l’ordine civile - anno I - n. 11 - 1 dicembre 1959

NOTE SANTA SEDE Mutamenti nella S. Con ... gregazione Orientale La notizia delle dimissioni defl 'Emi– nentissimo Tisserant dalla carica di se– gretario della s. Congregazione per la Chiesa Orientale ha suscitato, special– mente nella stampa e negli ambienti francesi, una comprensibile eco, che pe– rò è andata oltre le opportune dimen– s1on1.. Si è voluto vedere e quindi supporre, nel fatto, recondi~i retroscena che si possono senz'altro_ dire pure illazioni. La Curia Romana non ha bisogno di · giustificare dinanzi . al mondo esterno i propri atti e quindi una doverosa di– screzione per ogni provvedimento della S. Sede, ha racchiuso, in un succinto co– municato, la notizia del cambio avvenu– to nell'alta direzione di uno dei più importanti dicasteri della Chiesa. Non sono mancate, da altro lato, spie·– gazioni molto plausibili e serenam~nte ancorate alla v-erità. Il fatto in questio– ne rientra effettivamente in quel mo– vimento degli incarichi di Curia, che non ha riguardato soltanto il cardinale Tisserant, ma ormai già altri· suoi emi– nenti colleghi. Degli altri non si è sot– tolineato il mutamento di incarichi, perchè il grosso pubblico e la grande stampa non sanno valutare posizioni che non abbiano possibili e immediati addentellati politici. Infatti la direzione della Segnatura Apostolica e della Da– taria non hanno rilevanza per i•profani, mentre tali posti sono perfettamente equivalenti, se non addirittura, il primo almeno, gerarchicamente e qualitativa– mente, superiori a quello preso sotto osservazione. Ma quegli incarichi non si prestano al « mordente » del commento politico. Per cui potevano imanere nel– l'ombra. Non vogliamo ripeterci riguardo al cosiddetto « caso Tisserant >> e quindi, tralasciando i commenti apparsi, ci li– mitiamo a far osservare due aspetti, di diversa natura, ma che possono illu– minare la situazione delle cose e ripor-· tarsi al giusto clima per valutare i fatti. ' Pochi sanno che il card. Tisserant era, come vescovo suburbicario, il tito– lare delle due diocesi unite di Porto e S. Ruffina. Orbene, nonostante che egli fosse più che assorbito dal lavoro alla Congregazione Orientale e nel settore culturale, a lui particolarmente caro, si deve constatare come non dimenticò af– fatto i suoi doveri di pastore. Anzi egli si è distinto per uno zelo particolaris– simo. Basti ricordare come egli volle che sorgesse la grande cattedrale alla Storta, un nuovo seminario, dette un vigorosissimo impulso al clero, all'assi- BibliotecaGino Bianco E GO MM E·N TI stenza dei fedeli e a tutte le opere di apostolato della diocesi. E quel territo– rio che era rimasto, anche per difficoltà di comunicazioni e di situazioni, un po' una « zona depressa >> ai limiti del– l'Agro Romano, è oggi una fiorente dio– ce.sj. Questo chiarisce come il càrd. Tis– serant ha sempre dimostrato di sentire nel suo dinamico spirito, non solo l'as– sillo delle grandi pratiche di Curia e degli alti studi, ma anche delle impel– lenti necessità spirituali del clero e del popolo. E ci sembra che proprio questa sua azione, che può apparire minore, per– chè rimasta immeritatamente in ombra, abbia fuorviato gli affrettati e interessa– ti commentatori. Infatti da vero prete _della Chiesa di Roma - com'è ogni • cardinale di qualsiasi paese, dal .mo– mento che accetta per suo un « titolo >> delle chiese dell'Urbe - egli considerò anzitutto il suo dovere pastorale, nel senso più lato, anteponendo gli interes– si della Chiesa a quelli che l'affetto alla patria potevano suggerirgli. E il grande Pontefice, facendo appello a questa mai smentita dedizione, non· ha incontrato · alcuna difficoltà a mutare gli incarichi · del suo illustre collaboratore. Così quel Giovanni XXIII, che i francesi credeva– no di avei· ipotecato per la grande sim– patia