrà arginare il comunismo sovietico in tem– po, prima che dilaghi magari assumendo nuo– ve forme mostruose, quali quelle già attu_ate in Cina. STEFAJ';O DE ANDREIS « PROBLEMS OF THE PEOPLES OF THE USSR ». Sono apparsi finora quattro numeri della nv1sta « Problems o/ the Peoples o/ the USSR », che si ptibbliça in lingua inglese a · Monaco di Baviera. La rivista è l'organo della Lega per la liberazione dei popoli non russi dell'URSS ( blocco di Parigi) che si è costitui– ta anni fa a Parigi per iniziativa dei centri politici e dei governi in esilio dell'Ucraina, della Bielorussia, della Georgia, dell'Armenia, dell'Azerbaigian, del Turkestan, della Kozac– chia, del Caucaso del nord e -di altre nazioni non russe dell'URSS. La rivista diffonde le idee dell'autonomia nazionale dei paesi non russi dell'URSS e ap– profondisce i vari aspetti della loro situazio– ne interna, nonchè i problemi generali del– l'URSS. Si trovano infatti nella rivista seri studi sulla situazione politica, economica, culturale, religiosa e sociale dei vari Paesi facenti parte dell'URSS. Dato il suo carattere piuttosto accademico, ]a rivista è destinata non solo agli ambienti politici, culturali e giornalistici dei paesi di lingua inglese, ma anche a tutti gli studiosi occidentali dei problemi dell'Europa Orien– tai~ e dell'URSS. · Direttore della rivista è S. Dovhal, noto uomo politico ucraino e membro del governo ucraino in esilio. Fra i collaboratori vediamo qualificati rappresentanti e studiosi delle na– zioni non russe dell'URSS, nonchè noti nomi occidentali, fra cui Amedeo Giannini, ex am– basciatore italiano, studioso di politica inter– nazionale e dei problemi dell'Europa orienta– le, che nel numero IV rella rivista ha· pub– blicato un interessante studio suUe norme Ecritte e non scritte nella politica sovietica de11e nazionalità. Menzioneremo alcuni nomi fra i collaboratori della rivista: il prof. Ole– xander Jurcenko, studioso ucraino di diritto sovietico; M. Abramczyk, uomo politico bie– lorusso; I. Koscelivetz, letterato ucraino; Ali Cantimir, uomo politico nord-caucasico; S. To– rosian, studioso armeno, e molti altri. Ed ecco alcuni temi degli articoli : « Il pro– blema delle nazionalità nella Russia zarista e nell'URSS >); « La riforma scolastica e il pro– blema linguistico nell'URSS >>; « Il comunismo ed i popoli turco-tartari dell'Idel-Ural >>; « Il colonialismo sovietico » ; « La propaganda so– vietica in Oriente»; « La politica ecclesiastioa del governo sovietico »; « I congressi degli scrittori nell'URSS>>; « Recenti statistiche sul– le popolazioni dell'URSS »; ecc. - . La rivista - cui si. augura uri cordiale suc– cesso - va segnalata perchè porta un note– ,,ole indubbio contributo alla conoscenza dei problemi dei popoli non russi dell'URSS, che l'opinione pubblica occidentale, molto super– ficiahnente, congloba nei più generici termini dei problemi del comunismo _russo. Direzione, redazione e amministrazione: Roma • Via di Porta Castello, 13 • Tel. 561.279 Direttore: GIOVANNI BAGET-BOZZO - Redattore responsabile: DOMENICO DE SOSSI Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 6923 del 30 maggio 1959 ABBONAMENTI:Annuo: L. 2.000 · Sem.: L. 1.100 • Trim.: L. 600 Tip. Aas-GRAF • Roma - Via Banchi Vecchi 12 • Telef. 652.576 BibliotecaGino Bianco

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