l’ordine civile - anno I - n. 8 - 15 ottobre 1959

Le condizioni Un accordo sugli armamenti è ormai una necessità vi– tale, una necessità che si è imposta sia ai capi dei due stati più potenti che a tutti gli altri. Per questo l'importanza della sommità russo-americana è incontestabile e così pure il suo significato ed il suo valore. Questo, tuttavia, non significa che sia accettabile quel fenomeno, che necessariamente si genera e accoinpagna la trattativa internazionale e che si chiama distensione. In realtà la necessità della riduzione e del controllo degli armamenti si è imposta ad un mondo profondamente diviso, con diversità dottrinali e politiche di per ·sè.non componibili: e se ha frenato la dialettica di morte che quelle divisioni generavano. non ne ha perciò cancellate e rimosse le cause. Da ciò il clima di riserbo che le autorità morali e politiche degli Stati Uniti hanno teso a dare al ricevimento nazionale del premier sovietico. Ciò che ha generato la tensione e rende difficile la di– stensione, è proprio la singolare natura dello Stato russo, concepito come braccio secolare di un'ideologia universale e perciò di ambizioni mondiali. La risposta che Krusciov fa al riguardo è classica e ri– sale a Stalin: non 11ipuò esportare la rivoluzione: due siste– mi possono dunque coesistere. ·Da Stalin in poi, i sovietici hanno cercato di fondare la loro politica internazionale sulla distinzione tra Stato e partito, e quindi su una certa disideo– logizzazione dello Stato, almeno formale. Tuttavia i rapporti sono del tutto fluidi e oscuri: e l'autonomia dello Stato dal partito è ancora una ·conquista ben lontana per i popoli so– vietici. Ora non c'è dubbio che l'accordo ·nucleare comporti un certo· avvicinamento dei popoli, che è quello che si chiama distensione: se Krusciov non avesse legato il suo nome alla destalinizzazione e allo sviluppo del benessere materiale e del progresso tecnico, le sue possibilità di incontro con gli USA sarebbero state certamente minori. La sua politica in– terne si salda alla sua politica estera. Perciò a ogni passo ;ostanziale verso la distensione inter– nazionale, deve corrispondere un passo verso l'autonomia del– lo Stato o, che è lo stesso, verso i diritti del cittadino. A Vladivostok, _Krusciov ha imboccato subito questa strada, dando voce alla critica dell'opinione pubblica all'operato dei dirigenti di partito. Sull'una e sull'altra strada si incontra il problema più delicato che sia oggj. innanzi allo Stato sovietico: il problema del suo rapporto con la religione e con la Chiesa. Quante divisioni ha il Papa? domandava Stalin a Lava·I. Ma sotto il peso della pressione tedesca, rivedeva· la sua poli– tica ecclesia,stica, spinto appunto. tanto da ragioni di fronte interno che di politica internazionale. • La realtà è che il punto di maggior divisione tra i sovie– tici ed il mondo occidentale (.e anzi; il resto del mondo) sta proprio qui: nella pratica incapacità dei russi di realizzare l'autonomia della Chiesa dallo Stato. Ciò che rende la distensione un processo difficile non è la differenza sul regime dei beni o quella sulle istituzioni politiche: ,è quella sui rapporti tra Chiesa e Stato. Non si comprenderà nulla dei valori migliori ( e quindi più sostanzialmente pacifici) del mondo occidentale se si pen– serà che la questione religiosa sia per esso un semplice ca– muffamento della questione sociale o ,di quella politica. Non è la riduzione della proprietà privata ai minimi termini nè il della distensione di Giova~ni Baget-Bozzo partito unico quello che stende tra occidente e oriente una fredda zona di silenzio che nessuna esibizione può colmare e che rende difficilissima una trattativa già di per s·e abba– stanza intricata. La prima causa della tensione morale dei due mondi è il trattamento effettivo riservato alla religione in URSS. Le affermazioni costituzionali e politiche sulla li– bertà religiosa non hanno mai raggiunto il piano. dell'effet– tiva garanzia di ·diritto: e questo pro•prio in una Costituzione che intende caratterizzarsi nel garantire e sanzionare imme– diatamente i diritti che concede. Il ridurre la Chiesa ortodossa a strumento di Stato sino a obbligare i cattolici di rito greco di aderirvi ( è il doloroso caso degli uniati in Galizia e delle minoranze cattoliche in· Romania) e cercare di ridurre a nulla la vita sociale della Chiesa Cattolica soprattutto là dove è minoranza : questa è la politica del regime sovietico. Certo, Krusciov si è preoccupato di tutelare i diritti con– feriti nell'ambito di questa sistema: è il senso. della sua cir- • colare ,del '54, per il rispetto dei ministri del culto. Ma è la stessa legalità che è oppressiva. Nel caso della •Chiesa Cattolica, è noto il suo principio: essa non preferisce un regime ad Ùn altro regime fatti salvi i diritti di Dio e la libertà della Chiesa. Non solo: molto spes– so, nella sua storia, là dove le preferenze di molti suoi figli andavano ad un regime diverso da quello vigente, la Chiesa li ha invitati a sottoporre la ragion politica aUa ragion reli– giosa e a non aprire un conflitto politico che avrebbe potuto compromettere la libertà, la· pace religiosa e la libertà eccle– siastica. Ricor·diamo il celebre caso •del ralliement alle isti– tuzioni repubblicane consigliato autorevolmente da Leo– ne XIII ai cattolici francesi che associavano la -difesa della libertà deUa Chiesa al binomio trono e altare. Questa in– differenza ai regimi, che è stata tassata di cinismo da quegli stessi avversari della Chiesa che poi gridano all'abuso ogni qual volta essa interviene a tutela del bene spirituale, non è che fa testimonianza della infinita stima che la Chiesa ha del Bene datole da Dio, più a1'to di tutti i beni creati e capace di rigenerarli. Del resto; di questo suo attaccamento ai beni sopranna– turali, e ,della sua attitudine a transigere sui diritti tempo~ rali, anche se legittimi, la Chiesa, ed in particolare il Pon- • tificato Romano han.no dato esempi antichi e recenti. Tra i recenti, si può proprio. considerare il caso .della Chiesa di Polonia. Il suo comportamento è segno di una as– soluta fiducia nel Bene soprannaturale, che le consente ,di accettare uno status giuridico tutt'altro ch,e certo ( come i recenti fat<ti provano) come base di un ·suo accordo impegna• tivo con lo Stato. La sapienza che presiedette alla relativamente positiva soluzione dell'ottobre polacco fece difetto in quello unghe– rese, dove parve che la libertà della Chiesa dovesse trovare a .sua garanzia un partito cattolico: anche se a determinare le tragiche repressioni ·del novembre·ci furono ben altre cause e ben altre responsabilità. Mai da parte del Pontificato Ro– mano si pose come garanzia o condizione della libertà della Chiesa, anche in questi ultimi tempi, il partito cattolico. Se i limiti di questo appaiono ben chiari in occidente, del tutto assurdo pare riportarlo oggi in oriente e peggio ancora ag– ganciato al problema della libertà ecclesiastica. Il problema della libertà ecclesiastica non comporta dun– que, per il potere sovieticl), alcun sovvertimento costituzio-

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