reciprocamente goduta nella loro terra, si è dimostrato Pontefice prima che uomo, seguendo quanto 1~ coscienza sacerdotale gli dettava negli interessi della Chiesa. E nell'animo del fedele cardinale ha trovato piena rispondenza. Questa lezione duplice, tutta e soltan– to comprensibile sul piano dei più alti valori dello spirito, i facili commenta– tori, assillati dal punto di vista politi– co, non ·hanno avvertito nè forse lo po– tevano. La Chiesa ha un altro metro per giu– dicare uomini, situazioni e incarichi; ben diverso da quello del mondo, e se ciò lo si dimentica spesso, ci sono ogni tanto delle circostanze che lo ripresen– tano agli immemori e ai distratti. * * * La meraviglia che ha colto non pochi dinanzi alla nomina del cardinale Amleto Giovanni Cicognani alla carica , di segretario della s. Congregazione per ia Chiesa Orientale," si spiega col fatto che i suoi 26 anni di permanenza negli Stati Uniti han fatto dimenticare tutto un passato, che dimostra una chiara preparazione proprio alla carica ora assunta. Infatti, dopo un breve periodo pas– sato -nella Congregazione dei Sacramen– ti, il neo cardinale passò per quattordi– ci anni alla Congregazione Concistoria– le, cioè in qTU.eldicastero che ha a trat– tare questioni con tutte le diocesi del mond·o, ed è perciò uno dei più impor– tanti nella vita della Chiesa. Nel 1928 veniva nominato Assessore della Con– gregazione per la Chiesa Orientale, ove rimase per cinque anni. Furono però i cinq~e anni più significativi della sua vita di .prelato romano, perchè la pre– pazione, prevalentemente giuridica ( fu dieci anni professore di diritto all'Apol– linare e autore di pregiate opere cano– nistiche) gli permise di prender imme– diatamente in mano un grosso lavoro. Si stava organizzando da Pio XI la legi– slazione per i cattolici di rito orientale e Cicognani, entrato nel 1930, nella Commissione per il nuovo diritto cano– nico orientale, l'anno dopo già curava l'inizio della pubblicazione di quel pre– zioso materiale giuridico e storico, che è la collezione monumentale delle Fon– ti del diritto canonico orientale. Frat– tanto egli trovava anche il tempo per visitare acooratamente tutti i Paesi del vicino .e medio Oriente. Si può quindi affe,rmare che la lunga permanenza ame1·icana, non ha affatto affievolito la remota preparazione del nuovo cardi– nale segretario, ma anzi l'ha corrobora– ta di ulteriori esperienze. Così il card. Cicognani è tornato, si potrebbe dire, di nuovo alle o,rigini della sua carriera nella S. Sede, e non tarderà a mostrare la sua profondissima preparazione in materia. Si può quindi dire che effetti– vamente egli è oggi, in quel posto, « the right man in the right plaee », come si è ormai soliti dire. FRANCIA Il buon lavoro di Vinogradov Da molto tempo i frequenti colloqui dell'ambasciatore russo a Parigi ave– vano costituito oggetto dell'attenzione e de>lla segnalazione della stampa: ma solo in quest'ultimo mese è stato dato comprendere quanto impegnativa e quanto fruttuosa sia stata la fatica del– l'ambasciatore Vinogradov. Le circostanze ed il rilievo del viag– gio francese di Krusciov hanno contri– buito notevolmente a rendere più defi– nita ed intelligibile la politica sovie– tica, finora rimasta in un certo limbo generico, in cui l'unico tema preciso ma ancora insuscettibile di contorno politico era dato dall'insistenza. nella riduzione degli armamenti. Tra i partigiani della diplomazia del– la sommità e gli avversari di essa; Krusciov ha scelto per i secondi. Il presidente sovietico si è reso conto di una verità sostanziale anche se di im– mediata percezione: eioè del sostanzia– le fa~lamento -dell'Inghilterra nel mon– do occidentale. Ostentatamente, Kru– sciov ha se-mpre rifiutato la mediazio– ne inglese, giungendo sino alla scor-

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